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City-Atalanta, i voti ai tecnici. Guardiola spaziale, Gasperini incudine
Un secondo tempo spaziale manda il Manchester City a quota 9 nel proprio girone, dominando sopra Shakhtar e Dinamo Zagabria a 4. L'Atalanta va in vantaggio con Malinovskyi, ma poi il plotone di esecuzione si ricorda le munizioni e incomincia a sparare. Finisce con una cinquina che fa male ai nerazzurri, nonostante che si possa ripartire dalla prima, ottima, mezz'ora.
JOSEP GUARDIOLA 7,5 - Al di là della netta superiorità dei suoi giocatori, tecnicamente e fisicamente - in panchina c'erano Bernardo e David Silva, oppure Gabriel Jesus - preferisce giocare con due centrocampisti difensivi al posto di Otamendi per far partire il gioco sin dall'inizio, dai centrali. Per più di mezz'ora rimane imbrigliato nelle sue convinzioni, ma poi il gioco e i campioni fanno la differenza. Il suo City ha un'idea di calcio davvero sviluppata, bellissima e affascinante, quanto crudele. Gli basta poco per vincere.
GIAN PIERO GASPERINI 5,5 - Il voto è da dividere tra primo e secondo tempo, quando cambia Masiello e Gomez, perdendo identità e qualche metro, retrocedendo de Roon. Avrebbe perso comunque, va detto, ma quella che in campionato potrebbe essere una scelta ragionata, in Champions diventa l'inizio della fine. Brera avrebbe detto che gli italiani devono sapere prenderle (e perdere dignitosamente). Lui preferisce giocarsela fino in fondo: spesso, in campionato, gli va bene. Qui deve ancora imparare.
JOSEP GUARDIOLA 7,5 - Al di là della netta superiorità dei suoi giocatori, tecnicamente e fisicamente - in panchina c'erano Bernardo e David Silva, oppure Gabriel Jesus - preferisce giocare con due centrocampisti difensivi al posto di Otamendi per far partire il gioco sin dall'inizio, dai centrali. Per più di mezz'ora rimane imbrigliato nelle sue convinzioni, ma poi il gioco e i campioni fanno la differenza. Il suo City ha un'idea di calcio davvero sviluppata, bellissima e affascinante, quanto crudele. Gli basta poco per vincere.
GIAN PIERO GASPERINI 5,5 - Il voto è da dividere tra primo e secondo tempo, quando cambia Masiello e Gomez, perdendo identità e qualche metro, retrocedendo de Roon. Avrebbe perso comunque, va detto, ma quella che in campionato potrebbe essere una scelta ragionata, in Champions diventa l'inizio della fine. Brera avrebbe detto che gli italiani devono sapere prenderle (e perdere dignitosamente). Lui preferisce giocarsela fino in fondo: spesso, in campionato, gli va bene. Qui deve ancora imparare.
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