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Non dire Juve se non ce l’hai nel sacco

 Non dire Juve se non ce l’hai nel saccoTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
martedì 23 giugno 2020, 08:00Il corsivo
di Ivan Cardia


C’è due senza tre. Perché la Juventus stecca la semifinale contro il Milan e anche la finale col Napoli. Ma torna la Serie A e riprende da dove aveva lasciato: vincendo. La squadra di Maurizio Sarri batte il Bologna senza difficoltà, rintuzza tante critiche. Troppe? Forse no. Perché è vero che alle partite va fatta la tara: il Bologna non era, non è e non sarà al livello della Vecchia Signora. Servono conferme, dopo una gara semplificata anche dal diverso rodaggio: i ragazzi di Mihajlovic partivano a freddo, i bianconeri no. 180 minuti di calcio vero nelle gambe, dopo tre mesi di stop, fanno la differenza.

Non dire Juve se non ce l’hai nel sacco. Però tre punti sono tre punti. E a fine anno, in classifica, vanno comunque contati, per quanto ci si sforzi di pesarli. Trionfa chi ne fa di più. Di ampio distacco o di corto muso, come diceva qualcuno. Madama che vince e a tratti si concede persino il lusso di convincere è una replica nei fatti a tante parole: non sarà stellare. Non sarà sarrista o sarriana. Non sarà la squadra più divertente d’Italia. Però vincere è la cosa che le riesce meglio. È sempre lì, per quanto confusa. Ma la Juve è immortale. Lazio e Inter dovranno fare i conti con questa indiscutibile verità.

E anche con Federico Bernardeschi. Anche qui, il discorso è analogo al peso della vittoria ottenuta al Dall’Ara. Una rondine non fa primavera, tanto più se questa è passata e nemmeno ce ne siamo accorti, già alle prese come siamo col caldo estivo. Il ragazzo di Carrara ha offerto al cospetto di Orsolini (che molti critici, giova ricordarlo, già vorrebbero al suo posto) una prova maiuscola. Di sciabola, spada e fioretto. Di fino come il tacco e di potenza come il palo che ancora trema. Se la Juve doveva dare qualche risposta, Berna aveva ancora più punti interrogativi da convertire in esclamativi. Nel suo ruolo, a Bologna lo ha fatto. È solo un primo passo, sia pure. Ma può essere un’arma in più in una volata che spremerà, fino all’ultima stilla di sudore, le squadre delle tre contendenti.

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