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Il Grifo ha già una fisionomia ma in avanti quanti problemi
lunedì 21 agosto 2017, 11:08Copertina
di Redazione Genoa News 1893
per Genoanews1893.it

Il Grifo ha già una fisionomia ma in avanti quanti problemi

Il Genoa? Una squadra ancora da rifinire e completare, ma una squadra. Non più l'Armata Brancaleone dell'ultimo girone di ritorno, ma un collettivo, in cui ogni giocatore sa quali compiti assolvere.

Il pari di Reggio Emilia è strettino, la pur platonica vittoria ai punti sul milionario Sassuolo è verdetto che nessun giudice potrebbe negare. Resta il rimpianto per quell'indegna ciabattata di Biraschi a tu per tu con Consigli: il destino ha voluto che quel pallone pronto ad essere accompagnato nel sacco finisse a contatto con uno tra i piedi più ruvidi del Grifone. Poteva essere gran festa, ma – considerate le fosche premesse della vigilia – lecchiamoci le dita e consoliamoci considerando che non tutto il male vien per nuocere. Con un vittoria, infatti, la società avrebbe potuto scegliere altre vie negli ultimi giorni di mercato e i tifosi – mai premiati per equilibrio nei giudizi – sarebbero già a pregustare un illusorio piazzamento europeo.

Mister Juric esce trionfante da questo primo esame stagionale. Il suo Genoa ha subito dimostrato di possedere un'identità, un canovaccio preciso, in cui i singoli si muovono con disinvoltura. Merito del croato, ma anche della qualità conferita ala manovra da un Veloso irriconoscibile (in meglio) rispetto a quello di un anno fa e di un Bertolacci che per il Milan forse sarà inadeguato ma per certi livelli è un lusso da tenere stretto e sfruttare alla grande.

Anche la retroguardia è stata convincente: prova ne sia il numero ridottissimo di intervento – neppur uno miracoloso – cui è stato costretto l'attento Perin. L'ultimo arrivato Rossettini ha ovviato alla scarsa conoscenza di compagni e schemi offrendo una prova che sufficiente anche in fase di inizio azione: non è un fulmine di guerra, ma risponde a certe esigenze. Al suo fianco, ecco un Biraschi sempre più convincente ed un Gentiletti che ha cominciato la stagione come aveva finito la scorsa: su ottave eccellenti.

Certi giudizi, però,hanno il crisma della provvisorietà: il calcio d'agosto, anche coi tre punti in palio, è ingannevole e non va ignorato che il team neroverde, senza più Pellegrini e Defrel, è fortemente indebolito e in avanti schiera una batteria di ficcanti contropiedisti ma nessun autentico sfondatore. Sabato, ospite la Juve a Marassi, la solidità difensiva del Grifo sarà sottoposta ad un esame ben più probante: non solo a livello di retroguardia, ma anche in fase di filtro nella zona mediana, dove i due titolari non spiccano per capacità di interdizione. E qui ci si deve collegare ancora agli ultimi giorni di compravendita: che sia Rolon o qualche altro, serve un cagnaccio, così da sgravare da eccessive responsabilità il pur promettente Omeonga.

Le note dolenti, come ampiamente previsto, si localizzano in avanscoperta. I tre calciatori impiegati inizialmente hanno svolto il compitino, rendendosi autori di qualche spunto felice, ma in fase di concretizzazione hanno latitato spaventosamente. Taarabt sarà anche un talento fulgido, ma ha tonnellate di ruggine da scrollarsi di dosso, mentre Pandev è utile nel gioco di cucitura ma assente in zona gol e Galabinov, all'esordio in A, non appare in grado di fare la differenza. Ovvio, con Lapadula punta centrale il tasso di pericolosità è destinato a salire, ma l'ex milanista non potrà bastare. Si punta parecchio su Centurion, ma sin quando il più insidioso degli esterni sarà un quindicenne – complimenti, comunque, a Salcedo e a chi ha avuto il coraggio di lanciarlo – gli orizzonti del Genoa non potranno essere dorati. Purtroppo nel settore le alternative sono numericamente esuberanti, ma qualitativamente scarse: un handicap d'organico che potrebbe incidere parecchio sugli obiettivi e sui destini stagionali dei rossoblù.

Intanto, auguriamoci che, se partirà - come probabile – Laxalt, sia sostituito decorosamente. Dei due esterni di centrocampo è di gran lunga il più funzionale, e perderlo sarebbe una considerevole “diminutio”. Certo, nell'economia del gioco genoano sarebbe di gran lunga preferibile privarsi di Lazovic – come sempre gradevole in qualche spunto e fumoso per gran parte del match – ma il serbo continua a godere in seno al Genoa di una considerazione sproporzionata rispetto al mediocre rendimento offerto sinora.

Pierluigi Gambino