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Marino Bartoletti: "Addio Signor Michelotti da Parma"TUTTO mercato WEB
mercoledì 19 gennaio 2022, 19:31Altre Notizie
di Redazione TMW

Marino Bartoletti: "Addio Signor Michelotti da Parma"

Se n’è andato a 91 anni Alberto Michelotti.
Anzi, il “Signor Michelotti da Parma”, come venivano annunciati una volta gli arbitri.
E, Signore, “Miclòtt” lo era davvero: per quanto umili fossero le sue origini della Parma povera dell’Oltretorrente. A tredici anni, unico maschio di casa, aveva dovuto prendere in mano la famiglia (mentre la mamma e la nonna si arrangiavano andando a vendere con un carretto le poche cose del loro orto). Quella mano con cui sapeva svitare il bullone di un autocarro nell’officina che aveva messo in piedi con tanti sacrifici. Quella mano che tendeva forte, leale e sincera ai capitani famosi all’inizio di ogni partita, facendo loro capire che la sua unica regola era il rispetto: il rispetto reciproco. Con lui, in campo, si poteva scherzare (non gli mancava il senso della battuta): ma mai imbrogliare! E men che meno fare gli arroganti: lo impararono a loro spese anche calciatori famosissimi
Arrivò all’arbitraggio molto tardi.

Esordì in Serie A a 38 anni, quando oggi molti “fischietti” sono già considerati vecchi.

Ma si impose come un direttore di gara di grande credibilità: e anche di grande autorevolezza, complice la sua stazza fisica che a petto in fuori faceva valere contro qualche calciatore, come dire, duro di comprendonio. Grazie alla sua autorevolezza e alla sua “bellezza” atletica fu molto apprezzato anche all’estero. Soffrì con molta dignità la mancata designazione ai Mondiali del ’78, quando gli venne preferito Gonella (che poi arbitrò la finale).
Diresse la sua ultima partita, Napoli-Juventus, a 51 anni (allora si poteva): nello stadio in cui aveva esordito tredici anni prima. Sugli spalti, al suo ingresso in campo, apparve uno striscione con scritto: “Alberto, tu si 'na cosa grande”. Altri tempi!
Se n’è andato un grande arbitro, ma soprattutto un grande (e generosissimo) uomo. Per quando mi riguarda anche un amico: con cui parlavo di opera lirica e soprattutto del “suo” Giuseppe Verdi.
Ciao “Don Carlo”! Ti piacevano la musica, le opere e i costumi: ma dubito che sul campo avresti mai indossato la divisa fucsia.