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Collina: "Falli di mano? Non diventerà un tiro al braccio"
Pierluigi Collina, presidente della commissione arbitri della FIFA, ha parlato a Radio Rai Uno nel corso della trasmissione "Radio Anch'io Sport": "Stiamo cercando di dare continuità a un trend. Abbiamo fatto un buon Mondiale in Russia e stiam cercando di continuare in tutte le competizioni della FIFA. Il Mondiale U20 è andato bene, con delle conferme di arbitri che conoscevamo bene ma anche con piacevoli sorprese che entreranno nella rosa dei nomi per il Mondiale nel Qatar 2022. Anche la squadra femminile non è solo buona ma anche ampia numericamente parlando. Stiamo cercando di lavorare al meglio per portare avanti questo trend positivo".
Quante aree sono ancora sprovviste dal VAR?
"Meno di quelli che vorrebbero farlo. Non è una cosa semplice. Le manifestazioni di interesse sono tante, ma noi come FIFA pretendiamo che ci sia qualità. Un organizzatore di un torneo deve rispondere con un certo standard di qualità di arbitri e tecnologia. Per questo motivo ci sono ancora molti in lista d'attesa. Abbiamo lavorato con le nostre ragazze in vari seminari e ci siamo convinti che sarebbero state all'altezza e l'hanno dimostrato sul campo. Il VAR è un punto d'arrivo, è stato inserito ed è destinato a diventare sempre più parte del mondo del calcio".
Il gol annullato a Scamacca?
"Nicolato ha dimostrato di essere un grande allenatore anche con le sue dichiarazioni. C'è stato un contatto tra la mano di Scamacca e il viso dell'avversario e l'arbitro, tramite le immagini, si è convinto di fischiare fallo".
Cosa succederà a proposito dei falli di mano?
"I responsabili dei vari paesi prepareranno gli arbitri alle nuove regole. Va sottolineato il gatto che non verrà stravolto niente. Il punto iniziale è che la volontarietà è solo uno dei criteri per rendere punibile il contatto. Si puniscono contatti anche se non volontari. Diventa determinante la posizione delle braccia. Non diventerà un tiro al braccio. Gli attaccanti che deliberatamente cercheranno di colpire la mano, non otterranno il rigore a meno che il braccio non sia messo in modo sbagliato. Credo che negli ultimi anni, l'IFAB, abbia cercato di essere più dinamica cercando di soddisfare giocatori e allenatori ma anche lo spettacolo. Il nuovo calcio di rinvio per esempio, favorisce la velocità del gioco. Il fatto del portiere debba tenere solo un piede sulla linea di porta è un aiuto allo stesso. La barriera con l'assenza di avversari evita capannelli. Tutte decisioni che vengono dal campo".
Le carriere di arbitri centrali e VAR saranno distinte?
"Ci fu un tempo in cui gli arbitri centrali facevano anche gli assistenti. Io l'ho fatto una volta ed è stato traumatico.
la specializzazione nel ruolo, dà qualità. In futuro vogliamo avere degli specialisti. Dobbiamo creare la categoria e serve tempo. Gli arbitri che smettono di arbitrare, inseriti al VAR, contribuiranno a far crescere il numero di questo gruppo, ma la tendenza sarà sicuramente quella di creare degli specialisti".
Più polemiche intorno al VAR al suo secondo anno in Italia?
"Dovete chiederlo in Italia. Non è il mio ambito. L'uniformità di giudizio è l'obiettivo più importante. L'utilizzo del VAR non è comunque la soluzione finale agli errori. Ci saranno sempre errori e discussioni. In altri sport è più semplice avere una risposta definitiva, nel calcio viene usata per interpretazione".
Il fuorigioco?
"L'evoluzione della tecnologia ci porterà sempre più certezze. Come FIFA abbiamo un dipartimento di tecnologia che sta facendo delle prove che sono già il futuro, soprattutto riguardo il posizionamento dei giocatori in campo. Quanti più frame abbiamo quanto più è accurata la determinazione di un fuorigioco".
Cosa ne pensa del VAR in Champions?
"Sono contento che la UEFA abbia deciso di utilizzare il VAR in Champions. Nel mio ultimo anno all'UEFA è stato uno dei momenti di criticità. La mia uscita è stata determinata anche da questo, tra le altre cose. Sono felice che si siano convinti anche loro, il futuro o il presente è il VAR".
Cosa pensano IFAB e inglesi del VAR?
