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Hellas, finalmente Kalinic. Prima doppietta per il croato: ora Tudor ha un'arma in più
Un punto nel catino dell'Arechi che, per come s'era messa, può tutto sommato soddisfare. Prova ne sia il gesto inequivocabile di Tudor che, pizzicato dalle telecamere in pieno extra-time, si rivolge a un suo giocatore dicendogli (edulcorando) "ma dove vai?", e invitandolo a rimanere basso per scongiurare ogni rischio di ripartenza degli avversari. Quattro punti nelle prime due per il croato: roba da metterci la firma a occhi chiusi. Certo è che l'Hellas si era lasciato ingolosire dalla prospettiva di un en plein, dopo un primo tempo di pregiata fattura, e a lungo disputato in vantaggio di due reti.
E se la presenza da titolare al centro dell'attacco di Kalinic ha sorpreso un po' tutti, figurarsi quello che è venuto dopo. La doppietta di Nikola - la prima in gialloblù - ha quasi dato l'illusione di una vittoria soltanto da ratificare. Non è stato così, ma la serata dell'ex Roma è un toccasana per il ventaglio d'opzioni di Tudor, che vede rinvigorita la contezza di avere a disposizione un attaccante in più, meritevole dello status di titolare, e in potenza capace di segnare gol pesanti, e magari di avvicinarsi quanto più possibile alla doppia cifra.
Una rondine non fa primavera, questo è evidente. Ma due indizi fanno (quasi) una prova. Perché l'endorsement ripetuto di Tudor, che dal suo insediamento in panchina ha più volte ribadito la propria stima per Kalinic, si è tradotto repentinamente nella miglior prestazione di Nikola in maglia Hellas. Che fosse questa la scintilla di cui aveva bisogno per sbloccarsi mentalmente e scrostare quella patina d'opacità che ha sin qui accompagnato la sua esperienza veronese? Sarà il tempo a dirlo, ma una prima risposta c'è stata. E un po' di sana competizione con il nuovo arrivato, Simeone, non può che giovare ad entrambi.
E se la presenza da titolare al centro dell'attacco di Kalinic ha sorpreso un po' tutti, figurarsi quello che è venuto dopo. La doppietta di Nikola - la prima in gialloblù - ha quasi dato l'illusione di una vittoria soltanto da ratificare. Non è stato così, ma la serata dell'ex Roma è un toccasana per il ventaglio d'opzioni di Tudor, che vede rinvigorita la contezza di avere a disposizione un attaccante in più, meritevole dello status di titolare, e in potenza capace di segnare gol pesanti, e magari di avvicinarsi quanto più possibile alla doppia cifra.
Una rondine non fa primavera, questo è evidente. Ma due indizi fanno (quasi) una prova. Perché l'endorsement ripetuto di Tudor, che dal suo insediamento in panchina ha più volte ribadito la propria stima per Kalinic, si è tradotto repentinamente nella miglior prestazione di Nikola in maglia Hellas. Che fosse questa la scintilla di cui aveva bisogno per sbloccarsi mentalmente e scrostare quella patina d'opacità che ha sin qui accompagnato la sua esperienza veronese? Sarà il tempo a dirlo, ma una prima risposta c'è stata. E un po' di sana competizione con il nuovo arrivato, Simeone, non può che giovare ad entrambi.
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