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Andrea Agnelli si gioca la Juventus e apre un ciclo mai visto coi grandi ex. Pirlo una scelta coraggiosa, presto lo raggiungeranno Buffon e Chiellini. Tutti i retroscena e gli scenari dopo una giornata storicaTUTTO mercato WEB
domenica 9 agosto 2020, 11:04Editoriale
di Marco Conterio

Andrea Agnelli si gioca la Juventus e apre un ciclo mai visto coi grandi ex. Pirlo una scelta coraggiosa, presto lo raggiungeranno Buffon e Chiellini. Tutti i retroscena e gli scenari dopo una giornata storica

Nato a Firenze il 5 maggio del 1985, è caporedattore di Tuttomercatoweb.com. Già firma per Il Messaggero, è stato speaker per Radio Sportiva e per RMC Sport
Andrea Agnelli, che è uomo coraggioso ma anche di riflessioni, disse dieci giorni fa di Andrea Pirlo che "l''auspicio è di ritrovarlo in futuro in prima squadra, ma facciamo un passo alla volta. Bisogna guadagnarsela". Però dieci giorni cambiano il mondo, e la Juventus ieri ne è stata l'epicentro. Quella del Maestro in prima squadra, a guidare Gianluigi Buffon che ha un anno in più di lui, è però una scelta d'istinto e un azzardo. Però prima di vergar giudizi, è necessario cercare di capire i perché, di una simile strada intrapresa da Agnelli. In primis c'è anche la leadership futura della Juventus. Lo scorso aprile ha ricevuto un messaggio importante nella lettera agli azionisti di John Elkann ma è chiaro che ogni leadership sia sempre sub judice, quando i conti non tornano come si vorrebbe fino in fondo. La strategia per diventare all'altezza delle grandi d'Europa, con l'acquisto di Cristiano Ronaldo, ha portato finora due delusioni europee, con un manico o con l'altro, che fosse Massimiliano Allegri o Maurizio Sarri. Però l'investimento ha pesato e c'è stato bisogno di un'iniezione nei conti per ridare ossigeno alla Juventus che verrà. Sicché, perché il tempo nelle aziende e nel calcio non è mai troppo e infinito, Agnelli ha deciso di stampare il suo nome su questa Juventus. Come fatto in passato dai grandi presidenti. Una scelta, tutta sua, rischi annessi e connessi. E poi prender Pirlo, promuoverlo, significa anche risparmiare, e l'addio a Maurizio Sarri ha datto alla Juventus ulteriori 20 e più milioni di motivi per farlo.

La rivoluzione juventina è iniziata ieri. In un caldo giorno d'estate, Andrea Agnelli ha affisso la sua firma, più che ogni altro singolo giorno di successi in questi mesi passati, sul futuro del club. Perché mettere un inesperto in panchina è un azzardo, totale e assoluto. Il giudizio resta sospeso, la magia che sprigiona un personaggio come l'ex regista è profonda ma anche la scia di dubbi che legittimamente si porta dietro. L'ultimo esordiente di cas Juve è stato Ciro Ferrara, nei tempi recenti ad alti livelli la mente corre a Leonardo e Clarence Seedorf, da giocatori o dirigenti ad allenatori, e la storia ha detto che non è finita tra gli allori. Però così è, se ci pare. Ieri, quando la campanella è suonata per l'ultima volta per Maurizio Sarri, il pensiero è corso a uomini che hanno già vinto e convinto. Il sogno mai celato di Zinedine Zidane, il ritorno di Massimiliano Allegri. Solo che tempus fugit e in quest'estate non ce n'è, seppur da Madrid sia arrivato il messaggio sulla scrivania di Agnelli: Perez era disposto a liberare Zizou. Per Allegri c'erano voti a sfavore e non, sub judice da Ronaldo. Che ha gradito l'ipotesi, mentre quella di Simone Inzaghi si portava dietro un possibile scontro con la Lazio che non ha portato ad avanzamenti, nonostante il pressing di Pavel Nedved prima e di Fabio Paratici poi.


La Juventus cambierà, rivoluzione dicevamo. Paratici è stato confermato da Agnelli due sere fa, ma ieri s'è scatenata la ridda di voci sul suo futuro. Che piaccia alla Roma è il segreto di Pulcinella, che i salotti romani dicano che Dan Friedkin ha in mente un anno 'ponte' col ritorno possibile di Gianluca Petrachi, con Paulo Fonseca in panchina e che voglia poi puntare su Paratici e su Antonio Conte in panchina è altrettanto vero. Vedremo. Certo è che sarà sempre più centrale nelle scelte del club, e chissà che non cambi pure il ruolo diventando de facto direttore generale, Federico Cherubini da Foligno. Sarà in questa stagione o nella prossima, dove anche in dirigenza ci saranno ulteriori cambiamenti. Tra questi pure l'ingresso di Gianluigi Buffon, con la Juventus agli juventini voluta da Agnelli, e un anno dopo quello di Giorgio Chiellini che intanto studia il mercato e le sue dinamiche, grazie anche ai consigli del fratello Claudio che è con Cherubini l'uomo guida dell'Under 23. A questo proposito, al posto di Filippo Fusco è arrivato a coordinare il progetto Marco Storari, che ha un rapporto stretto con Agnelli, e in panchina è atteso Fabio Grosso.

Sarà la Juventus degli juventini, più che mai, come non mai. E' il progetto di Andrea Agnelli, il rinnovamento che in panchina ha avuto un anno d'anticipo, e che per la dirigenza può prospettarsi per il prossimo biennio. In fondo ha sempre sognato una cosa: che la Juventus fosse la Juventus, senza padroni annessi, allenatori o dirigenti che potessero soverchiarne il prestigio. Lui alla guida del nuovo ciclo, uomini che sentano il club come casa e non come tappa prestigiosa di un percorso. Non viandanti ma residenti. Ecco perché Andrea Pirlo. E' tra i motivi. L'istinto. La fiducia. La speranza. Il portafogli. E il senso d'appartenenza.