Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / genoa / Copertina
Al di là del pari inatteso, si respira un'aria nuova
domenica 21 ottobre 2018, 12:32Copertina
di Franco Avanzini
per Genoanews1893.it

Al di là del pari inatteso, si respira un'aria nuova

La partita di Torino, dall'ottica rossoblù, si è resta ad una doppia chiave di lettura: da una parte il risultato, dall'altra la prestazione. Riguardo al primo, è impossibile negare che – considerato il fantastico ruolino di marcia di Madama, il pareggio sia una storica impresa. Impossibile altresì ignorare che una capolista così assopita, fiacca, presuntuosa e forse con la mente già rivolta alla Champions abbia enormemente favorito il Grifone in svariate circostanze, prima fra tutti l'episodio del pareggio, con risvolti assolutamente inediti.

Non è offensivo scrivere che le colpe dei padroni siano state maggiori degli indubbi meriti di un avversario che ha affrontato l'impegno con la mente libera di chi ha ben poco da perdere. Più che nel palo timbrato da Cristiano Ronaldo - ma sullo 0-0 – la benevolenza degli astri si è manifestata nella non comune latitanza della schiacciasassi di Allegri.

Premesso dunque che una Juve sufficientemente tonica avrebbe lasciato a secco anche il miglior Genoa possibile, riconosciamo le qualità contingenti di una squadra, quella ospite, che non ha perpetrato un furto e, soprattutto, ha offerto di una gara così ispida l'interpretazione ottimale, cercando di tenere aperto il match in un primo tempo di sofferenza per poi tentare la via del recupero nella ripresa e, una volta conquistato, mostrare estrema compattezza nel difenderlo sino al fischio conclusivo.

Che il rendimento potesse essere più elevato rispetto ai tempi ballardiniani, si è subito evinto dallo schieramento tattico: quel 3-5-2 che il ravennate aveva regolarmente accantonato, indebolendo la cerniera di centrocampo ed esponendo la terza linea alle folate di qualsiasi antagonista. Tale formula era resta piuttosto antipatica a Juric, che – contrariamente allo scorso anno, prima dell'inevitabile esonero – si è però immediatamente piegato di fronte alla sua superiore efficacia rispetto ad un 3-4-1-2 troppo audace e ballerino.

Anche i cambiamenti in formazione hanno marchiato a fuoco la prova collettiva e l'esito finale. L'infortunio occorso a Spolli – in qualche mese trasformatosi da baluardo incrollabile a punto debolissimo – è stato una manna dal cielo, anche più dei recenti impegni in Nazionale che hanno spinto il mister ad accantonare Hiljemark, sinora parente alla lontana di quello ammirato la scorsa primavera. Lo svedesone, alla lunga, potrà tornare a dimostrarsi più utile alla causa rispetto a Bessa, il quale ha avuto il merito di non sciupare l'opportunità ricevuta: al di là dell'inzuccata vincente, una recita complessivamente accettabile in un ruolo che è nelle sue corde.

L'aria nuova, però, è provenuta dalla sorpresa in terza linea: l'esordio assoluto di Romero, un giovane che, finalmente guarito da un infortunio, ha saputo crescere gradatamente come fuori età nelle file della formazione Primavera e nei recenti allenamenti con la prima squadra ha convinto il croato a preferirlo al più collaudato Gunter. All'impatto con la serie A, l'argentino non ha provato la tremarella, ostentando – a fianco di qualche comprensibile ingenuità – velocità, tempismo, determinazione e anche felice propensione ad avviare l'azione: gli atout di un difensore moderno.

E' presto, beninteso, per parlare di un Grifone rigenerato dalla terapia d'urto di Juric: occorre almeno una riprova attendibile, e la prossima sfida con l'Udinese cade proprio a fagiolo. Nel frattempo plaudiamo al radicale ringiovanimento di undici base che a Torino presentava sei under 25 e due soli Over 30, Romulo e Criscito. Dati che confortano certamente il Joker (proteso a cercare altri vitelli d'oro, oltre all'ormai affermato Piatek) ma anche una tifoseria stufa da tempo di vedere all'opera un Genoa ricco quasi esclusivamente di calciatori sul viale del tramonto.

PIERLUIGI GAMBINO