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Hellas, Faraoni: "A Verona la svolta dopo un brutto periodo. Il nostro segreto è il gruppo"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
mercoledì 8 aprile 2020, 19:42Serie A
di Luca Chiarini

Hellas, Faraoni: "A Verona la svolta dopo un brutto periodo. Il nostro segreto è il gruppo"

Protagonista della nuova puntata di "Distanti ma... comunicanti", Marco Davide Faraoni ha risposto alle numerose domande postegli da Hellas Verona Channel, raccontando di come sta trascorrendo queste giornate e del rapporto con i compagni di squadra e lo staff. Queste le sue dichiarazioni:

Come stai?
"Sto bene, fortunatamente. Speriamo di vederci presto, cominciate a mancarmi un po' tutti".

Dove e con chi trascorri questo periodo?
"Questa quarantena la sto trascorrendo a Verona con moglie e figli".

Come ti alleni in questo momento?
"Fisicamente ho sempre avuto poca massa grassa. Mi alleno tutti i giorni seguendo il programma che ci invia il nostro preparatore atletico, cerco di mantenermi in forma per l'inizio del campionato, spero".

Quale circuito di allenamento preferisci?
"Il mio preferito è il Tabata: è costituito da otto esercizi, venti di lavoro e dieci di recupero. È possibile svolgerlo anche con Spotify, con colonne sonore modificate che ti consentono di tenere il tempo e finire il circuito. Ti permette di allenare ogni parte del corpo".

Fino ad Udine non hai saltato una partita. Te lo aspettavi?
"Sono contento, non me l'aspettavo di giocarle tutte, ma il mio obiettivo iniziare era quello di trovare continuità. Speriamo di continuare così".

Hai anche segnato tre gol...
"Spero di farne altri e di aiutare la squadra. Il segreto dei miei gol è la cattiveria che metto sotto porta. Ci arrivo poche volte, quindi è importante cercare di metterla dentro".

Per i gol segnai hai dovuto pagare la cena a qualcuno dei tuoi compagni?
"No, l'unica cena che ho pagato è stata per l'espulsione dello scorso anno contro il Cittadella. Ma quest'anno devo pagare una cena ai miei compagni, per ringraziarli di tutto quello che mi hanno permesso di fare".

Qual è il segreto di questo Verona?
"Non c'è un segreto. Dietro c'è un gruppo che lavora, che dà tutto in campo. Penso che l'arma in più a lungo termine sia stato il gruppo. Siamo una famiglia, dei ragazzi giovani che vengono dal nulla, a parte due o tre. La fame, la voglia di rivalsa hanno fatto sì che il Verona fosse determinante".


Perché l'Hellas è stato la svolta della tua carriera?
"Sono arrivato qui un anno e mezzo fa. È stata la svolta perché dopo un brutto periodo trascorso a Crotone la paura di non farcela c'era. Ma quella paura mi ha fatto scattare nella testa quel qualcosa che probabilmente mancava. Mi sono preso le mie responsabilità e ho cercato di far sì che le mie lacune non condizionassero il mio rendimento. Infatti sono riuscito a trovare la giusta mentalità per avere continuità in Serie A".

Sei un insostituibile di Juric. Com'è nato il vostro rapporto?
"Abbiamo un buon rapporto, questo te lo guadagni solo con le prestazioni in campo e gli allenamenti. Non c'è un rapporto consolidato già da prima, come ogni cosa te lo devi guadagnare, e io spero di essermi guadagnato il rispetto e la fiducia del mister e dei miei compagni".

Non vivi più a Roma da dieci anni, ma l'accento è rimasto.
"Un po' l'ho perso, anche perché non sono proprio di Roma, ma di Bracciano. In ogni squadra ho sempre avuto la fortuna di trovare ragazzi di Roma. Il dialetto mi ricorda le mie origini, e quelle è giusto non dimenticarle mai".

C'è un luogo a Verona che ti ha fatto innamorare?
"Un giorno passai dal Ponte della Vittoria, mi girai verso Castelvecchio e c'era un tramonto bellissimo. Lì mi sono innamorato di questa città, perché era molto che non vedevo una cosa del genere".

Usi poco i social. Sei riservato anche nella vita reale?
"Sì, sono molto riservato. Sui social non metto mai la mia famiglia, cerco di evitare di associare sport e famiglia. Invece nella vita privata parlo poco di calcio, cerco sempre di dividere le due cose".

La cosa del tuo lavoro che ti manca di più?
"Ce ne sono tante, dopo quasi due mesi comincia a mancare tutto: lo spogliatoio, il campo, l'allenamento, il brivido che provavo nel tunnel del Bentegodi prima di entrare in campo, il tifo, le voci. Mi manca tutto, spero che potremo a festeggiare insieme il prima possibile".

Sfideresti Zaccagni a FIFA?
"No, perché il calcio nei videogiochi non mi piace. Non ne sono capace, lui mi sfonderebbe. Potrei però sfidarlo a Call of Duty".

L'ultima serie che hai visto su Netflix?
"La casa di carta: una serie tv devastante, mi piace molto".