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Grosso, la conferenza completa: tra scaramanzie, tattica e il legame col PescaraTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
sabato 15 dicembre 2018, 17:30Primo Piano
di Anna Vuerich
per Tuttohellasverona.it
fonte www.hellasverona.it

Grosso, la conferenza completa: tra scaramanzie, tattica e il legame col Pescara

Che tipo di verifica è quella contro il Pescara? Questa è una partita importante, come le sono tutte. Conosciamo le insidie e rispettiamo i nostri avversari, però la nostra intenzione è quella di continuare da dove abbiamo lasciato nell'ultima gara. Ci siamo allenati bene e abbiamo preso una boccata d'aria: per noi era importante fare una grandissima partita a Benevento. Ora lo step successivo è quello di continuare, e per continuare dobbiamo tutti quanti pretendere qualcosa in più da noi stessi. Fondamentale è riuscire a ripetere una gara di grandissima determinazione e grandissima intensità contro un avversario di valore, sapendo che abbiamo le qualità per continuare il percorso intrapreso.

Questa mattina c'era il Presidente a Peschiera. Ha incontrato la squadra? Le ha detto qualcosa di particolare? Ha seguito tutto l'allenamento dall'inizio e poi alla fine ci ha radunato e ci ha detto di continuare, di credere nelle nostre qualità e di riproporle in campo come abbiamo fatto a Benevento, come ho detto poco fa a voi. Questa è una partita importante perché arriva in un momento particolare: dare continuità a quello che abbiamo fatto a Benevento diventa un obiettivo primario, e per riuscire a dare continuità, ripeto, dobbiamo essere in grado di pretendere tanto da noi stessi, mettere in campo qualcosina in più per i compagni. Questo è il nostro obiettivo per la partita di lunedì.

Il Bentegodi avrà un impatto particolare questa volta? Ritornano i tifosi, ma c'è ancora la contestazione in corso. Non mi piace fare gli appelli, perché ho tanto rispetto della gente che viene a vederci: questa gente ha sempre seguito il Verona e lo seguirà sempre. Credo però che questo gruppo nuovo e questi ragazzi meritino il sostegno e l'appoggio della gente. Credo che con queste cose tutti quanti saranno in grado di dare quel qualcosina in più che in questo momento diventa determinante per superare un avversario che rispettiamo moltissimo, ma a cui abbiamo molta voglia di saltare addosso.

(L'intervistatore ride) Gliel'hai detto al Presidente di restare a casa, visto che non c'era a Benevento? (Grosso ride) No, no, non mi sono permesso. Non credo in queste fatalità, perché sarebbe troppo riduttivo. Io credo soltanto nel lavoro, e questa squadra sta lavorando bene, con grande determinazione e con grande spirito di sacrificio, che sono le basi e le caratteristiche che determinano certi tipi di percorsi. Noi dobbiamo capire che per avere continuità nelle partite bisogna avere continuità negli allenamenti. 

Chi è il giocatore più scaramantico? Non mi sono informato su questo perché, come ho detto poco fa, provo a levare le scaramanzie; poi credo che ognuno di noi abbia dei rituali che prova ad usare, però meno ce ne sono e più si crede nel lavoro e più penso aumentino le possibilità di riuscire a migliorare.

Vuoi dirmi che tu non hai avuto scaramanzie nemmeno nel giorno della finale dei mondiali? Il mio pensiero è che, se dovessi ripeterle ogni volta, si vincerebbero troppo spesso troppe partite, quindi penso che non vengano determinate dai riti. Sicuramente poi le abitudini che ritornano le abbiamo tutti, ma io credo fortemente nel lavoro e cerco di inculcare questa mentalità nei ragazzi. Sono contento di come stanno rispondendo. Abbiamo fatto una bella prova a Benevento, ma non deve bastare: il nostro desiderio è quello di continuare ad avanzare rispettando gli avversari. Tutti. Non è una frase di rito: tutte le partite sono molto complicate ma, affrontate con la rabbia e la determinazione giuste, penso che abbiamo le qualità per poter tornare ad essere protagonisti come siamo stati domenica.

