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Perché questa volta Allegri non ha fatto i complimenti ai ragazzi

Perché questa volta Allegri non ha fatto i complimenti ai ragazziTUTTO mercato WEB
© foto di Insidefoto/Image Sport
lunedì 20 settembre 2021, 08:20Serie A
di Ivan Cardia

C’era una Juventus che vinceva sempre. Di più: c’era una Juventus che trasmetteva la sensazione di poter vincere sempre. Di dover vincere sempre, in qualsiasi momento della partita. Poco importa l’avversario, di cui al massimo sentiva nell’aria il sangue. Accadeva soprattutto quando passava in vantaggio: messo l’1-0, il malcapitato di turno poteva anche farsi il segno della croce, non sarebbe passato. Era la Juventus di Massimiliano Allegri, a volte bella e altre meno, sempre cinica. Quella nella quale il tecnico livornese faceva, anzitutto, i complimenti ai ragazzi. Un refrain che poteva permettersi spesso e persino nei pochi passi falsi, ché tanto sarebbero rimasti isolati, al massimo erano casuali.

Ieri sera non ha fatto complimenti ai ragazzi. Au contraire, ha perso le staffe. Per quanto possibile, considerando che si parla di uno degli allenatori più serafici dell’intero panorama calcistico, italiano e forse qualcosa in più. Però s’è detto molto arrabbiato; ha criticato duramente la squadra e anche se stesso; a tarda notte ha persino rifilato una staffilata, venuta fuori un po’ così all’indirizzo di Federico Chiesa, che la Juve se l’è portata sulle spalle per buona parte della scorsa stagione. Perché? Perché questa Juve di oggi non assomiglia per niente a quella di cui si parlava prima. Può perdere, o non vincere, contro chiunque, persino in casa sua. Peggio: può essere recuperata da chiunque. O almeno dà la sensazione, esattamente opposta a quella trasmessa in passato, che una partita non sia mai davvero chiusa, non sul 2-0 e figuriamoci sull’1-0. Una cosa che, per un come Allegri, immaginiamo sia pressoché imperdonabile. Alla Juve e a se stesso: non riconoscere una squadra, che del resto da tempo non si riconosce di suo, è la cosa più complicata da accettare per un allenatore. Figuriamoci per uno come il livornese, tornato salvatore della patria e ora in panchina nel peggior avvio di sempre nella storia della Vecchia Signora. Che la cosa lo faccia incazzare è abbastanza comprensibile.

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