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L'Hellas e il problema del gol: Verdi, Hrustic e Kallon per alzare il tasso d'imprevedibilità
A Peschiera saranno giorni di lavoro intenso e di analisi. Degli errori commessi e dei margini di crescita che il Verona ha sin qui lasciato intravedere fugacemente, di certo non con la continuità degli anni scorsi. La ripresa è avvenuta ieri, senza i nazionali impegnati in questi giorni con le rispettive selezioni: nove in tutto (Coppola, Terracciano, Dawidowicz, Doig, Hien, Hongla, Hrustic, Lazovic e Ilic), una colonia da squadra di medio-alto rango che lo staff ritiene possa dare, alla lunga, ulteriore spessore ad un gruppo molto giovane.
Progetti e proiezioni a parte, c'è un presente che racconta di due sconfitte consecutive dopo i segnali di ripresa tra fine agosto e inizio settembre. I giudizi vanno calibrati, e dunque è bene sottolineare che i recenti k.o. sono arrivati contro avversari superiori, per blasone e valori tecnici. In questo momento il vero elemento di preoccupazione non è la classifica, ma la reiterata sterilità offensiva: all'Olimpico, se si eccettuano un paio di iniziative di Lasagna, non sono state prodotte palle-gol, e al Franchi l'unica iniziativa di nota si è materializzata oltre l'ottantesimo, sull'asse Verdi-Kallon, entrambi subentrati.
Quel che manca è il guizzo tra le linee: sin qui Cioffi ha potuto contare con regolarità soltanto su Henry e Lasagna, un pivot e un contropiedista, rinunciando per cause di forza maggiore all'elemento fantasia che lo scorso anno era garantito da due straordinari interpreti come Barak e Caprari. Questa sosta servirà per porre rimedio anche a questa mancanza: posto che i tre tenori dello scorso anno restano insostituibili, il ritorno a regime del già citato Verdi, insieme ad un miglioramento della tenuta atletica di Hrustic (impalpabile a Firenze e ora in Nazionale) e magari ad un maggiore coinvolgimento di Kallon, garantirà maggiore imprevedibilità alla produzione offensiva gialloblù.
Progetti e proiezioni a parte, c'è un presente che racconta di due sconfitte consecutive dopo i segnali di ripresa tra fine agosto e inizio settembre. I giudizi vanno calibrati, e dunque è bene sottolineare che i recenti k.o. sono arrivati contro avversari superiori, per blasone e valori tecnici. In questo momento il vero elemento di preoccupazione non è la classifica, ma la reiterata sterilità offensiva: all'Olimpico, se si eccettuano un paio di iniziative di Lasagna, non sono state prodotte palle-gol, e al Franchi l'unica iniziativa di nota si è materializzata oltre l'ottantesimo, sull'asse Verdi-Kallon, entrambi subentrati.
Quel che manca è il guizzo tra le linee: sin qui Cioffi ha potuto contare con regolarità soltanto su Henry e Lasagna, un pivot e un contropiedista, rinunciando per cause di forza maggiore all'elemento fantasia che lo scorso anno era garantito da due straordinari interpreti come Barak e Caprari. Questa sosta servirà per porre rimedio anche a questa mancanza: posto che i tre tenori dello scorso anno restano insostituibili, il ritorno a regime del già citato Verdi, insieme ad un miglioramento della tenuta atletica di Hrustic (impalpabile a Firenze e ora in Nazionale) e magari ad un maggiore coinvolgimento di Kallon, garantirà maggiore imprevedibilità alla produzione offensiva gialloblù.
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