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Polverosi sul Corriere dello Sport: "Caro Prandelli, spero che non finisca qui"
Alberto Polverosi, sulle pagine del Corriere dello Sport, saluta così Cesare Prandelli, che ieri ha dato le dimissioni da allenatore della Fiorentina: "Caro Cesare, ci conosciamo da una vita e se ti dico che questa tua decisione non mi sorprende mi devi credere. Io c’ero quel maledetto pomeriggio di Nadal, dove si è esaurito lo splendore della tua carriera per lasciare il posto a scelte sbagliate e avventure deludenti. Ti alzasti dalla panchina mentre l’Uruguay festeggiava, arrivasti in sala stampa e annunciasti le tue dimissioni: «Ho sbagliato, me ne vado». Lasciavi soldi e un posto di lavoro in un Paese dove nessuno ha mai il coraggio di ammettere una sua sconfitta e ancora meno di dimettersi. Quel coraggio a te non è mai mancato. L’ombra che tu avverti è l’ombra che avvolge il pianeta e chi lo abita, a Firenze si è spenta la luce. Troppo alto il voltaggio, amore e lavoro mischiati insieme fanno brutti scherzi, così l’impianto elettrico è andato in cortocircuito.
La tua lettera è bellissima, profonda, triste e di un’onestà spietata. «Sono consapevole che la mia carriera di allenatore possa finire qui, ma non ho rimpianti e non voglio averne». Io spero il contrario, spero che non finisca qui, magari non torni in panchina, ma quello che sai di calcio, come lo spieghi, come lo trasmetti, non può restare chiuso dentro di te. Saresti troppo egoista e non lo sei. «Probabilmente questo mondo di cui ho fatto parte per tutta la mia vita, non fa più per me e non mi ci riconosco più». Questo sì, lo capisco, eccome".
La tua lettera è bellissima, profonda, triste e di un’onestà spietata. «Sono consapevole che la mia carriera di allenatore possa finire qui, ma non ho rimpianti e non voglio averne». Io spero il contrario, spero che non finisca qui, magari non torni in panchina, ma quello che sai di calcio, come lo spieghi, come lo trasmetti, non può restare chiuso dentro di te. Saresti troppo egoista e non lo sei. «Probabilmente questo mondo di cui ho fatto parte per tutta la mia vita, non fa più per me e non mi ci riconosco più». Questo sì, lo capisco, eccome".
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