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Same Zlatan, different Devil

Same Zlatan, different DevilTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
venerdì 6 marzo 2020, 15:00Il corsivo
di Simone Bernabei

In passato, almeno in quello recente, Zlatan Ibrahimovic ha dato spesso e volentieri indizi social. Sul proprio futuro e sulle proprie attività extra campo. E ieri, quando sui suoi profili è apparso un messaggio enigmatico ("Fallo con passione o non farlo proprio"), in molti hanno legato il tutto al futuro dello svedese. Un futuro che per certi versi può essere sintetizzato con il messaggio che lo stesso Ibra aveva condiviso sui suoi muri virtuali nel momento del ritorno in rossonero: "Same Zlatan, different Devil". Stesso Zlatan, Diavolo diverso.

Quale futuro per Ibra? Ad oggi, nessuna certezza. O meglio, un paio forse ci sono. Che Ibra, nonostante tutto, sarà quello di sempre. Quello che a quasi 39 anni sarà ancora in grado di decidere le sorti di una squadra, di segnare e di essere guida carismatica. Ma pure che il Milan, questo Milan, sarà profondamente diverso. Il tutto, in linea con quel messaggio social datato 27 dicembre 2019. Same Zlatan, different Devil.

Da Boban-Maldini a Rangnick - Il suo arrivo in Italia avvenne proprio grazie alla coppia di dirigenti attualmente in carica. Furono loro a convincere Ibra a rimettersi in gioco in rossonero, dopo i mesi vissuti a Los Angeles. Fu Boban ad accoglierlo a Linate il giorno del suo sbarco. E, nelle idee, dovevano essere loro due a discutere dell'eventuale rinnovo a fine stagione. Che visto apporto e impatto sulla squadra non è mai sembrato in discussione, ma adesso chissà. Perché i responsabili del mercato, fino ad oggi unici interlocutori di Ibra, sono arrivati in fondo alla propria avventura rossonera (almeno Boban, sicuramente), rimescolando le carte sul tavolo da gioco di Milanello. Se dovesse andare anche Maldini, infatti, lo svedese dovrebbe far ripartire da zero la trattativa per la permanenza e come nuovo dirimpettaio avrebbe appunto Rangnick. Uno che, dicono, non ami né gli accentratori di gioco né i calciatori così in là con l'età sportiva. E sullo sfondo resta pure Gazidis, che ha elogiato il rendimento dello svedese e la crescita della squadra grazie a questo. Ma basterà questo per il convincimento?

Fallo con passione... Su quella di Ibrahimovic, onestamente, non abbiamo dubbi. La sua passione la si vede nelle scelte, nelle giocate, nelle decisioni. Nei post social. Sugli altri attori della vicenda, invece, non abbiamo certezze. Certo uno come Rangnick, per come è stato raccontato e descritto, appare più pragmatico calcolatore piuttosto che manager passionale. Ma Ibra è pur sempre Ibra e l'impatto avuto sulla squadra non può essere ignorato. Per questo, a prescindere dall'andirivieni dirigenziale di questi mesi, di certo il numero 21 avrà tempo e modo per parlare del suo futuro al Milan. Ammesso e non concesso che lui stesso ci voglia rimanere, in rossonero.

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