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Eliminazioni, retrocessioni, umiliazioni: Löw e la Germania, un ciclo finito da almeno due anni

Eliminazioni, retrocessioni, umiliazioni: Löw e la Germania, un ciclo finito da almeno due anni
© foto di Imago/Image Sport
mercoledì 18 novembre 2020, 08:00Il corsivo
di Gaetano Mocciaro

Nel maggio 2018, prima dei nefasti Mondiali di Russia Joachim Löw aveva rinnovato il contratto per altri quattro anni. Già all'epoca erano 14 gli anni alla guida della Nationalmannschaft: più che sufficienti ai più per considerare il suo ciclo chiuso. Tanto che i primi campanelli d'allarme si erano intravisti a Euro 2016, quando il livello di gioco della squadra era ben lontano da quello espresso due anni prima e che ha portato la Germania a salire sul tetto del mondo. Segnali non percepiti e che hanno portato da dopo la firma sul contratto fino al 2022 a risultati disastrosi, per non dire umilianti.

Il Mondiale di Russia ha visto per la prima volta la nazionale tedesca uscire alla fase a gironi. In un girone tutt'altro che complicato, ma che ha visto Messico e Svezia passargli davanti e con la Corea del Sud capace di batterla. Una Nations League che ha proseguito la parabola discendente, con la clamorosa retrocessione in Lega B cancellata solamente per la riforma del torneo. Fino ad arrivare al 6-0 di ieri sera contro la Spagna. Una tale sconfitta che nelle proporzioni non si verificava addirittura dal 1931, in una partita contro l'Austria. Altri tempi, altro calcio.

Non si vedono prestazioni convincenti da tempo. Questione evidentemente sottovalutata, nonostante il flop in Russia. La grande qualità dei giocatori e i successi del Bayern in Europa in qualche modo hanno contribuito a insabbiare il problema. Da Russia 2018 a oggi alle prime complicazioni chi scende in campo va difficoltà, venendo anche colpiti da squadre sulla carta più deboli. Cose che puoi superare se sei un gruppo compatto. E se magari hai dei leader in campo. Ci sarebbero anche stati e ci riferiamo a Thomas Muller, Jerome Boateng, Mats Hummels: epurati dopo la retrocessione in Lega B di Nations League un anno fa. Per ricostruire, lanciando giocatori freschi, giovani e soprattutto affamati. Che al momento appena incrociano una big crollano: il 6-0 con la Spagna è solo l'ultimo flop di una lista che comprende il 2-4 casalingo contro l'Olanda, un altro ko contro gli oranje per 3-0 e pareggi contro squadre alla portata come Svizzera e Turchia. Una Germania che sembra più che altro il Messico: forte con le deboli, debole con le forti. Da troppi anni ormai.

Non è probabilmente un caso che la parabola discendente sia iniziata dall'addio di Hansi Flick. L'attuale tecnico del Bayern è stato il suo assistente dall'inizio della sua avventura come commissario tecnico alla vittoria del Mondiale 2014 ed era ritenuto il "cervello" dello staff.

Ciclo finito? A caldo la Federazione, per voce di Oliver Bierhoff lo ha confermato: "Senza dubbi a riguardo". La sensazione è che il lavoro di Löw sia finito da un pezzo. E con le qualificazioni per i Mondiali che incombono e un Europeo che vedrà la Germania in un girone di ferro con Francia e Portogallo, c'è poco da stare allegri.

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