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Cristiano Ronaldo non può permettersi di usare i social senza pensare alle conseguenze

Cristiano Ronaldo non può permettersi di usare i social senza pensare alle conseguenze
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
mercoledì 28 ottobre 2020, 14:23Il corsivo
di Marco Conterio

C'è un filo sottile e una distanza profonda che unisce Cristiano Ronaldo e Marcus Rashford. E' l'uso proprio, o improprio, della propria immagine e dei social network, oggi primo mezzo di comunicazione. "PCR is bullshit", ha scritto su Instagram oggi il portoghese. Letteralmente: "il test Proteina C reattiva per il covid è una puttanata". E arriva pochi giorni dopo che la sorella, Katia Aveiro, ha definito il Covid "il più grande inganno della storia".

Cristiano Ronaldo non può permettersi certe uscite. Non deve. E' la persona più seguita del mondo sui social e deve capire, a trentacinque anni, il suo ruolo sociale. Che non è solo quello dell'abbraccio al bambino, o della maglia al ragazzo a bordo campo. Ragioniamo qui di qualcosa di molto più ampio, di un gesto o di una frase che può influenzare milioni di persone. In Italia e in tutto il Mondo. La notizia che il Premier, Giuseppe Conte, si sia affidato a degli influencer, Fedez e Chiara Ferragni, per sensibilizzare all'uso della mascherina, racconta quanto un piccolo e insignificante post possa risultare d'impatto e decisivo per un numero sconfinato di persone.

IFree my meal I social hanno insegnato, grazie a un ragazzo molto più giovane del portoghese, Marcus Rashford, che il calciatore, lo sportivo, può avere una funzione sociale. Grazie alla sua campagna free my meal, è arrivato fino in Parlamento e nonostante i Tories abbiano respinto la sua proposta di dare un pasto gratuito durante le vacanze ai bambini delle famiglie più disagiate, non si è arreso. Così le grandi aziende, McDonald's compreso, si sono schierate al suo fianco. Così Rashford, da porta bandiera, è diventato un primo per gli ultimi.

Frustrazione? Fastidio per non poter giocare e sfidare Lionel Messi? La rabbia per sentirsi in piena forma ma lo scontro con la realtà di un test medico che lo porta a essere ancora positivo, seppur asintomatico? No, Cristiano Ronaldo non può, e non deve, scrivere che il "PCR è una puttanata". Perché poi questo messaggio diventa un boomerang davanti allo sforzo che i sanitari e i cittadini stanno facendo nella lotta al Covid-19. Può esser stato un post per lamentarsi della mancata convocazione, un commento d'istinto e rabbia? Nulla giustifica la frase di Cristiano Ronaldo. Che dovrebbe oramai, alla sua età, con la sua esperienza, esser conscio d'esser più di un calciatore. E' la persona più seguita del mondo su Instagram, milioni e milioni di persone. Non lo usi solo per far vedere la sua bella villa, il suo intimo brandizzato, i muscoli e la piscina. Prenda esempio da Rashford e accenda il lume della ragione, oltre che il cellulare.

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