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...con Budan
“Higuain-Chelsea, che feeling. Piatek-Milan, il mercato non ha più regole: la maglia rossonera pesa. Genoa, Pjaca mi piace. Favilli? Troppi cambi di allenatore. Boateng e il Barça, come Albertini”
“Higuain ha qualche anno in più rispetto all’esperienza con Sarri a Napoli, ma con il tecnico toscano è diventato un uomo mercato da cento milioni. Al Chelsea ritroverà il feeling con il suo ex allenatore”. Così a TuttoMercatoWeb l’ex attaccante di - tra le altre - Parma e Palermo, Igor Budan.
Il Milan ha preso Piatek per sostituire Higuain. Trentacinque milioni più bonus. Troppi?
“Il mercato non ha più regole. Il calcio è business, tutti sono in vendita. Da tempo le bandiere non esistono più. Come fai a rifiutare una plusvalenza del genere? Bravo il Genoa ad acquistarlo e valorizzarlo”.
Tredici gol valgono la chiamata del Milan?
“Io tredici gol li ho fatti in una stagione e sono rimasto a Parma (sorride, ndr). È sempre difficile prevedere se un attaccante che segna si ripeterà. Sarebbe bello saperlo in anticipo. La maglia del Milan pesa. Se hai qualità il primo anno è facile, poi viene il difficile. Sarebbe stato più giusto rimanere al Genoa, ma a quasi quaranta milioni non si può dire no”.
Il Genoa pensa a Pjaca. Le piace?
“Mi piace da tanto tempo. Le sue qualità si vedevano fin dall’inizio. Non credevo avesse difficoltà a Firenze. Per me è un giocatore importante. Pjaca è forte, mi auguro trovi la sua collocazione ideale. Il Genoa è una piazza con grande tifo, non manca nulla per fare bene. Non è una punta centrale, rende più da esterno”.
Favilli non sembra godere di grande considerazione.
“A volte capita. Guardate Zapata: a Bergamo le prime giornate non riusciva a segnare, piovevano critiche. Il Genoa ha cambiato allenatore più volte, un giocatore fa fatica a capire tutte le dinamiche. Io tra Venezia e Palermo di allenatori ne ho cambiati tanti, parlo per esperienza: quando subentra un nuovo tecnico devi calarti subito nella mentalità e capire le indicazioni”.
Il vero colpo a sorpresa è stato Boateng al Barça...
“Probabilmente non se l’aspettava neanche lui. Le sue qualità non sono in discussione. Mi ricorda Albertini, non è male andare al Barça: ora può anche smettere (sorride, ndr)”.
Visti da ex: Spezia e Palermo, che ne pensa?
“Con Angelozzi hanno dato vita ad un progetto importante, quando arrivano tutti parlano di progetto triennale ma poi la volontà è sempre quella di andare su immediatamente. Il Palermo deve andare in Serie A, ha blasone e importanza per ritrovare la massima serie”.
Il Milan ha preso Piatek per sostituire Higuain. Trentacinque milioni più bonus. Troppi?
“Il mercato non ha più regole. Il calcio è business, tutti sono in vendita. Da tempo le bandiere non esistono più. Come fai a rifiutare una plusvalenza del genere? Bravo il Genoa ad acquistarlo e valorizzarlo”.
Tredici gol valgono la chiamata del Milan?
“Io tredici gol li ho fatti in una stagione e sono rimasto a Parma (sorride, ndr). È sempre difficile prevedere se un attaccante che segna si ripeterà. Sarebbe bello saperlo in anticipo. La maglia del Milan pesa. Se hai qualità il primo anno è facile, poi viene il difficile. Sarebbe stato più giusto rimanere al Genoa, ma a quasi quaranta milioni non si può dire no”.
Il Genoa pensa a Pjaca. Le piace?
“Mi piace da tanto tempo. Le sue qualità si vedevano fin dall’inizio. Non credevo avesse difficoltà a Firenze. Per me è un giocatore importante. Pjaca è forte, mi auguro trovi la sua collocazione ideale. Il Genoa è una piazza con grande tifo, non manca nulla per fare bene. Non è una punta centrale, rende più da esterno”.
Favilli non sembra godere di grande considerazione.
“A volte capita. Guardate Zapata: a Bergamo le prime giornate non riusciva a segnare, piovevano critiche. Il Genoa ha cambiato allenatore più volte, un giocatore fa fatica a capire tutte le dinamiche. Io tra Venezia e Palermo di allenatori ne ho cambiati tanti, parlo per esperienza: quando subentra un nuovo tecnico devi calarti subito nella mentalità e capire le indicazioni”.
Il vero colpo a sorpresa è stato Boateng al Barça...
“Probabilmente non se l’aspettava neanche lui. Le sue qualità non sono in discussione. Mi ricorda Albertini, non è male andare al Barça: ora può anche smettere (sorride, ndr)”.
Visti da ex: Spezia e Palermo, che ne pensa?
“Con Angelozzi hanno dato vita ad un progetto importante, quando arrivano tutti parlano di progetto triennale ma poi la volontà è sempre quella di andare su immediatamente. Il Palermo deve andare in Serie A, ha blasone e importanza per ritrovare la massima serie”.
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