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Due tecnici non vincenti che devono dimostrare di non essere tali

Due tecnici non vincenti che devono dimostrare di non essere taliTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
mercoledì 17 giugno 2020, 13:36Il corsivo
di Andrea Losapio

Maurizio Sarri contro Gennaro Gattuso. Perché al di là delle rose, dei campioni, dei temi mercato come quello in cui è avvolto Milik, oppure il rinnovo contrattuale di Dybala, Napoli-Juventus non è che una sfida per capire a che punto sono due tecnici diversi, che non hanno iniziato l'altro ieri, ma che non hanno mai vinto nulla in Italia. Con buona pace della frase di ieri di Sarri, perché se è vero che vincere un campionato di Promozione è più o meno pari a quello di C1, arrivare a vincerne uno dove contano i soldi, il fatturato, vuol dire un'altra cosa. Perché le sorprese sono belle finché sono rare, almeno in casa Juventus.

Sarri ha una fortuna, indubbia. Avere sfruttato il vuoto di potere che è stato causato dall'addio di Massimiliano Allegri e da Zinedine Zidane che torna al Real Madrid. Altrimenti la panchina bianconera avrebbe avuto un altro proprietario, probabilmente. E poi ha avuto bravura, perché vincere l'Europa League non è una cosa secondaria come in tanti hanno fatto credere per anni, alla ricerca solo dei massimi livelli. Per come è andata poi, la Juventus avrebbe comunque puntato su di lui, al netto della vittoria di Baku. Non sarebbe stata una cosa strana: anche Lippi non aveva vinto ancora nulla prima della parentesi in bianconero, così come Antonio Conte (o Delneri), ma poi aveva segnato un'epoca.

Alla fine Sarri vincente lo è diventato con l'Europa League, non per lo stile né per i dieci campionati portati a casa nelle divisioni inferiori. Gattuso in questo senso non ha ancora portato in bacheca nulla, passando però alcune fasi complicate. Dal Palermo di Zamparini - il mangiallenatori per eccellenza - al Sion di Costantin, all'OFI Creta senza stipendi. Poi il Pisa, con una società in continua difficoltà, la chiamata del Milan prima in Primavera e poi in prima squadra, poi il Napoli di Ancelotti. Insomma, se non sono sfide quasi impossibili non piacciono. Però il quinto posto dell'anno scorso poteva sembrare un capolavoro, la finale di Coppa Italia altrettanto. Certo, manca sempre il puntino sulla i.

Insomma, stasera c'è l'opportunità per due allenatori di passare la notte più dura per un tecnico, quella dove le critiche continue lasciano spazio a un trofeo, almeno minore. Anche se in questa annata Sarri andrà almeno vicino a un altro, mentre tutti e due sono in corsa per il terzo, il più importante ma anche il più difficile.

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