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"Non ho paura di annegare". Così Gattuso sfida Ringhio StarTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
giovedì 12 dicembre 2019, 08:00Il corsivo
di Marco Conterio

"Non ho paura di annegare". Così Gattuso sfida Ringhio Star

Gennaro Gattuso ha scelto il suo posto nel mondo. E' un mare tempestoso con una barca alla deriva, in acque nostrane. L'orizzonte dell'Europa come porto sicuro e quello che sembrava il suo Mediterraneo è diventata una Fossa delle Marianne. Carlo Ancelotti, Luna Rossa che diventa il Titanic, lo scoglio delle multe, l'iceberg dello spogliatoio e il Napoli a picco. Gennaro Gattuso l'ha chiamato e s'è confrontato, senza paura. Ha il pregio di dare l'impressione di sapersi e volersi sempre mettere a nudo con profonda schiettezza, per natura più che per strategia. L'arte della guerra in un cassetto, Sun Tzu ben in mente ma c'è più psicologia che trincea nel lavoro che Ringhio dovrà fare. Aurelio De Laurentiis da subito ha sbagliato, la prima stecca nell'incipit di una conferenza stampa dove ha preteso fosse un suo monologo senza ammissione di domande. "Chiamatelo Ringhio Star". Il problema della lussuria sono gli eccessi e la boria, le luci della ribalta scambiate come fonte di sole, luce e ossigeno. Gennaro Gattuso ha parlato da uomo del suo, da quarantaduenne che nulla ha fatto ancora in carriera, perché se il curriculum parla chiaro, ha vinto solo un play-off di Serie C. Sicché dargli di star, sentire l'eco di "è un campione del Mondo", da parte del Napoli, va in direzione direttamente opposta a quel che ora serve alla formazione azzurra. Una scossa ma pure normalità. Perché Carlo Ancelotti sì, che era una stella, con l'argenteria del palmares a fargli da contorno. Ha fallito e steccato, non è più l'ora dei processi e dei colpevoli e lo sa anche lo stesso allenatore. "Amo il mare, qui rischio d'annegare ma non ho paura". E' la sintassi di quaranta minuti di conferenza stampa, dove ha protetto il gruppo, non ha parlato di un singolo, ha rigettato il mercato. Ha raccontato le sue origini e dove ha messo a nudo la sua bacheca da allenatore. Sincero e schietto. Il primo passo per la scossa c'è. Lo capisca anche De Laurentiis, le luci della ribalta devono essere dei giocatori. Sono loro, alla fine del circo, a mettere il Napoli dove meriterà sulla mappa del calcio italiano e internazionale. In acque d'Europa, magari, quella che conta. Prima che l'iceberg s'avvicini troppo.