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TMW RADIO - Bisoli: "Inter candidata allo Scudetto, ma occhio alla Juve. Astori? Un grande"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 4 marzo 2021, 19:31Serie A
di Dimitri Conti

TMW RADIO - Bisoli: "Inter candidata allo Scudetto, ma occhio alla Juve. Astori? Un grande"

Pierpaolo Bisoli ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'allenatore Pierpaolo Bisoli è intervenuto a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: “Ho una nuova nipotina, Vittoria, diventare nonno è una grandissima soddisfazione. Sono molto felice, è bella e bravi i genitori: complimenti però anche a noi nonni!”.

Normale che chi ha cambiato allenatore abbia sofferto?
“Come cosa è molto strana... Fino a un mese fa allenavo la Cremonese e vi dico che imparare è davvero difficile: ogni volta devi aspettare l'esito dei tamponi, e c'è dispersione di energie mentali nel gruppo in quell'attesa. Non esistono differenze tra casa e fuori, senza il pubblico: la situazione va a favore dei giovani e a sfavore di quelli che invece hanno bisogno degli stimoli della gente. Vediamo risultati strani proprio per questo: in un momento così drammatico per il paese, però, almeno c'è svago e sollievo nel vedere tutte queste partite”.

Come spiegarsi l'esito dell'esperienza di Di Francesco al Cagliari?
“Eusebio è bravo e deve pensare che avrà una carriera lunga: può esserci quella stagione o due in cui toppi. Se riesci a entrare in sintonia con società e giocatori ottiene risultati, poi certo, ci vogliono i valori. Per me il Cagliari li aveva, non credo neanche che Semplici abbia stravolto la situazione ma con una nuova mentalità, e facendosi prendere bene dai giocatori, ha infilato due vittorie”.

Spinazzola avrebbe potuto fare di più senza problemi fisici?
“Il suo motore deve essere sempre al top, e si vede quando succede perché salta l'uomo come pochi. Non lo conoscevo ma me l'avevano dato mezzala/esterno alto: vuoi per intuito, o fortuna, gli dissi che dovevo provarlo terzino sinistro. Lui all'inizio era molto restio, ma poi si è messo a fare esercitazioni con me, e a metà girone d'andata aveva già richieste dalla Serie A. Gli dissi che no, sarebbe rimasto fino a fine anno, poi in A ci è andato. Un altro di cui si intravedevano le qualità era Mancini: lo prendemmo a zero dalla Fiorentina che non ci avevo creduto. Il procuratore voleva fargli cambiare aria ma lui disse che preferiva rimanere, e infatti nel girone di ritorno è entrato in campo e non è più uscito. Nasce come centrocampista centrale, ha grandi qualità tecniche e di personalità: non ha paura di giocare la palla”.

Come lo vede il Nainggolan 2.0 a Cagliari?
“Si è responsabilizzato, ha fatto una scelta di vita e dato continuità all'anno scorso. Lo vedo molto più equilibrato e maturo”.

Da quale neo-promossa è più sorpreso?
“Le ho affrontate tutte e tre l'anno scorso e ad impressionarmi più di tutte era stato lo Spezia: un'identità di gioco davvero importante, facemmo 0-0 ma difendendoci ad oltranza. Fino ad oggi i risultati gli stanno dando ragione, però sono di nuovo lì, vicini alla zona retrocessione. Il Benevento lo scorso anno ha fatto un campionato a parte, qualcosa di irripetibile: merito a Inzaghi e ai suoi giocatori, ma anche alla società, di aver fatto qualcosa che è rimasto nella storia della Serie B”.

Juric è un po' ingiustificatamente offuscato?
“No, anzi: per me è papabile per la Panchina d'Oro, invece di darla sempre a chi vince il campionato. Anche quest'anno lotta nelle prime dieci posizioni dopo aver rivoluzionato la squadra con giocatori semi-sconosciuti. Il mio voto è di sicuro a lui”.

Sta rivedendo il Defrel che conosceva?
“Non voglio dare consigli a De Zerbi, ma dico solo che se non lo usi con continuità, Defrel non riesci a sfruttarlo perché è più facile vederlo meglio nell'ultima mezz'ora che all'inizio. Per me è un giocatore ancora forte, e nel pieno”.


L'Inter vincerà lo Scudetto?
“Ho visto la partita col Genoa, e c'era una squadra nettamente superiore, che avrebbe potuto segnare un gol ogni azione che creava. Giocando una partita a settimana ha il vantaggio di poter preparare meglio le partite. La società, sposando Conte e Marotta, ha fatto capire che anche se ci vanno giù pesante, seguono quel pensiero. Oggi è la prima candidata, ma non dimentichiamoci che se la Juventus riuscisse a tornare sotto, avrebbe ancora la squadra più forte della Serie A”.

L'Empoli è favorito per vincere la Serie B?
“A livello di squadra e organico è una delle tante, ce ne sono di meglio e penso per esempio a Lecce e SPAL, ma come gioco stanno dimostrando di meritarsi la Serie A”.

Quindi a Dionisi diamo la Panchina d'Argento?
“Sicuramente sarà in ballo, aveva già fatto bene l'anno scorso a Venezia e se vincerà il campionato potrà ambire ancora più su”.

Il Cesena è nel girone migliore della Serie C?
“Sì, è quello più combattuto. Nel C tanto la Ternana ha già vinto, e possono fare gli scongiuri che vogliono, nell'A giusto un paio in lotta, ma il B ha tante squadre illustri. In teoria adesso ci sarebbe il Perugia in testa, il Cesena sta facendo molto bene anche se non ha l'organico per certe lotte. Mi sembra davvero un bel campionato! E non dimentichiamo il Sudtirol... Conosco molto bene il loro ds, uno poco chiacchierato ma davvero bravo, che ha voglia di incidere: mi ha sempre detto di aver trovato una società modello anche se si parla di una realtà con pochi spettatori. Il loro progetto mi intriga davvero tanto”.

Barella è il miglior centrocampista italiano?
“In quanto a completezza sì, perché abbina qualità e quantità allo stesso modo. Per diventare un top ed essere paragonato ai grandi, gli mancano però 7-8 centimetri di altezza”.

Non lo fa notare troppo il gap...
“No, ma infatti non è un problema mio, semmai di quelli che parlano del calcio nei termini giusti. A Cesena anche io giocavo il primo passaggio sulla punta fisica, ma era l'anticalcio, oggi invece diventa costruzione dal basso”.

Oggi sono tre anni senza Astori.
“Una persona, oltre al calciatore che è stato, di valore. Quando l'ho avuto io era molto giovane, ma aveva già dei grandi valori: con lui avevo un rapporto splendido. Astori è stato un grande, e sarà sempre ricordato”.