A proposito di abitudini, ti togli l'abitudine di avere Crescenzi. Molto probabilmente sì, anche se ci teneva tanto a partecipare a questa partita. Purtroppo non ho le ultime notizie perché abbiamo appena terminato l'allenamento, però ieri che è uscito era molto dolorante. Credo quindi che per questa partita non sarà a disposizione, ma sono convinto che ci sarà un compagno pronto per poterlo sostituire e fare altrettanto bene.

Sette o otto almeno di quelli che sono stati a Benevento saranno in campo il Pescara? Abbiamo ancora a disposizione due allenamenti, che sono tanti. Quindi potrei rispondervi e poi potrebbe succedere qualcosa, quindi in questo momento il gruppo nella sua pienezza sta bene, perché si stanno allenando anche giocatori importanti che stanno giocando poco, e questo è determinante per poter alzare la competitività. Chi va in campo sente questa responsabilità di avere fuori dei ragazzi altrettanto importanti che non vedono l'ora di scendere in campo.
Proprio prima di questo allenamento ho detto che è fondamentale per me che tutti mi mostrino il desiderio di essere protagonisti, ma che poi sappiano riconoscere che abbiamo tutti quanti la stessa maglia, che è una maglia prestigiosa, una maglia che ha un tifo molto importante. Insieme dobbiamo essere capaci di rendere orgogliosa la gente che ci viene a vedere.



Manca Crescenzi, ma manca anche Balkovec squalificato. Sulle fasce sarà una rivoluzione forzata, in difesa. A proposito di difesa, per la prima volta abbiamo visto un Verona che non ha subito reti, in quel di Benevento, anche grazie a Coda che ha fatto un "patatrac", ma poi alla coppia Dawidowicz-Marrone, che ha determinate caratteristiche. Puoi parlare un po' della linea difensiva per questa gara? Ancora non ho bene in mente come ci presenteremo in campo, ma come ho detto poco fa abbiamo tanti interpreti che possono farlo, sia tra quelli di ruolo ma anche tra quelli che potrebbero adattarsi e farlo molto bene. Lo dico sempre a loro e, quando dico le cose, non le dico per fare contenti chi mi ascolta. Le dico perché ci credo. Credo nelle caratteristiche di questa squadra, ho fiducia nelle qualità dei miei giocatori.
Di volta in volta poi il mio ruolo determina il fatto che io debba fare delle scelte, ma queste scelte non sono fatte per bocciare o promuovere qualcuno. Sono fatte perché qualcuno può pensare di fare qualcosa rispetto a un'altra, però per me la cosa importante è che tutto il gruppo sia partecipe, come sta facendo in questo momento, perché in un campionato così difficile avere tanta qualità dev'essere un punto a favore e non a sfavore. Noi questo lo stiamo capendo, quindi al di là degli interpreti, al di là del pensiero che io posso fare prima di una partita, per me la cosa più importante è che tutti si allenino come stiamo facendo ora. Io di questo sono orgoglioso, ed è proprio per questo che io non faccio appelli. Dico però che questo è un gruppo che lavora con forte determinazione, anche se poi a volte purtroppo non si vede, perché in campo ci sono anche gli avversari e perché questo è un gruppo nuovo, perché ci sono tanti ragazzi giovani. Sono convinto che loro, sentendosi incoraggiati e appoggiati, riescano ad esprimere le loro qualità.

