Frosinone - Si ripetono i soliti problemi. Decima sconfitta a "zero" ed ennesimo gol al rientro dagli spogliatoi

Piove sul bagnato e il Frosinone non sembra dar segni di vita. Le brutte e preoccupanti prestazioni che lungo tutto il girone d'andata avevano contribuito a rovinare la gioia della seconda partecipazione in Serie A, hanno trovato massima espressione nella partita di domenica scorsa contro l'Atalanta; gara capace di riassumere e mostrare i peggior difetti di una squadra che, nonostante il cambio d'allenatore, non ha ancora trovato l'equilibrio per garantirsi una partecipazioni dignitosa al campionato. Nella sfida contro i nerazzurri, oltre alla goleada che lo Stirpe aveva già conosciuto contro la Sampdoria, è arrivata la decima sconfitta "a zero", senza segnare neppure una rete. Sintomo (anzi, oramai strascico) di un difetto che non si riesce a correggere: non appena inizia il festival del gol, il Frosinone si dimostra incapace di reagire; evidenza palesata dai numeri, ma ancor più chiara alla luce delle prestazioni.

Il secondo errore comune al Frosinone del girone d'andata è sotto gli occhi di tutti al momento del rientro dagli spogliatoi: come se non fosse bastato incassare il 2-0 un minuto prima del break, il black-out dopo l'intervallo si è riproposto anche in Frosinone-Atalanta.  Il secondo gol di Duvan Zapata è arrivato al 47' ed è stato il decimo (su venti partite giocate) incassato dai giallazzurri nel frangente di tempo che va dal 46' al 60'. Tutto si concilia nei 42 gol subiti. Perseverare è diabolico, e la riproposizione di determinati errori fa giudicare queste deficienze come difficilmente allenabili, nè tantomeno sovvertibili, con un forte  intervento difensivo nel calciomercato, vista l'improbabilità dello stesso.  Il vicolo cieco in cui si è cacciata la squadra non lascia intravedere vie di fuga, mentre lo sconforto comune induce persino i più speranzosi a negare l'esistenza di medicina.