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Il sogno di Agnelli e la Juve che verrà. Ma un azzardo resta sempre un azzardo

Il sogno di Agnelli e la Juve che verrà. Ma un azzardo resta sempre un azzardoTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 10 agosto 2020, 06:45Il corsivo
di Raimondo De Magistris

Andrea Agnelli è legato ai protagonisti bianconeri dell'ultimo decennio da un rapporto che va ben oltre l'aspetto professionale. Potesse delineare adesso la sua Juventus ideale del 2025, ci sarebbe Buffon con un ruolo di primissimo livello, al suo fianco da amministratore delegato o vicepresidente. A capo dell'area sportiva Giorgio Chiellini e Andrea Pirlo ancora allenatore, magari con Bonucci e Barzagli al suo fianco nello staff.
Agnelli sogna la Juventus del futuro con i protagonisti della Juve del presente. Perché chi meglio di loro può spiegare a chi verrà cosa è la Juve? Chi meglio di loro potrà dire ai futuri calciatori bianconeri come si vincono tutti questi Scudetti?
Il termine giusto è juventinismo ed è proprio da questa parola d'ordine che sabato nasce la scelta di nominare Andrea Pirlo come successore di Maurizio Sarri, dieci giorni dopo la sua nomina da allenatore dell'Under 23, in Serie C.

La scelta è senza dubbio affascinante, va nel solco di quel sogno abbozzato poco fa. Però i sogni sono sogni proprio perché appartenenti alla sfera dei sentimenti, dell'istinto, e in quanto tali quando passano al vaglio della ragione ne escono con molte più incertezze e ostacoli.
Torniamo ad Andrea Pirlo: la sfida è affascinante, ma ad oggi l'idea di affidare la panchina della squadra campione d'Italia a chi l'allenatore non l'ha mai fatto è un azzardo. Un grosso azzardo. Inutile oggi parlare di idee, di calcio propositivo. Assurdo provare a incensare - parlando di schemi e moduli - un allenatore che l'allenatore non l'ha mai fatto.
I rischi sono chiari, sotto gli occhi di tutti. E il fatto che la sfida sia affascinante, che l'uomo in questione sia Andrea Pirlo, non rende questa scelta meno rischiosa. Perché per un Guardiola o uno Zidane che ce l'hanno fatta ci sono 50 allenatori che messi nelle stesse condizioni hanno fallito. Perché Pirlo entra dalla porta principale senza aver nemmeno mai visto quella di servizio. Senza nemmeno una esperienza da assistente, vice o allenatore della seconda squadra: più rischioso di così...

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