Nelle scelte di queste ultime giornate, si è visto poco (solo per 45 minuti) Liam Henderson, che è un calciatore che conosci benissimo per averlo lanciato in Italia con il Bari. Come mai c'è l'assenza di un uomo che precedentemente era stato una presenza fissa in campo? Noi siamo una squadra che è stata costruita per proporre il gioco. In mezzo al campo abbiamo molti giocatori di qualità e pochi di quantità, infatti in un periodo è stato proposto anche Pawel, perché la squadra ha bisogno di equilibrio. Quando siamo andati in difficoltà, in alcune partite, siamo stati più volti costretti a fare quello che non ci piace e non avevamo tante caratteristiche per poterlo fare.
Ho in Liam una fiducia incredibile, perché riconosco tutte le sue qualità, però poi quando vado a fare le scelte devo farle per dare un equilibrio totale alla squadra. In queste ultime partite gli ho preferito altri compagni, ma questo non significa che ho "bocciato" quelli che non sono stati protagonisti, perché sono convinto che torneranno a essere importanti come sono stati in passato.

Dal punto di vista personale, il Pescara per te è un ritorno alle radici e anche alla tua nascita come calciatore. Qual è la sensazione? Mah, la nascita come calciatore non direi, perché sono stato valorizzato da altre parti: sono nato a Roma, ma ho vissuto tutta la mia infanzia a Pescara. Ci trascorro le vacanze estive, ma da otto anni con la mia famiglia abbiamo deciso di rimanere a vivere a Torino, dove mi sono fermato da giocatore. A Pescara quindi conosco tanta gente, ma questo nella partita di lunedì non determinerà niente: ho già avuto modo di affrontarli, conosco tutte le caratteristiche della città, quindi non c'è da rinnegare niente. Sono stato e sto benissimo a Pescara con gli amici che ho di sempre, infatti ho un grande gruppo di amici, ma ripeto: questo non determina niente per la partita di lunedì perché io sono l'allenatore del Verona e insieme ai miei giocatori ho tanta voglia di ottenere i tre punti con i miei ragazzi per continuare quello che abbiamo intrapreso nella partita di Benevento.

Questo Verona, quando ha vinto, escluso Carpi, lo ha sempre fatto per un gol. Un Verona che deve riuscire a segnare di più, perché è sempre un po' poco. Hai fatto una bella riflessione, perché proprio di questo ho parlato in settimana con i ragazzi. E perché fare la partita che abbiamo fatto a Benevento e riuscire a sbloccarla nel momento in cui l'abbiamo sbloccata noi e trovare gli avversari in dieci... Ed è quello il momento in cui bisogna continuare a tenere il piede schiacciato sull'acceleratore. Invece noi l'abbiamo un po' lasciato e abbiamo rischiato di compromettere una partita che avevamo iniziato e abbiamo giocato con grandissima qualità e molta personalità. Ovviamente questa è una caratteristica che ti viene con il tempo, con la fiducia e la consapevolezza di credere in quello che si fa e di capire che, continuando a farlo nella durata della gara, sicuramente hai più probabilità di chiudere le gare prima di quanto siamo stati in grado di fare noi fino ad oggi. Questo è un obiettivo che ci siamo prefissati e continuiamo a lavorare per provare a raggiungerlo.

Continuando a parlare di attacco, come Danzi e Zaccagni, così è stato per Tupta all'inizio. Ha avuto le sue possibilità; alcune le ha sapute sfruttare, altre un po' meno. Lo ritieni, in questo momento, capace e pronto per subentrare e trovare finalmente quella rete che potrebbe farlo sbocciare? Se devo essere sincero, per me Lubo quando ha giocato l'ha fatto con molta personalità e non è facile farlo nella nostra squadra, perché abbiamo tanti interpreti, soprattutto nel reparto avanzato. Ovviamente non è facile per lui scendere in campo, perché scende con tante aspettative e anche tanta pressione, però penso che sia stato in grado di gestirla, perché ha fatto delle partite importanti, perché non ci dimentichiamo che penso sia stato uno dei migliori in campo quando abbiamo giocato a Crotone, è stato fondamentale poi quando è entrato con lo Spezia e ci ha determinato la partita, facendoci sbucare in una azione sulla destra che è poi stata conclusa da Zaccagni. Io credo tanto nelle sue qualità. Come dico a loro però, non è facile dimostrarlo a tutti, perché ovviamente nelle partite si gioca in 11 e 3 entrano. Sono convinto però che nell'arco della stagione tutti quanti i giocatori, come è stato fino ad adesso, siano stati protagonisti nelle gare in cui abbiamo fatto bene e altrettanti giocatori siano stati protagonisti nelle gare in cui non abbiamo fatto bene, quindi non c'è chi, mettendolo in campo, ci risolve le partite. Questo lo credo da sempre, perché se ci fosse giocherebbe tutte le partite.

