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TMW RADIO - Addio Maradona, Di Gennaro: "Ricordo lo stop di Verona e l'abbraccio a Istanbul"TUTTO mercato WEB
giovedì 26 novembre 2020, 19:39Serie A
di Dimitri Conti

TMW RADIO - Addio Maradona, Di Gennaro: "Ricordo lo stop di Verona e l'abbraccio a Istanbul"

Antonio Di Gennaro, opinionista Tmwradio, intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'ex centrocampista Antonio Di Gennaro si è collegato in diretta con Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini, ricordando Diego Armando Maradona: "In campo ricordo la partita a Verona, era arrivato quell'anno e vincemmo 3-1. Un aneddoto abbastanza simpatico è che sul 2-1 stavano attaccando, dopo il gol di Bertoni, e uno di loro, mi pare Bagni, tirò da fuori. Lui d'istinto la stoppò di tacco, una cosa incredibile. Io gli dissi come avesse fatto, e lui era stupito. Quasi a dirmi: "Con chi credi di star parlando?". Lì, battendo il Napoli di Maradona, capimmo che potevamo fare qualcosa di importante. Poi anche ai Mondiali in Messico, ci siamo salutati. Nel 2005 poi a Istanbul, quando ero ospite dell'Imperatore Terim che mi organizzò tutto per due giorni. Arrivai allo stadio con Salvatore Bagni, e lì vidi Diego che era in formissima. Mi abbracciò così forte che a ripensarci mi emoziono ancora".

Il più grande di tutti, giusto?
"Gli accostamenti si fanno, ma sono epoche diverse. Su Pelè ricordo che quando lavoravo con Altafini, e mi ha detto che nessuno ha mai visto cosa avesse combinato in Brasile a 17 anni. Lì mi sono fidato, ma con Diego ci ho giocato e vissuto e posso affermare che Pelè, in quella Nazionale, aveva altri grandi giocatori oltre a lui. Nell'Argentina di Maradona, con tutto il rispetto, c'era una squadra normale ed ha vinto quasi da solo. Si superò quella volta. Io lo valuto solo calcisticamente, non posso giudicare i suoi eccessi e il male che ha fatto a se stesso. Anche lui stesso ha detto che se non fosse stato tossicodipendente, forse, se ne sarebbe parlato in maniera diversa. Io però ne voglio parlare con gioia, la stessa che ha lasciato lui. Era un ribelle, anche per cosa aveva passato nella sua vita. Ricordo al Mondiale in Russia delle scene che, credetemi, spiegano l'uomo che si è fatto del male. Perché moralizzare ora che non c'è più? Le sue problematiche le conoscevamo già quando arrivò a Napoli, partivano dalla Spagna o forse dall'Argentina. Ma poi, chi è che non ha mai fatto cazzate?".

Tante celebrità e icone hanno avuto problemi.
"Lui intanto ha avuto una generosità fuori dal comune, e poi voglio sottolineare il rispetto per gli avversari. Non si è mai lamentato di niente, neanche quando prendeva delle botte incredibili. Su questo era un gigante, lo apprezzavo e lo apprezzo ancora nonostante non ci sia più".


Conte è stato tradito dal suo primo generale, Vidal?
"Non so se gli ha messo anche una mano addosso... D'altronde non è la prima volta che fa certi gesti, Conte l'ha voluto a tutti i costi e lo conosce bene. I dati dicono che l'Inter quest'anno prende quasi due gol a partita, e dovremmo conoscere le problematiche dietro. L'allenatore parla di un calcio più offensivo, con i due esterni o quinti che sono offensivi, ma credo che al di là di tutto siano in ritardo in campionato oltre che ultimi nel girone... Non che siano già fuori, eh. Questa attenuante delle assenze, poi, può reggere fino a un certo punto: ieri si è palesato il momento di difficoltà della squadra, al di là delle decisioni arbitrale. Subiscono tanto, hanno preso due gol anche con Torino e Parma, oltre che tre dalla Fiorentina, che è tutto dire visto quanto fatica a segnare. Va rimesso tutto in piedi subito, altrimenti con gli investimenti fatti e un allenatore che vive per le vittorie, si rischia anche di compromettere il futuro".

Cosa manca da dire sull'Atalanta?
"Come l'anno scorso qualche problema all'inizio, ma ieri si è vista una squadra diversa. Credo lavorino così, e dopo la vittoria di ieri sera potrebbe riprendere la marcia che conosciamo. Ormai sono una realtà del calcio europeo, diamo merito. Con un Ilicic così, poi, sono cavoli per gli altri...".