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Simone Inzaghi sta diventando un grande allenatore. Grazie a Bielsa

Simone Inzaghi sta diventando un grande allenatore. Grazie a BielsaTUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
lunedì 23 dicembre 2019, 10:45Il corsivo
di Marco Conterio
fonte dal nostro inviato a Riyad, Arabia Saudita

Simone Inzaghi la gavetta l'ha fatta tra i piccoli. Allievi Regionali, Allievi Nazionali, Primavera, Prima Squadra. Prendendo il posto di Stefano Pioli, esonerato, poi quasi dirottato alla Salernitana e poi rimesso in sella in fretta e furia grazie al no di Marcelo Bielsa. La vita in fondo è fatta di bivi e il quarantetreenne di Piacenza è stato bravo a trovare il suo. Ieri ha vinto la sua terza finale alla guida della Lazio, due volte la Supercoppa e una Coppa Italia. Un palmares giovane per un tecnico che è alla guida dei professionisti solo dal 2016. Sta diventando un grande allenatore perché sta però già imprimendo un modello.

La forza dei titolarissimi La sua forza sta nelle scelte. Nei titolarissimi. Nel giorno della vigilia, mentre penne e taccuini si scervellavano per capire e intuire le idee di Maurizio Sarri che poi comunica e svela anche ai suoi giocatori solo due ore prima del fischio d'inizio, sulla Lazio non c'erano dubbi. Rischia di diventare una filastrocca e pure vincente, la sua formazione. Undici titolari, con ricambi di qualità ma non del livello dei primi. Ed è anche questa la forza, paradossalmente, la forza della Lazio. Ognuno ha il suo abito ma tutti sanno di dover essere pronti, da Parolo a Cataldi a Caicedo come successo ieri.

Che centrocampo Milinkovic-Savic e Luis Alberto ai fianchi di Lucas Leiva sono diventati una certezza, una garanzia, una costante. Maurizio Sarri li ha elogiati e a conti fatti la loro crescita, come singoli e come gruppo, ha portato quello della Lazio a essere uno dei migliori reparti d'Europa e non solo d'Italia. In Serie A, al momento, è al top. A livello assoluto, è comunque sulle fila delle prime. Bravo Inzaghi, bravissimo Tare, bravo pure Lotito. Una società che ha creduto in un tecnico bruciando le tappe per caso ma dandogli poi il bastone del comando va elogiata. Una gavetta a braccetto. Fino ai cieli di Riyad.

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