Una VAR...iabile contro il Genoa

Se visto e rivisto al Var il gol del possibile 2-3 a favore del Grifone è corretto annullarlo, tanti, troppi dubbi, rimangono sul fallo al 94’ subito da Pandev in piena area da parte di Florenzi.

Nel primo caso Var attentissima a rilevare lo scarpino di Piatek (non il busto o la gamba, ma solo lo scarpino) che una dozzina di secondi prima del gol si attarda sull’azione che avrebbe portato al meritato gol di Lazovic.

Var solerte, precisa, inappuntabile (forse troppo), ma bene così. Vorrà dire che questo è il metro con il quale verrà passata ai raggi x tutta la partita, giusto?

Eppure al minuto 94 su cross pulito arriva la spinta a due mani (aggiungiamoci anche una gamba) da parte di Florenzi ai danni di Pandev pronto a impattare il pallone di testa. Il macedone spizza. Per l’arbitro tutto regolare.

La decisione di Di Bello può anche essere concepibile, anche se il rigore appare netto, ma incomprensibile appare la decisione del Var di non intervenire. Così solerte a rilevare uno scarpino in fuorigioco prima e miope nel verificare una spinta palese ai danni dell’attaccante Rossoblu. Certo dare un rigore a una manciata di secondi dalla fine, a Roma, con il clima che si è respirato per tutto l’incontro, non era decisione da prendere serenamente.

Ma il fallo c’è. Punto.

Più che i fischi, comunque arrivati all’indirizzo dei giallorossi, non sarebbe potuto accadere. Dopo Genoa Spal forse ci sarebbe dovuta essere più attenzione per il Grifone, non perché bisogna “compensare” qualcosa, ma semplicemente perché una partita di calcio - alla fin fine - smuove qualche milione di euro per un posto in più o in meno in classifica. E di questi tempi non sono cose da poco...

Se si usa un metro (meglio centimetro) prima, che lo si usi sempre. Il Genoa, ma anche la bellezza del sistema calcio, ne ha bisogno. Viva il Var se “normalizza” tutte le partite, altrimenti si pensi a qualche altra tecnologia per aiutare l’arbitro, ma - per cortesia - si trovi una soluzione equa.