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...con Joao Silva
“La mia vita in Cina dopo il Coronavirus: mascherine obbligatorie, al ristorante distanti e nessuno di fronte. Taglio stipendi? Qui non ce lo hanno chiesto. Italia, resisti: voglio tornare”
“Fratelli italiani, non mollate”. Il messaggio ai tempi del Coronavirus arriva dalla Cina, dall’attaccante del Nantong Zhiyun, Joao Silva - ex tra le altre di Bari e Palermo - intervistato da TuttoMercatoWeb
Joao Silva, come vive la situazione in Cina dove pare che il peggio sia passato?
“Sono tornato a casa prima che iniziasse il virus. Sono stato a casa un mese e poi il 5 marzo mi hanno detto che sarei dovuto tornare perché in Cina era tutto sicuro e che non c’erano più problemi. Quando sono arrivato ho assistito dei controlli pazzeschi. Sono rimasto dieci ore sull’aereo perché la gente poteva entrare in aeroporto lentamente”
Dopo l’arrivo in Cina, immagino abbia fatto la quarantena.
“Si. E poi ho raggiunto i miei compagni. Ora qui sembra che il problema sia superato e la vita prosegue regolarmente, ma con delle precauzioni”.
Ad esempio?
”Alcuni negozi hanno riaperto, i ristoranti anche. Ma i controlli sono continui ed è obbligatorio l’uso della mascherina”.
Quali precauzioni vengono adottate adesso che l’emergenza è stata superata?
“Ad esempio è obbligatorio l’uso della mascherina, ma qui era già un’abitudine. Poi al ristorante la gente si siede un po’ distante, ad esempio quando andiamo a mangiare ci sediamo tutti dallo stesso lato per non avere persone di fronte. A volte quando vai a fare shopping ti misurano la temperatura. E ovviamente bisogna sempre lavare le mani”.
L’ombra del nemico invisibile resta...
“Servirà pazienza, è una prova dura. Rimanere chiuso in casa casa è pazzesco. Nella vita in generale i primi mesi anche in Italia credo che ci saranno controlli dappertutto. Appena il virus sparirà le cose piano piano torneranno normali. Cambierà tanto a livello economico perché questa è una crisi. Il virus sta facendo disastri”.
Anche in Cina vi hanno chiesto di ridurvi lo stipendio?
“No. In Cina è stata accusata la crisi economica ma nessuno ha mai parlato di taglio di stipendi. Però, se se ne parla in Italia evidentemente c’è una logica e bisogna tutelare determinate categorie. Anche i club soffrono di questa situazione. Il virus farà male”.
Il suo messaggio per l’Italia?
“Resistete, siate forti soprattutto mentalmente. Rimanete a casa. Anch’io voglio tornare il prima possibile in Italia, un grande paese”.
Vorrebbe tornare anche per una nuova sfida nel nostro campionato?
“Si. Sono stato quattro anni. E ho vissuto belle emozioni. Non vedo l’ora che tutta questa situazione finisca. Mi piacerebbe tornare, ma prima bisogna sconfiggere il virus”.
Joao Silva, come vive la situazione in Cina dove pare che il peggio sia passato?
“Sono tornato a casa prima che iniziasse il virus. Sono stato a casa un mese e poi il 5 marzo mi hanno detto che sarei dovuto tornare perché in Cina era tutto sicuro e che non c’erano più problemi. Quando sono arrivato ho assistito dei controlli pazzeschi. Sono rimasto dieci ore sull’aereo perché la gente poteva entrare in aeroporto lentamente”
Dopo l’arrivo in Cina, immagino abbia fatto la quarantena.
“Si. E poi ho raggiunto i miei compagni. Ora qui sembra che il problema sia superato e la vita prosegue regolarmente, ma con delle precauzioni”.
Ad esempio?
”Alcuni negozi hanno riaperto, i ristoranti anche. Ma i controlli sono continui ed è obbligatorio l’uso della mascherina”.
Quali precauzioni vengono adottate adesso che l’emergenza è stata superata?
“Ad esempio è obbligatorio l’uso della mascherina, ma qui era già un’abitudine. Poi al ristorante la gente si siede un po’ distante, ad esempio quando andiamo a mangiare ci sediamo tutti dallo stesso lato per non avere persone di fronte. A volte quando vai a fare shopping ti misurano la temperatura. E ovviamente bisogna sempre lavare le mani”.
L’ombra del nemico invisibile resta...
“Servirà pazienza, è una prova dura. Rimanere chiuso in casa casa è pazzesco. Nella vita in generale i primi mesi anche in Italia credo che ci saranno controlli dappertutto. Appena il virus sparirà le cose piano piano torneranno normali. Cambierà tanto a livello economico perché questa è una crisi. Il virus sta facendo disastri”.
Anche in Cina vi hanno chiesto di ridurvi lo stipendio?
“No. In Cina è stata accusata la crisi economica ma nessuno ha mai parlato di taglio di stipendi. Però, se se ne parla in Italia evidentemente c’è una logica e bisogna tutelare determinate categorie. Anche i club soffrono di questa situazione. Il virus farà male”.
Il suo messaggio per l’Italia?
“Resistete, siate forti soprattutto mentalmente. Rimanete a casa. Anch’io voglio tornare il prima possibile in Italia, un grande paese”.
Vorrebbe tornare anche per una nuova sfida nel nostro campionato?
“Si. Sono stato quattro anni. E ho vissuto belle emozioni. Non vedo l’ora che tutta questa situazione finisca. Mi piacerebbe tornare, ma prima bisogna sconfiggere il virus”.
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