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L'insensata ossessione per la convocazione azzurra di Mario Balotelli e le ragioni di Mancini. Intanto il ct ha praticamente già scelto la rosa per l'EuropeoTUTTO mercato WEB
domenica 17 novembre 2019, 08:31Editoriale
di Marco Conterio

L'insensata ossessione per la convocazione azzurra di Mario Balotelli e le ragioni di Mancini. Intanto il ct ha praticamente già scelto la rosa per l'Europeo

Nato a Firenze il 5 maggio 1985, è caporedattore di Tuttomercatoweb.com. Già firma de Il Messaggero e de La Nazione, è stato speaker per Radio Sportiva e per RMC Sport.
La domanda sgorga quasi spontanea, per abitudine e per sensazionalismo. "Balotelli?". Roberto Mancini che ha tanto pelo sullo stomaco quanto ciuffo, è ben abituato e preparato. Risponde che in questa Italia non c'è posto per Mario, quello che è la storia esatta di mille però, di altrettanti ma e di un appellativo Super che sembra il ricordo d'un tempo. Balotelli è finito alla recenti cronache per un pallone scagliato di rabbia al cielo di Verona e l'amara citazione di Albert Einstein fatta da parte di Maurizio Sarri è l'amaro specchio dei tempi. "Esiste solo una razza, quella umana". Però siam qui a discutere di colori, di come difenderli, proteggerli, di come spiegare al buio dell'intelletto che siamo unici ma uno solo. Balotelli è finito all'onore delle storiche cronache anche per le celeberrime balotellate e pure per un atteggiamento che con lo spogliatoio e con alcuni tecnici combaciava ben poco. Il rispetto alla piazza Brescia è dovuto e sottinteso ma se quello che era considerato il miglior talento italiano, a ventinove anni, gioca in una neopromossa in cerca di riscatto, allora le domande sono d'obbligo. Avrebbe i colpi per sfondare? Sì. Lo ha fatto? No. La fotografia è chiara.

Per questo l'ossessione "convocherà Balotelli" non ha più ragion d'esistere. E' il riferimento avanzato di un Brescia che stenta e che lui non trascina. Voleva esser stella polare ma ancora non ci sta riuscendo, l'augurio è che inverta la rotta ma i lumi attuali hanno luce sfocata e dai pochi sogni all'orizzonte. Ha fatto due gol mentre i suoi teorici contendenti, Ciro Immobile e Andrea Belotti, sono rispettivamente a quattordici e sei gol fatti in Serie A. Roberto Mancini convocherà solo due punte e non ci sono dubbi, non devono esserci: i nomi devono essere quello del laziale e del granata, perché le gerarchie sono stabilite, la forza di una Nazionale sta anche nel gruppo e questi ragazzi hanno ora finalmente un manico degno d'esser chiamato tale.


Intanto il ct ha di fatto già scelto la rosa per l'Europeo, c'è pochissimo spazio per i tentativi. "Non penso a nuovi innesti perché i tempi sono stretti ed è difficile che ciò possa avvenire, abbiamo poche partite e la scadenza di giugno è troppo vicina per pensare a esperimenti", ha detto ieri Mancini. Se sui portieri, Donnarumma, Sirigu e Meret, non ci son dubbi, dietro Chiellini recupererà a marzo e dunque ci sarà. Bonucci e Acerbi gli altri due centrali, il quarto sarà più Romagnoli di Mancini. Terzini: Florenzi nonostante il posto perso, cambiare aria a gennaio gli farà bene. Poi Emerson Palmieri, Spinazzola e un nome ancora in ballo tra i vari Izzo, Di Lorenzo e D'Ambrosio. In mezzo Verratti, Jorginho, Barella, Sensi, Pellegrini e Zaniolo che alla fine sarà del gruppo se continuerà a rispondere sul campo a Capello. Per Tonali ci sarà tempo, per Castrovilli idem. E davanti? Belotti e Immobile, per quanto detto prima. Poi Insigne, Chiesa, Bernardeschi. Tecnicamente manca solo un posto e qui potrebbe arrivare la sorpresa con Berardi o la conferma con El Shaarawy. Oppure un nome nuovo, qui, o anche un altro difensore o centrocampista considerando la polivalenza di Zaniolo. Ecco qua: il rendimento di ognuno di questi è alto e già ingranaggio dell'Italia. Perché, allora, l'ossessione Balotelli?