Dopo 15 giornate, le certezze del tuo Verona quali sono? Le mie certezze sono quelle di avere una squadra con tanti interpreti bravi e che sta migliorando, sta crescendo e si sta conoscendo, e sta scoprendo che, in questa categoria, le basi fondamentali per poter ottenere risultati non sono quelle di avere delle qualità tecniche, ma sono quelle di avere una grande determinazione, un grande spirito di sacrificio, da mettere quotidianamente e poi ritrovare la domenica. Quindi, al di là di chi scende in campo, è importante che questo gruppo si crei perché in questo campionato è fondamentale avere una squadra unita e compatta che tenda tutta insieme a ottenere un risultato importante, che è quello che vogliamo ottenere noi.

A Benevento, tra le note positive, Danzi. Quando avevi deciso di puntare su Andrea? E lunedì sera può essere il momento per confermarlo e quindi dargli un'ulteriore chance e responsabilità? Quello che io vi dico, lo dico anche a loro (spesso, non tutto, perché sarebbe impossibile). Con Andrea sono stati mesi che potevano essere difficili, se non avesse avuto la testa di un giocatore importante, perché è un ragazzo che si è sempre allenato benissimo, che è molto intelligente, che ha uno spirito importante, che durante l'arco iniziale di questo campionato ha avuto poche occasioni. Tante volte è andato in tribuna. A volte io ci ho parlato, ripetendogli le frasi che dico a voi, e cioè che doveva continuare a fare quello che stava facendo, perché aveva tutte le qualità nell'immediato, nel futuro prossimo e anche lontano per dimostrare le sue grandissime doti.
Prima di questa partita vi avevo già risposto che avevo intenzione di andare a fare una partita di qualità a Benevento, perché se ci fossimo rintanati, se avessimo aspettato l'occasione per fare gol, penso che avremmo fatto più fatica di quella che in realtà abbiamo fatto. Quindi per poter fare la partita ho pensato che ci fosse bisogno di più qualità e quindi ho fatto questa scelta, che è stata ripagata perché Andrea è un giocatore che penso abbia fatto una grandissima partita. So, ma già lo sapevo, che ho un giocatore in più, perché non ho mai avuto la possibilità di metterlo in campo, ma non avevo grandi dubbi.
Per quello che sarà ora, ripeto, abbiamo ancora due giorni per valutarlo e vedremo se potrà essere il caso di fargli fare un'altra partita.

Con la squalifica e gli infortuni sulla linea difensiva, probabilmente rivedremo Almici con la maglia da titolare e dopo c'è il ballottaggio sulla parte di sinistra tra Empereur ed Eguelfi. Questa sicuramente è una possibilità, però non è l'unica, perché abbiamo giocatori come Almici ed Eguelfi che hanno le qualità per poter giocare la partita, però ne abbiamo anche altri che potrebbero adattarsi in queste posizioni. Non è determinante il ruolo che si occupa, quando tutta la squadra è predisposta per poter fare un gioco corale.

Ieri è tornato a rivestire la maglia gialloblù un giocatore che tu hai avuto a Bari, Alessandro Berardi. Purtoppo Tozzo ha avuto un infortunio con conseguente operazione che l'hanno messo ko. Noi Berardi lo conosciamo già, ma come è nata questa scelta di tesserare Berardi? E quanto è importante Alessandro dentro allo spogliatoio? Io l'ho conosciuto l'anno scorso. Ci dispiace tantissimo per l'infortunio che ha avuto Andrea, però c'era la necessità di tesserare un altro portiere e penso che Alessandro abbia tutte le caratteristiche per essere importante, al di là del numero delle partite che giocherà