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A Firenze ultima chiamata per Maran, una attacco le uniche armi salvezza
sabato 5 dicembre 2020, 10:03Copertina
di Pierluigi Gambino
per Genoanews1893.it

A Firenze ultima chiamata per Maran, una attacco le uniche armi salvezza

Inutile girare attorno alla realtà: in caso di sconfitta, Maran farebbe le valigie. Sì che Preziosi appare meno riluttante rispetto al passato a divorare l'allenatore di turno, ma il quarto ko consecutivo renderebbe obbligatorio un rimescolamento anche a livello di panchina, nella speranza che il distacco dalla zona salvezza non diventi abissale. Il trainer trentino ha esperienza da vendere e spalle larghe, ma questa sua precarietà di sicuro non è il viatico migliore per affrontare un vero e proprio spareggio.

Fortuna che neppure i viola stanno veleggiando col vento in poppa: anzi, tutto il contrario. L'ambiente fiorentino è ancor più tumultuoso di quello rossoblù e il malcontento sale, anche considerate le vere ambizioni cullate dai due club a bocce ferme. In Toscana il mister iniziale è già stato sollevato, a beneficio di un volpone del nostro calcio, Cesare Prandelli, ora ai box per Covid. Un personaggio amato dal popolo viola per i suo vecchi trascorsi in riva all'Arno, ma la sua recente attività – compresa la breve permanenza alla guida del Grifone  - ha lasciato parecchio perplessi riguardo alla sua efficacia nella veste di medico.

La Fiorentina era e resta un'incompiuta, con una difesa piuttosto allegrotta (nonostante i miracoli del portiere Dragowski) e un attacco privo di cannonieri particolarmente prolifici (Vlahovic, l'ex Kouamé e Cutrone non sembrano all'altezza). In teoria, il centrocampo dovrebbe essere fortissimo, perlomeno da Europa League, con individualità del calibro di Castrovilli, Amrabat, Pulgar e Bonaventura e mezze punte come il fuoriclasse Ribery (frenato solo dai 35 anni) e Callejon, ma la mancanza di un “mastino” che recuperi palla e forse anche di un uomo di regìa risulta pesantissima.

Insomma, se l'Atene rossoblù piange, la Sparta viola non ride, e a livello di aspettative nn rispettate, i locali stanno ancora peggio degli ospiti.

Sulla carta è indubbio che quei po' di fantasisti nell'organico viola possano fare la differenza al cospetto di un Genoa assai meno ricco di talento, ma la partita resta apertissima, senza che l'ex Badelj e compagni siano da considerarsi vittime sacrificali. Il dibattito riguardo al modulo tattico mai come stavolta appare sterile: tra il 4-4-2 e il 3-5-2 la differenza risiede solo nella posizione dinamica tenuta da Pellegrini, terzino sinistro con vocazione all'offesa. Dopo le ultime amarezze, piuttosto, sarebbero da cambiare gli interpreti, ma il cassetto delle potenziali alternative appare ancora vuoto, sicchè aspettiamoci un Grifone prudente e, almeno inizialmente, teso a concedere ad avversari tecnicamente così provvisti il minor spazio operativo possibile. Con un'infermeria così piena, si profila un'unica eventuale variazione sul tema: il fresco diciannovenne Rovella al posto di Sturaro o di Lerager, due che non stanno brillando in tema di tonicità. In difesa è pronto Masiello, a sostituire uno dei titolari, tutti bocciati dai giudizi post-Parma, ma non ci possono aspettare musiche assai più soavi.

In avanti, spazio ancora a Scamacca e Shomurodov, confidando che il mister faccia tesoro della recente lezione e tenga in campo l'uzbeko sino in fondo. Lui e il bomberone romano in teoria costituiscono una coppia ben assortita e funzionale, ma sarebbe assurdo pretendere che facciano le pentole e i coperchi senza adeguata collaborazione dai centrocampisti. E qui si torna a... bomba: in mezzo, il tasso di velocità e la propensione alla corsa sono bassissimi.

                                       PIERLUIGI GAMBINO