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...con Razvan Zamfir
“Roma favorita ma occhio al Cluj: Debeljuh uomo mercato. Fonseca mi piace, lo seguivo in Portogallo. Caputo arrivato tardi in A, bravo De Zerbi. Bari, prova a risalire”
“La Roma ovviamente parte favorita, ma il Cluj in Europa ha sempre fatto bene. L’unico problema è che nella rosa della squadra rumena ci sono alcuni infortunati e altri colpiti dal Covid, ma Petrescu è un grande allenatore e saprà come sopperire a questa situazione”. Così a TuttoMercatoWeb Razvan Zamfir, ex direttore sportivo del Cluj con un passato anche in Italia, al Bari.
I punti di forza del Cluj?
“Il gruppo. L’organizzazione del tecnico. Ogni calciatore sa cosa deve fare. È una squadra tosta, sa cosa deve fare. Dokovic è l’uomo mercato, così come Debeljuh che ha fatto bene con me all’Hermannstadt, una prima punta, un giocatore fisico”.
E la Roma?
“Farà un bel campionato. Fonseca è un buon allenatore, lo conosco dai tempi del Pacos Ferreira. Con il Portogallo quando ero al Cluj abbiamo sempre fatto delle operazioni. Il mister ha fatto un percorso di crescita importante, a Roma sta facendo un grande lavoro nonostante i problemi societari che ci sono stati. Ha messo la sua impronta, il giusto mix tra calcio italiano e portoghese”.
Lei segue molto il calcio italiano. La squadra che le piace di più?
“Il Sassuolo. De Zerbi è stato un nostro giocatore al Cluj, ho un buon ricordo. Era il tipico numero dieci, tirava bene le punizioni, in Romania era molto amato. E poi c’è Ciccio Caputo, l’ho avuto a Bari e siamo nati lo stesso giorno. Il 6 agosto. Ciccio è un ottimo attaccante e una grande persona, è arrivato tardi in Serie A, non so come sia stato possibile. Avrebbe dovuto giocare a questi livelli già tanti anni fa”.
Il suo ex Bari insegue la Serie B.
“La Serie C è difficile. Il girone del Sud è quello più complicato. Poi l’anno scorso c’era la Reggina. Quest’anno c’è la Ternana. Il Bari gioca bene, ma ci sono anche gli avversari. Fare il salto di categoria non è facile. Devi avere anche la giusta dose di fortuna. Cosa puoi rimproverare ad una società che ha fatto i punti del Bari?”.
Se arrivasse una chiamata dall’Italia?
“Sono stato bene. E anche la mia famiglia ha un bel ricordo dell’Italia, un posto molto bello per la vita personale e calcistica. L’Italia è il paese numero uno al mondo come qualità della vita. E anche le persone sono molto alla mano. A Bari ho vissuto tre anni e mezzo molto belli, al Sud ti senti a casa. Tornerei in Italia con grande piacere. Lavorare nel vostro paese è il massimo per ogni calciatore e dirigente. Ma oggi c’è la pandemia, è difficile spostarsi e programmare. Sono tempi complicati. Speriamo finisca presto il Covid e che le cose si mettano a posto”.
I punti di forza del Cluj?
“Il gruppo. L’organizzazione del tecnico. Ogni calciatore sa cosa deve fare. È una squadra tosta, sa cosa deve fare. Dokovic è l’uomo mercato, così come Debeljuh che ha fatto bene con me all’Hermannstadt, una prima punta, un giocatore fisico”.
E la Roma?
“Farà un bel campionato. Fonseca è un buon allenatore, lo conosco dai tempi del Pacos Ferreira. Con il Portogallo quando ero al Cluj abbiamo sempre fatto delle operazioni. Il mister ha fatto un percorso di crescita importante, a Roma sta facendo un grande lavoro nonostante i problemi societari che ci sono stati. Ha messo la sua impronta, il giusto mix tra calcio italiano e portoghese”.
Lei segue molto il calcio italiano. La squadra che le piace di più?
“Il Sassuolo. De Zerbi è stato un nostro giocatore al Cluj, ho un buon ricordo. Era il tipico numero dieci, tirava bene le punizioni, in Romania era molto amato. E poi c’è Ciccio Caputo, l’ho avuto a Bari e siamo nati lo stesso giorno. Il 6 agosto. Ciccio è un ottimo attaccante e una grande persona, è arrivato tardi in Serie A, non so come sia stato possibile. Avrebbe dovuto giocare a questi livelli già tanti anni fa”.
Il suo ex Bari insegue la Serie B.
“La Serie C è difficile. Il girone del Sud è quello più complicato. Poi l’anno scorso c’era la Reggina. Quest’anno c’è la Ternana. Il Bari gioca bene, ma ci sono anche gli avversari. Fare il salto di categoria non è facile. Devi avere anche la giusta dose di fortuna. Cosa puoi rimproverare ad una società che ha fatto i punti del Bari?”.
Se arrivasse una chiamata dall’Italia?
“Sono stato bene. E anche la mia famiglia ha un bel ricordo dell’Italia, un posto molto bello per la vita personale e calcistica. L’Italia è il paese numero uno al mondo come qualità della vita. E anche le persone sono molto alla mano. A Bari ho vissuto tre anni e mezzo molto belli, al Sud ti senti a casa. Tornerei in Italia con grande piacere. Lavorare nel vostro paese è il massimo per ogni calciatore e dirigente. Ma oggi c’è la pandemia, è difficile spostarsi e programmare. Sono tempi complicati. Speriamo finisca presto il Covid e che le cose si mettano a posto”.
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