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E' un Genoa in riserva di energie, non basterà battere lo SpeziaTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 22 aprile 2021, 11:48Copertina
di Pierluigi Gambino
per Genoanews1893.it

E' un Genoa in riserva di energie, non basterà battere lo Spezia

E' un Genoa stanco e in riserva di energie quello che dovrà giocarsi la salvezza negli ultimi drammatici capitoli di campionato. Come previsto, il Cagliari ha espugnato Udine e crediamo proprio che farà bottino pieno anche nel prossimo turno, contro una Roma protesa mentalmente alla sfida col Manchester United. Francamente, prevedere un Grifo con la permanenza in A già acquisita prima di scendere in campo alla Sardinia Arena nell'epilogo stagionale inizia ad essere un azzardo: un altro motiva di notevole apprensione, Di sicuro la quota punti necessaria per sfangarla, dopo gli esiti del turno infrasettimanale, è cresciuta pazzescamente, Occorrerà battere a tutti i costi lo Spezia nell'anticipo di sabato, ma non potrà bastare quest'exploit per sentirsi a cavallo.

Ancor prima di fare di calcolo, comunque, si sarebbe dovuto affrontare il Benevento con ben altro spirito, ben più battagliero e propositivo. Purtroppo, i nodi stanno venendo al pettine. Una squadra imbottita di Over 30 non regge un campionato intero e ancor meno tre partite in una settimana. Sfiancatosi contro il Milan per... uscire sconfitto, il Grifo ha affrontato un avversaria diretta assolutamente alla portata con le gambe molli e la mente confusa.

Ovviamente, gli episodi incriminati – quei due gol ospiti che gridano vendetta – chiamano in causa pesantemente Radovanovic, che da qualche settimana ha accresciuto la propria esasperante lentezza. Tutta sua la responsabilità sul rigore targato 0-1, mentre può condividere la colpa del raddoppio giallorosso con tutti i compagni di reparto, che hanno concesso a Lapadula – che non è Lukaku, e noi a Genova l'abbiamo capito sulla nostra pelle – di involarsi verso la porta di Perin con una strabiliante disinvoltura.

A scongiurare due volte il peggio ha dovuto provvedere Goran Pandev, un 38enne che ha già ufficiosamente annunciato il proprio ritiro dal calcio dopo gli Europei. Per carità, i gol non hanno età, ma è giusto chiedersi cos'abbiano combinato i suoi ben più giovani partners, che hanno latitato dall'inizio alla fine. Destro ha avuto tra i piedi il pallone del 3-2 e l'ha ciccato, ma non è che, nel finale, Pjaca ed Eldor abbiano dato segni di vita. E qui dobbiamo porci un quesito: possibile che un bomber come Scamacca, decisivo a Parma e comunque vivace anche a San Siro nonostante quel tocco jellato, sia uscito dai radar in una gara così importante? Improvvisamente, un ragazzo di vent'anni, teoricamente il più fresco e vigoroso, è diventato la quinta punta. Un'assurdità.

Al di à di.quesat scelta, l'andamento lentissimo della gara – in specie dopo l'intervallo – insinua il sospetto che Zio Balla temesse di lasciarsi le penne e si fosse accontentato di non perdere, in specie dopo aver preso atto della facilità con la quale gli attaccanti giallorossi si sono resi pericolosi e... prolifici in avvio di partita. Nessuno più del trainer, che segue quotidianamente i giocatori, ha il polso della situazione e, anche a giudicare dalle sue ultime dichiarazioni, non ha mai spinto il suo Genoa all'arrembaggio. A conti fatti, forse ha avuto ragione a non concedere il contropiede ai sanniti. Lui era consapevole, evidentemente, che la macchinosità della manovra è sintomo di un appannamento generale, soprattutto tra i difensori, tutti assai datati.

Detto di Scamacca, non ce la sentiamo di muovere altre critiche al mister, costretto a fare fuoco con la modestissima legna di cui dispone, ma il solo fatto che contro gli uomini di Inzaghi, balbettanti anch'essi in terza linea, siano stati schierati tre difensori in mezzo ed in più, sulla fascia, un quarto gendarme come Biraschi, inadatto a costruire, misura compiutamente i limiti di quest'organico ricco di lacune. L'unico vantaggio rispetto alle avversarie dirette risiede nella... storia: la sofferenza, in casa Genoa, è una costante. Ed è indubbio che da qui a metà maggio ci sarà da patire, eccome.

                                            PIERLUIGI GAMBINO