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I tormentoni sono giunti quasi tutti alla fine. Leao, Rabiot, Skriniar, Milinkovic-Savic e Zaniolo: per amore di piazza e progetto avrebbero dovuto già firmare. Tutta questione di milioni e di offerte faraoniche all'esteroTUTTO mercato WEB
mercoledì 18 gennaio 2023, 06:42Editoriale
di Marco Conterio

I tormentoni sono giunti quasi tutti alla fine. Leao, Rabiot, Skriniar, Milinkovic-Savic e Zaniolo: per amore di piazza e progetto avrebbero dovuto già firmare. Tutta questione di milioni e di offerte faraoniche all'estero

Inviato di Tuttomercatoweb, è in RAI con 90° Minuto, Calcio Totale e Notte Azzurra. Ha lavorato con Radio RAI, Il Messaggero, Radio Sportiva e La Nazione
Editoriali di alcuni mesi fa aprivano con questi temi: i problemi rinnovi. Dunque le grandi d'Europa all'assalto di Rafael Leao e il Milan che voleva evitare a ogni costo di ripetere gli errori fatti con Gianluigi Donnarumma, Franck Kessie ed Hakan Calhanoglu, ovvero di arrivare lungo su trattative da chiudere prima, in un senso o nell'altro. Rinnovo o addio. Oggi la Supercoppa, poi l'avvocato, il padre, l'entourage e chi più ne ha più ne paghi rivedranno Paolo Maldini e Frederic Massara per trovare un'intesa sulla qualel c'è "cauto ottimismo". 6,5 milioni a stagione e 1,2 di bonus sono un'offerta che farà andare il Milan oltre il tetto degli ingaggi e che poi rischierà pure di aprire un varco nello spogliatoio, perché altri poi potranno iniziare a bussare per chiedere aumenti et similia. Sarà poi un rinnovo per blindare Leao tout court? O il Chelsea, che si è permesso di pagare 108 milioni di euro Mykhailo Mudryk dallo Shakhtar Donetsk, o il Paris Saint-Germain, potranno arrivare a Milano con oltre cento milioni facendo vacillare i rossoneri?

Skriniar e il PSG
Mesi fa aprivano con questo tema: Milan Skriniar e la disfida aperta tra Inter e Paris Saint-Germain. In soldoni, che son tanti: i parigini offrono oltre 9 milioni all'anno per lo slovacco, l'Inter circa 6. Non solo: Al-Khelaifi garantisce anche una pesante cifra alla firma per giocatore ed entourage. I tifosi chiedono, pregano e implorano Skriniar affinché firmi il rinnovo in nerazzurro ma al netto dei buoni intenti, dell'amor patrio e della voglia di non perdere un simbolo, realizzino che se Skriniar avesse voluto farlo, avrebbe già rinnovato. Ieri, l'altro ieri, il giorno prima ancora e così via. Perché Giuseppe Marotta gli ha fatto un'offerta e davanti a una proposta ci sono tre strade: accettare, rifiutare o tergiversare. La terza non fa certo rima con amore incondizionato per una piazza o per un progetto, ça va sans dire.


Il caso Rabiot
Così Adrien Rabiot, lui ancor più vicino al Rubicone della scadenza. Ieri nuovo round, la madre che vede la Juventus, la Juventus che si spinge fino a vette già esplorate da ingaggi faraonici per un centrocampista (7 all'anno) e il francese che osa: 10 a stagione e le commissioni di contorno da non scordare. Pure qui: la società crede che Rabiot sia il giocatore giusto attorno a cui costruire il futuro, un irrinunciabile e un introvabile in Europa per caratteristiche e via discorrendo? Arrivi alla doppia cifra. Altrimenti, pur al netto del valore di un calciatore oramai tra i migliori interpreti in Europa, capisca che con quei soldi, con quegli ingaggi, si riesce a puntellare una rosa in più reparti e che altrettanto con uno stipendio simile si rischia di creare un forte squilibrio nello spogliatoio, in modo quasi tafaziano. Si fidi delle sue idee, del suo scouting, la Juve, e magari scelga pure in panchina chi sappia fare altrettanto.

Milinkovic Savic e Zaniolo
Una storia, questa, che vale per molti. Amor patrio, amor proprio o scelte da professionista, lecite, che hanno ben poco a che vedere con lo sposare una causa pur di rinunciare a una piccola fetta delle proprie ambizioni? E' un discorso che vale a Roma, per Sergej Milinkovic-Savic e per Nicolò Zaniolo. Il serbo avrebbe già da tempo potuto rinnovare con la Lazio ma non l'ha fatto. Il nazionale azzurro altrettanto coi giallorossi. Hanno richieste, pretese e obiettivi leciti. Le società lo capiscano e nessuna delle parti in causa venda più una cosa ai tifosi che attendono e sperano. La parola amore. Si tratta di scelte, di lavoro, di professionisti davanti al bivio della carriera e del conto in banca. Comprensibile, giustificabile, e tutto quel che è intorno a questo concetto. Ma nulla di più lontano dai sentimenti.