Claudio Nassi: Montolivo
Sapevo la differenza che correva tra il Franchi e San Siro, tra la Fiorentina e il Milan. Mi sono permesso più di una volta, in tv, di invitarlo a desistere da una decisione dettata da un contratto allettante, anche se la Fiorentina aveva proposto il raddoppio degli emolumenti oltre all'allungamento, con cifre ragguardevoli. Inoltre la gentile signora Cristina, che avevo avuto il piacere di conoscere a Tele 37, era fiorentina e non so quanto piaccia vivere a Milano se abiti a Firenze.
Se sei stato capitano della Fiorentina, del Milan e della Nazionale, hai giocato 458 partite in carriera, perché devi subire "... un calvario - come dici - nell'ultimo anno e mezzo, verità aggirate o negate, strane dimenticanze e trascuratezze, messo sempre ai margini, oltre a umiliazioni immeritate durante la settimana e in panchina"? Dici che non avresti mai immaginato di poter vivere un'esperienza del genere, né di essere inviso a gran parte della tifoseria, con una stampa mai benevola. Hai visto dopo le prime due stagioni le presenze e i gol, per uno che aveva sempre giocato? Ti sei domandato perché Riva non ha lasciato Cagliari e Totti Roma, nonostante offerte miliardarie? Il primo si sarebbe alzato la domenica a mezzogiorno alla Juventus, al Milan o all'Inter e il secondo avrebbe avuto lo stesso consenso e il massimo rispetto? Ne dubito. Hanno perso certamente soldi e trofei, ma hanno preferito il tanto che avevano. Né credo che Rui Costa abbia avuto al Milan la stessa considerazione e spazio che aveva a Firenze. E il vero Gullit in Italia si è visto alla Sampdoria, perché tra i rossoneri, con Baresi, Van Basten, Rijkaard e Maldini, si sentiva il quinto. Ma il calcio non perdona gli errori e il calciatore non deve sbagliare. E' un lusso che non si può permettere.