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Il Barcellona Femenì ha la sua Iniesta. Aitana Bonmatì dalla Masia al tetto d'EuropaTUTTO mercato WEB
martedì 18 maggio 2021, 21:34Calcio femminile
di Tommaso Maschio

Il Barcellona Femenì ha la sua Iniesta. Aitana Bonmatì dalla Masia al tetto d'Europa

“Ha creato spazi, ha aperto spazi con i suoi passaggi, si è mossa bene tra le linee in attacco, ha recuperato palloni nella fase difensiva e ha segnato un gol”. In poche righe, quelle dell’osservatore tecnico della UEFA Nina Patalon, è racchiuso tutto il talento di Aitana Bonmatì, centrocampista del Barcellona Femminile fresco campione d’Europa. Ma se non sapessimo che si tratta di lei quella descrizione potrebbe benissimo descrivere il gioco di un collega, ex blaugrana, molto più famoso (e anche vincente) come Andreas Iniesta. Che come lei partendo dalla celebrerrima Masia è arrivato sul tetto d'Europa (e anche del Mondo, ma al femminile al momento manca l'equivalente della Coppa del Mondo per club).

Anche lei, come Don Andres, è arrivata giovanissima nella cantera blaugrana dove per la prima volta ha giocato in una squadra esclusivamente femminile e anche lei ha esordito giovanissima in prima squadra, appena 18enne, riuscendo a ritagliarsi uno spazio sempre più importante in una squadra dove non mancano le calciatrici straniere di livello internazionale. Non per nulla nel 2018/19 è stata premiata come migliore calciatrice catalana e domenica scorsa ha vinto il premio di Player of the Match della finalissima di Women’s Champions League.


Fisicamente minuta, è appena 161 cm, la classe ‘98 è una centrocampista moderna, capace di farsi trovare in ogni zona del campo per attaccare o difendere alla bisogna, una calciatrice dotata di tecnica sopraffina, visione di gioco e capacità di andare a segno. Una pedina fondamentale non solo per il Barcellona, ma anche per la Spagna con cui ha dominato a livello giovanile (Europeo U17, Europeo U19 e secondo posto ai Mondiali U17 e a quelli U20).
Sulle sue spalle non c’è però il numero 8 che ha accompagnato Iniesta nella sua carriera, ma un altro numero che certo non lascia indifferenti: il 14 che fu di quel Johan Cruijff che prima da calciatore e poi da allenatore e dirigente ha lasciato un segno indelebile nella filosofia del club catalano.