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Non solo Gabigol: altri tre ex della Serie A nel trionfo del Flamengo
Non è stata solo la notte di Gabriel Barbosa. Il trionfo del Flamengo in Copa Libertadores, infatti, è arrivato anche grazie ad altre tre vecchie conoscenze del calcio italiano.
Rafinha, dal Genoa all'accoppiata Champions-Libertadores - Un breve passaggio in Italia, tanti anni e tanti titoli in Baviera, dove è stato un prezioso uomo spogliatoio prima che un elemento importantissimo per tutti gli allenatori che si sono succeduti sulla panchina del Bayern Monaco. La fine del ciclo, sancita anche dagli addii di Robben e Ribery, lo ha riportato a casa, in Brasile, e il terzino si è tolto la soddisfazione di aggiungere un'altra Coppa alla sua bacheca personale. Novanta minuti in campo e una leadership riconosciuta da tutti. Rafinha diventa l'undicesimo giocatore a vincere Champions e Libertadores; prima di lui, l'impresa era riuscita a Dida, Cafù, Roque Junior, Samuel, Sorin, Neymar, Solari, Tevez, Ronaldinho e Danilo.
Diego, meteora bianconera - L'infortunio alla caviglia, rimediato nello scorso mese di luglio, sembrava addirittura che potesse mettere fine alla sua carriera. Invece, Diego Ribas da Cunha ha bruciato le tappe: voleva esserci, per aiutare la sua squadra a vincere la partita più importante. È tornato in campo a inizio novembre e la scorsa settimana ha ritrovato una maglia da titolare. Nella notte di Lima è entrato nella ripresa e ha contribuito alla storica rimonta. Non c'è solo l'Inter, ma anche un pizzico di Juventus in questa vittoria.
Gerson, mai rimpianto da Roma e Fiorentina - Il club giallorosso è riuscito a sbarazzarsi del centrocampista classe 1997 in estate, dopo l'infruttuoso prestito alla Fiorentina della passata stagione. Titolare inamovibile in maglia rossonera fin dal primo giorno, l'ex Fluminense ha giocato solo 66' della finale: un infortunio lo ha costretto ad alzare bandiera bianca, fino a quel momento era stato tra i migliori.
Gli sconfitti - La finale di Lima non ha regalato solo sorrisi e lacrime di gioia agli ex della Serie A. L'altra faccia della medaglia è costituita dalla delusione di Juan Fernando Quintero (ammirato brevemente in Italia con la maglia del Pescara), Lucas Pratto (tre reti nella fugace parentesi genoana) e Bruno Zuculini (34 presenze con l'Hellas Verona). Solo l'attaccante ha avuto qualche minuto a disposizione, mentre gli altri due sono rimasti in panchina. Gallardo può recriminare soprattutto per le non ottimali condizioni fisiche del talentuoso colombiano, che era stato decisivo un anno fa contro il Boca Juniors.
Rafinha, dal Genoa all'accoppiata Champions-Libertadores - Un breve passaggio in Italia, tanti anni e tanti titoli in Baviera, dove è stato un prezioso uomo spogliatoio prima che un elemento importantissimo per tutti gli allenatori che si sono succeduti sulla panchina del Bayern Monaco. La fine del ciclo, sancita anche dagli addii di Robben e Ribery, lo ha riportato a casa, in Brasile, e il terzino si è tolto la soddisfazione di aggiungere un'altra Coppa alla sua bacheca personale. Novanta minuti in campo e una leadership riconosciuta da tutti. Rafinha diventa l'undicesimo giocatore a vincere Champions e Libertadores; prima di lui, l'impresa era riuscita a Dida, Cafù, Roque Junior, Samuel, Sorin, Neymar, Solari, Tevez, Ronaldinho e Danilo.
Diego, meteora bianconera - L'infortunio alla caviglia, rimediato nello scorso mese di luglio, sembrava addirittura che potesse mettere fine alla sua carriera. Invece, Diego Ribas da Cunha ha bruciato le tappe: voleva esserci, per aiutare la sua squadra a vincere la partita più importante. È tornato in campo a inizio novembre e la scorsa settimana ha ritrovato una maglia da titolare. Nella notte di Lima è entrato nella ripresa e ha contribuito alla storica rimonta. Non c'è solo l'Inter, ma anche un pizzico di Juventus in questa vittoria.
Gerson, mai rimpianto da Roma e Fiorentina - Il club giallorosso è riuscito a sbarazzarsi del centrocampista classe 1997 in estate, dopo l'infruttuoso prestito alla Fiorentina della passata stagione. Titolare inamovibile in maglia rossonera fin dal primo giorno, l'ex Fluminense ha giocato solo 66' della finale: un infortunio lo ha costretto ad alzare bandiera bianca, fino a quel momento era stato tra i migliori.
Gli sconfitti - La finale di Lima non ha regalato solo sorrisi e lacrime di gioia agli ex della Serie A. L'altra faccia della medaglia è costituita dalla delusione di Juan Fernando Quintero (ammirato brevemente in Italia con la maglia del Pescara), Lucas Pratto (tre reti nella fugace parentesi genoana) e Bruno Zuculini (34 presenze con l'Hellas Verona). Solo l'attaccante ha avuto qualche minuto a disposizione, mentre gli altri due sono rimasti in panchina. Gallardo può recriminare soprattutto per le non ottimali condizioni fisiche del talentuoso colombiano, che era stato decisivo un anno fa contro il Boca Juniors.
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