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TMW RADIO - Pazienza: "Per fortuna la Superlega è fallita. Napoli? Può andare in Champions"
Michele Pazienza, tecnico dell’Audace Cerignola, intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'ex centrocampista Michele Pazienza, oggi allenatore dell'Audace Cerignola, ha parlato a TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto con Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini. L'intervista parte dalla Superlega: "Meno male che il progetto è fallito, aveva un senso solamente economico".
Servirà correggere il tiro?
"Per me è un periodo triste, se si è arrivati a tentare una soluzione del genere significa essere alla disperazione ed è un segnale negativissimo. Mi auguro si riparta con maggior coscienza e logica, oltre che senso del dovere nel proporre le cose".
Si deve cercare sostenibilità e solidarietà?
"C'è senso e logica, ma per me che sono in Serie D oggi sarebbe troppo semplice dirlo. Sarebbe la soluzione ideale, ma non è semplice, rituffandomi sulla parte opposta, accettare certe dinamiche, anche economiche. Se si è cercata una nuova diga è perché il sistema calcio è quasi disperato. Qualcosa va fatto".
Un maggiore dialogo istituzionale può aiutare?
"Sì, ci vuole confronto coi club di ciascuna categoria. Così cresci, capisci l'idea che ha la persona di fronte a te".
Dov'è che il calcio è andato peggiorando?
"Parlando della Superlega coi miei amici dicevo che un giocatore come me, che ha fatto una carriera in squadre medio-alte, non ci avrebbe mai potuto arrivare. Ho iniziato la mia carriera sognando di giocare in grandi stadi, come Liverpool o Barcellona, e sapere che a un altro bambino come sono stato io verrebbe preclusa, mi sembra una follia".
C'è da ripensare il sistema calcio?
"Anche da parte della UEFA. Ci sono situazioni in cui tentare qualcosa di diverso, e spero che questo della Superlega venga preso come un campanello d'allarme, così che chi guida il calcio faccia un lavoro coscienzioso, dando mano a chi ha spese esorbitanti da sostenere".
Da allenatore come vive il discorso delle quote?
"Lo vivo e lo giudico male. Me l'avevano sempre detto, ma quando ti ci ritrovi vivi certe dinamiche che magari dall'esterno fatichi a capire. Non è vero che senza l'obbligo i giovani non giocherebbero: se uno è bravo, gioca. Stanno un po' ammazzando l'aspetto della competizione con questa regola, ogni giocatore deve lottare e mantenersi il posto, con gli obblighi delle quote si vivono situazioni scontate e questo danneggia la crescita del giovane. Io ad esempio ho più giovani rispetto alle quote, ma solo perché se lo meritano. Deve essere così, il giovane cresce solo così, nella maniera più naturale possibile".
Del Napoli che dire?
"Il Napoli ha vissuto fasi alterne ma è riuscito a rimettersi sul percorso grazie a vittorie contro dirette concorrenti: ha tutte le carte in regola per centrare l'obiettivo Champions".
Si aspettava questo campionato dalla Fiorentina?
"No, per i calciatori che ha in rosa. Alcuni meccanismi a volte non scattano, non funzionano come credi. Sarà importante raggiungere una salvezza tranquilla, con la vittoria di ieri ha messo il sigillo su una classifica tranquilla. Poi ci sarà da riprogrammare, in maniera più oculata e attenta, anche nella scelta dell'allenatore. Se hai già cambiato chi c'è ora, significa che massima fiducia e stima non ce l'hai".
Servirà correggere il tiro?
"Per me è un periodo triste, se si è arrivati a tentare una soluzione del genere significa essere alla disperazione ed è un segnale negativissimo. Mi auguro si riparta con maggior coscienza e logica, oltre che senso del dovere nel proporre le cose".
Si deve cercare sostenibilità e solidarietà?
"C'è senso e logica, ma per me che sono in Serie D oggi sarebbe troppo semplice dirlo. Sarebbe la soluzione ideale, ma non è semplice, rituffandomi sulla parte opposta, accettare certe dinamiche, anche economiche. Se si è cercata una nuova diga è perché il sistema calcio è quasi disperato. Qualcosa va fatto".
Un maggiore dialogo istituzionale può aiutare?
"Sì, ci vuole confronto coi club di ciascuna categoria. Così cresci, capisci l'idea che ha la persona di fronte a te".
Dov'è che il calcio è andato peggiorando?
"Parlando della Superlega coi miei amici dicevo che un giocatore come me, che ha fatto una carriera in squadre medio-alte, non ci avrebbe mai potuto arrivare. Ho iniziato la mia carriera sognando di giocare in grandi stadi, come Liverpool o Barcellona, e sapere che a un altro bambino come sono stato io verrebbe preclusa, mi sembra una follia".
C'è da ripensare il sistema calcio?
"Anche da parte della UEFA. Ci sono situazioni in cui tentare qualcosa di diverso, e spero che questo della Superlega venga preso come un campanello d'allarme, così che chi guida il calcio faccia un lavoro coscienzioso, dando mano a chi ha spese esorbitanti da sostenere".
Da allenatore come vive il discorso delle quote?
"Lo vivo e lo giudico male. Me l'avevano sempre detto, ma quando ti ci ritrovi vivi certe dinamiche che magari dall'esterno fatichi a capire. Non è vero che senza l'obbligo i giovani non giocherebbero: se uno è bravo, gioca. Stanno un po' ammazzando l'aspetto della competizione con questa regola, ogni giocatore deve lottare e mantenersi il posto, con gli obblighi delle quote si vivono situazioni scontate e questo danneggia la crescita del giovane. Io ad esempio ho più giovani rispetto alle quote, ma solo perché se lo meritano. Deve essere così, il giovane cresce solo così, nella maniera più naturale possibile".
Del Napoli che dire?
"Il Napoli ha vissuto fasi alterne ma è riuscito a rimettersi sul percorso grazie a vittorie contro dirette concorrenti: ha tutte le carte in regola per centrare l'obiettivo Champions".
Si aspettava questo campionato dalla Fiorentina?
"No, per i calciatori che ha in rosa. Alcuni meccanismi a volte non scattano, non funzionano come credi. Sarà importante raggiungere una salvezza tranquilla, con la vittoria di ieri ha messo il sigillo su una classifica tranquilla. Poi ci sarà da riprogrammare, in maniera più oculata e attenta, anche nella scelta dell'allenatore. Se hai già cambiato chi c'è ora, significa che massima fiducia e stima non ce l'hai".
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