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Su Balotelli ha ragione Moratti. Milan e Ronaldinho, separati in casa. Il colpo Cavani conferma che l'immobilismo del Napoli era solo una tattica

Su Balotelli ha ragione Moratti. Milan e Ronaldinho, separati in casa. Il colpo Cavani conferma che l'immobilismo del Napoli era solo una tattica
martedì 20 luglio 2010, 00:002010
di Pierpaolo Marino
Su Balotelli ha ragione Moratti. Milan e Ronaldinho, separati in casa. Il colpo Cavani conferma che l'immobilismo del Napoli era solo una tattica

Il probabile trasferimento di Balotelli al Manchester City, sta facendo discutere non solo i tifosi dell'Inter, ma l'intera Italia calcistica. Molti trovano inspiegabile che Moratti si privi di uno dei migliori prodotti degli ultimi anni del settore giovanile italiano, proprio mentre la nazionale azzurra, dopo il clamoroso tonfo dei Mondiali, è alla disperata ricerca di giovani talenti su cui puntare per rifondare e rilanciare il calcio italiano. Purtroppo, però, spesso dimentichiamo che il calcio moderno, a differenza di quello di venti anni fa, non è più sano campanilismo, non è più colore, folklore ed attaccamento alla maglia e, naturalmente, neanche spirito patriotico e nazionalismo. Oggi, in un panorama dominato dal marketing, dai diritti televisivi, e dagli sponsor, con i calciatori trasformati da bandiere dei club in aziende con fatturato miliardario, governate da agenti a volte cinici e spietati o prestanomi di avidi personaggi di famiglia, non c'è più spazio per il sentimentalismo, figuriamoci per il nazionalismo.
Con l'esperienza che ho maturato in tanti anni di calcio, prima di scrivere penso, poi rifletto ed alla fine libero con sicurezza la penna ed affermo: io sto dalla parte di Moratti. Quanto sentimento, usò il presidente nerazzurro, qualche anno fa, nella gestione di un altro impareggiabile e problematico talento giovanile, arrivato, quasi per caso, nell'affare Vampeta, che rispondeva al nome di Adriano. Per l'Imperatore, rifiutate offerte stratosferiche, quando era poco più che ventenne, con la sola conseguenza di una serie di rinnovi ed aumenti contrattuali fino al raggiungimento di un ingaggio decuplicato nei secoli dei secoli. Risultato? Un talento perduto, poca gratitudine, in campo e fuori, nonchè un capitale ridotto a parametro zero. La Balotelli story sembra la replica estiva della telenovela Adriano. Stesso immenso talento, stesse discutibili abitudini di vita, stessi capricci ed un manager che lavora soltanto per il suo trasferimento. Sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico, perciò, Moratti fa bene ad incassare tutti quei milioni del Manchester City ed a rinvestire il ricavato su campioni che avranno più a cuore di Mario la maglia dell'Inter e la potenzieranno realmente e non solo virtualmente e prospetticamente.
In questi giorni, mi intriga molto la vicenda Milan-Ronaldinho-Flamengo-Los Angeles Galaxy.

Può una società gestire con disinvoltura un fuoriclasse calcistico e mediatico come Dinho ad un solo anno dalla scadenza contrattuale? La risposta è chiaramente no. A questo punto l'ulteriore quesito che ci si pone è il seguente: è giusto che il Milan non riceva un adeguato indennizzo, come vorrebbero il calciatore ed i club che lo vogliono scritturare, accontentandosi di risparmiare soltanto il favoloso ingaggio? Anche per il secondo quesito la risposta è un secco no. Cosa succederà, allora? Si prospettano sei mesi o addirittura un anno da separati in casa, con conseguente bagno di sangue economico per il Milan e scarsi risultati in campo. In questi casi, purtroppo vince sempre il calciatore. I contratti sono sbilanciati: la contropartita economica è assicurata, ma onorarli, da parte dei giocatori, dal punto di vista della professionalità e dell'abnegazione è, purtroppo, solo un optional. L'auspicio è che Berlusconi e Galliani riescano a far valere, con fermezza, i giusti diritti del Milan, che su Dinho ha investito molto e ricevuto poco.
Infine, molti tifosi del Napoli, mi chiedono di commentare il fulmineo ed improvviso colpo di mercato dei partenopei, consistente nell'acquisto di Cavani. Come avevo più volte scritto in questi editoriali e dichiarato alla trasmissione "Notti Magiche" di Sportitalia, ero convinto che l'apparente immobilismo del Napoli sul mercato fosse solo una tattica per calmierare i prezzi, così, un importante colpo come quello di Cavani, non mi ha sorpreso. Conosco benissimo le floride condizioni economiche in cui versa il club partenopeo, grazie alla saggia politica gestionale impostata in passato ed al consistente fatturato che garantisce il suo impareggiabile ed appassionato bacino di tifosi. Per questo, sul mercato, mi aspetto ancora molto altro... Ed intanto confido in Mazzarri per far convivere tanti campioni in attacco.