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L’intervista impossibile: “Criscito il nuovo leader e più di un pensiero a Casa Genoa”TUTTO mercato WEB
martedì 17 luglio 2018, 10:41Vetrina
di Carlo Dellacasa
per Genoanews1893.it

L’intervista impossibile: “Criscito il nuovo leader e più di un pensiero a Casa Genoa”

“Non è immaginabile poter cominciare questo campionato con un fardello del genere - parte secco, tono burbero - troppi elementi nella rosa non permettono di concentrarsi su quelli che realmente possono e devono aspirare ad essere i principali interpreti del canovaccio tattico del mister. In più credo che manchino comunque ancora un paio di elementi.” Non lascia nulla al caso, lo sguardo che punta lontano, chissà dove. Lui è così, un uomo di calcio, prestato al calcio, votato al calcio, sacrificato al calcio.

Questo Genoa ha i presupposti per poter fare un campionato dignitoso, ha individualità di un certo livello, ha esperienza, qualche giovane interessante.” Insomma sembrerebbe un giudizio positivo, è corretto? “Assolutamente no, è tutto in divenire. Il lavoro che dovrà fare il tecnico Ballardini - che si è dimostrato sempre persona seria e preparata - è enorme. Sulle sue spalle adesso pesano quei tre miracoli al capezzale del moribondo Grifone quando a campionato in corso è stato chiamato a salvarlo. Ora non è più il tempo dei miracoli. Ora è il tempo dei fatti concreti, della costruzione, delle “incazzature” al telefono per trovare le giuste pedine da inserire e quelle da sfoltire. In questo ritiro Ballardini deve mettere le fondamenta tattiche di una squadra, una identità che deve essere ben compresa dagli interpreti. Lo schema di base con cui si vorrà proporre il gioco. Ci vogliono gerarchie ben precise e rispettate all’interno dello spogliatoio. Non ci saranno più elementi come Perin, Cofie, Rigoni (solo per citarne alcuni) che avevano comunque un peso specifico notevole per il loro valore umano. Ora è fondamentale che queste figure vengano sostituite da altri leader che credano nel Genoa come realtà calcistica cittadina e nazionale di prim’ordine. Il valore di una squadra è banale sottolineare come non sia solo dato dalla somma dei suoi elementi, ma soprattutto dalla coesione tra di loro. In quest’ottica bisogna fare un doppio applauso alla società e al giocatore, per l’acquisto di Mimmo Criscito. Un giocatore di valore assoluto che avrebbe potuto giocare ancora qualche anno ad altissimi livelli in squadre superiori ma che ha preferito mantenere fede alla sua promessa e tornare là dove aveva iniziato la sua carriera. Una scelta da uomo e da leader!

La società sembra quindi che si sia mossa bene sul mercato: “Il mercato è un tassello imprescindibile nel mosaico Genoa. Ma una società moderna, che ha delle aspirazioni (e soprattutto in una piazza carica di storia come quella rossoblù) non può fermarsi a quello. Di vitale importanza diventa la programmazione pluriennale verso delle immobilizzazioni forti che vadano a creare quella che io vedo come Casa Genoa. C’era un progetto a Cogoleto, non è importante adesso perché e per come non si sia attuato, ma quella deve essere una strada da battere vagliando le molteplici possibilità che ne derivano per attuarla. Una società ha bisogno di immobilizzazioni, ha bisogno di strutture, ha bisogni di campi, ha bisogno di una incubatrice per il proprio settore giovanile. Questo necessariamente diventa il futuro di una società sana. Avere la propria casa nella quale identificarsi, nella quale seminare e veder crescere i calciatori del domani. I conti sembra che siano finalmente sotto controllo, adesso è strategico pensare a Casa Genoa”

Si parla dello stadio di proprietà, tanto di moda in questo periodo. “Sono boiate! Soprattutto se questo pregiudica un progetto tecnico. Le strutture devono essere funzionali a uno sviluppo armonico. Lo stadio può diventare, e diventerà una priorità, quando ci saranno basi solide su cui poterlo poggiare. Senza fastidiose e scomode comproprietà. Figuriamoci se io debbo dividere casa mia col mio avversario e trovarmi ogni settimana i suoi ospiti nelle mie stanze! La valutazione è stata fatta, ci sono passi da fare che investono politica, ristrutturazione, ammodernamento. Sono spese che al momento possono essere pianificate? a fronte di quali ricavi concreti? e poi sinceramente ci siamo mai chiesti se si vuole che i tifosi stiano a casa (pay tv) o allo stadio (biglietti)? Meglio sarebbe, allora, investire per ritrovarsi un domani in casa i nuovi Perin, El Shaarawy. La fortuna del Genoa è tutta nelle mani di uno tra i più competenti “talent scout” (spero mi passerà il termine) che ci siano in circolazione: Sbravati. Ma la società deve dare in mano a questa risorsa le migliori attrezzature possibili. Per me un punto nevralgico per il futuro di qualsiasi società moderna.”

Lasciamo il capitolo Genoa; solo un pensiero su CR7 alla Juventus: “il giocatore, per la sua carriera non è assolutamente in discussione. Per l’Italia è una grande possibilità per ritrovare credibilità a livello internazionale. Qualche occhio in più sarà rivolto al nostro campionato. Ma Ronaldo non è la panacea ad ogni male. Da solo non farà vincere la Coppa dei Campioni, da solo non potrà risollevare il movimento calcistico nostrano. Di sicuro il suo arrivo è una grande chance per tutti. Ma va sfruttata da tutti. Deve diventare quasi un dovere da parte di ogni addetto ai lavori. Alla fine, per come la viviamo certe volte noi in Italia, deve quasi diventare una condanna: la condanna a fare un passo avanti, per forza! Società di calcio e tifosi, governance sportiva e politica. Uno a caso dei mille aspetti che mi vengono in mente è quello della lotta alla contraffazione. Una maglietta ufficiale ha un valore intrinseco incommensurabile rispetto a una contraffatta. Ronaldo si ripagherebbe solo per quello. Lo dicono tutti, bravi. Lo devono però fare tutti… Le società con prezzi più popolari, magari con repliche ufficiali, e i tifosi comprando solo quelle. ”

Ma anche dopo i ringraziamenti per l’intervista arriva l’ultimo pensiero: “Forse il calcio ha perso tanto della sua poesia e io divento quasi anacronistico, ma forse di poesia è da anni che non ne ha più bisogno, per giocare a calcio e far provare un brivido alla fin fine bisogna verticalizzare!

Chissà perchè ma in questa sera d'estate ti ho immaginato così, forse troppo accomodante. Sicuramente aperto a tutto. A pensare ancora al tuo calcio, quello che ti ha dato la vita e col quale ci hai salutato.

Ciao Prof!