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Speciale panchine - Il bilancio di Prandelli alla Fiorentina: 1 punto a partita. Ora Iachini-bis
In una delle stagioni più turbolente della sua storia recente, la Fiorentina ha navigato nel segno della discontinuità in panchina, essendo già arrivata al secondo cambio di allenatore a stagione in corso, anche se nel caso dell'addio a Prandelli c'è di mezzo un fattore personale che l'ha portato a rassegnare le dimissioni. Tocca dunque di nuovo a Iachini, e in questa giornata in cui ci concentriamo sulle panchine della Serie A è utile andare ad osservare il rendimento di entrambi in questo campionato.
Le prime sette con Iachini - All'inizio, per esplicito volere del presidente Commisso, la Fiorentina è ripartita con lo stesso Iachini che le aveva garantito una salvezza piuttosto comoda grazie ad seconda parte di stagione all'insegna di un'interessante media punti di 1,53. La permanenza dell'allenatore col cappellino per antonomasia in riva all'Arno, però, è durata appena sette partite. Nelle quali ha raccolto 8 punti (con la media calata a 1,14) ma critiche sempre crescenti per le difficoltà della squadra a sviluppare un gioco propositivo e alcune scelte tattiche discusse (si veda l'attacco Ribery-Callejon a Roma). Dopo lo 0-0 scialbo in casa del Parma, un Commisso combattuto ha ascoltato le numerose voci che gli suggerivano l'esonero e le ha trasformate in realtà.
Il girone abbondante di Prandelli - La scelta è ricaduta su un altro cavallo di ritorno, un profilo capace di suscitare emozioni nostalgiche nella piazza fiorentina quale Prandelli. Arrivato con l'evidente convinzione di poter invertire la rotta (si rilegga la conferenza stampa di presentazione) l'allenatore di Orzinuovi però ben presto ha dovuto fare i conti con la realtà. Dopo i primi tentativi di difesa a quattro, ma con una rosa difettosa su alcuni fronti (si veda il regista o il numero di esterni d'attacco), il Prandelli 2.0 ha registrato un rapido dietrofront sul collaudato 3-5-2, con qualche variante come il 4-4-2 visto nell'ultima uscita col Milan. Il bilancio in termini di punti, però, alla fine si è rivelato abbastanza modesto: nelle 21 partite di campionato con Prandelli, la Fiorentina ha raccolto 21 punti. Un punto spaccato di media a partita, un risultato numerico inferiore al suo predecessore, anche se sostenuto comunque nella sua complessità da guizzi tecnici come l'esplosione di Vlahovic e il lancio di Martinez Quarta. Poi, il lampo nel buio e la scelta di mollare la missione, l'ombra interiore che si fa tristemente strada e lo porta alle dimissioni. A quel punto per Commisso, visto il contratto ancora in essere e la stima personale, la scelta è stata davvero banale: telefonata a Iachini, che si è convinto al volo. Da specialista di lavori sporchi non poteva tirarsi indietro: il suo compito sarà (di nuovo) condurre la Fiorentina in porto, evitando che le premesse da crociera transatlantica si tramutino in un inferno d'acqua a bordo di una bagnarola.
Le prime sette con Iachini - All'inizio, per esplicito volere del presidente Commisso, la Fiorentina è ripartita con lo stesso Iachini che le aveva garantito una salvezza piuttosto comoda grazie ad seconda parte di stagione all'insegna di un'interessante media punti di 1,53. La permanenza dell'allenatore col cappellino per antonomasia in riva all'Arno, però, è durata appena sette partite. Nelle quali ha raccolto 8 punti (con la media calata a 1,14) ma critiche sempre crescenti per le difficoltà della squadra a sviluppare un gioco propositivo e alcune scelte tattiche discusse (si veda l'attacco Ribery-Callejon a Roma). Dopo lo 0-0 scialbo in casa del Parma, un Commisso combattuto ha ascoltato le numerose voci che gli suggerivano l'esonero e le ha trasformate in realtà.
Il girone abbondante di Prandelli - La scelta è ricaduta su un altro cavallo di ritorno, un profilo capace di suscitare emozioni nostalgiche nella piazza fiorentina quale Prandelli. Arrivato con l'evidente convinzione di poter invertire la rotta (si rilegga la conferenza stampa di presentazione) l'allenatore di Orzinuovi però ben presto ha dovuto fare i conti con la realtà. Dopo i primi tentativi di difesa a quattro, ma con una rosa difettosa su alcuni fronti (si veda il regista o il numero di esterni d'attacco), il Prandelli 2.0 ha registrato un rapido dietrofront sul collaudato 3-5-2, con qualche variante come il 4-4-2 visto nell'ultima uscita col Milan. Il bilancio in termini di punti, però, alla fine si è rivelato abbastanza modesto: nelle 21 partite di campionato con Prandelli, la Fiorentina ha raccolto 21 punti. Un punto spaccato di media a partita, un risultato numerico inferiore al suo predecessore, anche se sostenuto comunque nella sua complessità da guizzi tecnici come l'esplosione di Vlahovic e il lancio di Martinez Quarta. Poi, il lampo nel buio e la scelta di mollare la missione, l'ombra interiore che si fa tristemente strada e lo porta alle dimissioni. A quel punto per Commisso, visto il contratto ancora in essere e la stima personale, la scelta è stata davvero banale: telefonata a Iachini, che si è convinto al volo. Da specialista di lavori sporchi non poteva tirarsi indietro: il suo compito sarà (di nuovo) condurre la Fiorentina in porto, evitando che le premesse da crociera transatlantica si tramutino in un inferno d'acqua a bordo di una bagnarola.
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