"L'IFAB, di cui faccio parte, ha perso un po' la deriva britannica del passato e ne pensano in modo positivo. L'Inghilterra e la Premier, utilizzerà il VAR dalla prossima stagione. Hanno delle particolarità, considerando che il calcio inglese ama la fluidità, interessa più il ritmo della precisione dei fischi.
Il tempo effettivo?
"E' una delle cose che abbiamo discusso all'IFAB. Non c'è unanimità di consenso, soprattutto tra gli allenatori. Ma è comunque un argomento di discussione".
Quante aree sono ancora sprovviste dal VAR?
"Meno di quelli che vorrebbero farlo. Non è una cosa semplice. Le manifestazioni di interesse sono tante, ma noi come FIFA pretendiamo che ci sia qualità. Un organizzatore di un torneo deve rispondere con un certo standard di qualità di arbitri e tecnologia. Per questo motivo ci sono ancora molti in lista d'attesa. Abbiamo lavorato con le nostre ragazze in vari seminari e ci siamo convinti che sarebbero state all'altezza e l'hanno dimostrato sul campo. Il VAR è un punto d'arrivo, è stato inserito ed è destinato a diventare sempre più parte del mondo del calcio".
Il gol annullato a Scamacca?
"Nicolato ha dimostrato di essere un grande allenatore anche con le sue dichiarazioni. C'è stato un contatto tra la mano di Scamacca e il viso dell'avversario e l'arbitro, tramite le immagini, si è convinto di fischiare fallo".
Cosa succederà a proposito dei falli di mano?
"I responsabili dei vari paesi prepareranno gli arbitri alle nuove regole. Va sottolineato il gatto che non verrà stravolto niente. Il punto iniziale è che la volontarietà è solo uno dei criteri per rendere punibile il contatto. Si puniscono contatti anche se non volontari. Diventa determinante la posizione delle braccia. Non diventerà un tiro al braccio. Gli attaccanti che deliberatamente cercheranno di colpire la mano, non otterranno il rigore a meno che il braccio non sia messo in modo sbagliato. Credo che negli ultimi anni, l'IFAB, abbia cercato di essere più dinamica cercando di soddisfare giocatori e allenatori ma anche lo spettacolo. Il nuovo calcio di rinvio per esempio, favorisce la velocità del gioco. Il fatto del portiere debba tenere solo un piede sulla linea di porta è un aiuto allo stesso. La barriera con l'assenza di avversari evita capannelli. Tutte decisioni che vengono dal campo".
Le carriere di arbitri centrali e VAR saranno distinte?
"Ci fu un tempo in cui gli arbitri centrali facevano anche gli assistenti. Io l'ho fatto una volta ed è stato traumatico.
la specializzazione nel ruolo, dà qualità. In futuro vogliamo avere degli specialisti. Dobbiamo creare la categoria e serve tempo. Gli arbitri che smettono di arbitrare, inseriti al VAR, contribuiranno a far crescere il numero di questo gruppo, ma la tendenza sarà sicuramente quella di creare degli specialisti".
Più polemiche intorno al VAR al suo secondo anno in Italia?
"Dovete chiederlo in Italia. Non è il mio ambito. L'uniformità di giudizio è l'obiettivo più importante. L'utilizzo del VAR non è comunque la soluzione finale agli errori. Ci saranno sempre errori e discussioni. In altri sport è più semplice avere una risposta definitiva, nel calcio viene usata per interpretazione".
Il fuorigioco?
"L'evoluzione della tecnologia ci porterà sempre più certezze. Come FIFA abbiamo un dipartimento di tecnologia che sta facendo delle prove che sono già il futuro, soprattutto riguardo il posizionamento dei giocatori in campo. Quanti più frame abbiamo quanto più è accurata la determinazione di un fuorigioco".
Cosa ne pensa del VAR in Champions?
"Sono contento che la UEFA abbia deciso di utilizzare il VAR in Champions. Nel mio ultimo anno all'UEFA è stato uno dei momenti di criticità. La mia uscita è stata determinata anche da questo, tra le altre cose. Sono felice che si siano convinti anche loro, il futuro o il presente è il VAR".
Cosa pensano IFAB e inglesi del VAR?
"L'IFAB, di cui faccio parte, ha perso un po' la deriva britannica del passato e ne pensano in modo positivo. L'Inghilterra e la Premier, utilizzerà il VAR dalla prossima stagione. Hanno delle particolarità, considerando che il calcio inglese ama la fluidità, interessa più il ritmo della precisione dei fischi.
Il tempo effettivo?
"E' una delle cose che abbiamo discusso all'IFAB. Non c'è unanimità di consenso, soprattutto tra gli allenatori. Ma è comunque un argomento di discussione".
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