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Brasile U20: tra assenze e scommesse, per conquistare le Piramidi

Brasile U20: tra assenze e scommesse, per conquistare le Piramidi
venerdì 18 settembre 2009, 23:102009
di Francesco Letizia
E' una rubrica in cui vengono presentate le migliori realtà del calcio giovanile di ogni angolo del Mondo. Appuntamento settimanale.

Tempo di Fifa World Youth Championship, i Mondiali giovanili che si terranno dal 24 settembre al 16 ottobre in Egitto: assente clamorosa la vincitrice di cinque degli ultimi sette tornei, l'Argentina, i favori del pronostico passano tutti in mano al Brasile. La Seleçao di Rogerio Lourenço è già al lavoro alla Granja Comary, quartier generale delle Nazionali brasiliane, per preparare la competizione: un gruppo talentuoso, ma che vede diverse defezioni. Andiamo a conoscere meglio dunque pregi e difetti della rosa dei convocati dell' "Amarelinha".

Le assenze
"Gli assenti hanno sempre ragione" si usa dire: in Brasile, dove il titolo manca dal 2003 - dove fu vinto da una delle Seleçao meno talentuose degli ultimi anni - , sperano di non doversi appellare alle pur prestigiose mancanze. Una su tutte, tanto per dare un'idea: Alexandre Pato, nato il 2 settembre 1989, sarebbe ancora convocabile per la spedizione all'ombra delle Piramidi, visto che sono iscrivibili giocatori nati a partire dal 1 settembre 1989. Non faranno parte di questo Brasile neanche Breno, difensore del Bayern Monaco, e Sidnei, centrale del Benfica: avrebbero garantito senza dubbio la coppia più forte del torneo. Per restare agli "europei" della difesa, l'esterno destro dell'Almeria Michel ed i gemelli manchuriani Fabio e Rafael, quest'ultimo da non confondere con l'omonimo Rafael Toloi presente nel gruppo. A centrocampo, tra Rodrigo Possebon (United) e Rafael Carioca (Spartak Mosca), spicca l'assenza del "portoghese" Lulinha: battezzato troppo presto come nuovo fenomeno del calcio brasiliano, l'ex Corinthians sta ripartendo dal basso. In attacco, affianco al già citato Pato, potremmo schierare l'interessante Paulo Henrique (Heerenveen, non l'omonimo del Santos, presente), ma soprattutto un terzetto d'assi sfornati dal Brasilerao: Dentinho, punta del Corinthians, Marquinhos, già sponsorizzato attaccante del Palmeiras, e soprattutto Neymar, il vero fenomeno del nuovo corso. Per il giocatore del Santos però c'è tempo: classe 1992, ha da poco iniziato a far parte dell'under 17, altrettanto ricca di talento. Dalla spedizione che aveva dominato il Sudamericano Sub20 lo scorso inverno, mancano anche il bomber dell'Internacional Walter ed il trequartista del Gremio Douglas Costa: defezioni fondamentali, considerando l'importanza dei due nella squadra laureatasi Campione di Sudamerica. Insomma ce n'è da mettere insieme un 11 che vincerebbe a mani basse la Coppa, con relative riserve.

Non solo rimpianti
Un quadro desolante, che farebbe pensare di primo acchito ad una squadra sperimentale, che ha perso gran parte del suo potenziale: osservazione parzialmente vera, ma attenzione perchè questo non può far altro che ingolosire maggiormente gli addetti ai lavori. La CBF ha infatti deciso di puntare su un gruppo di soli "brasiliani" anche di militanza per club: una scelta non solo atta ad evitare di inasprire i rapporti con i club del Vecchio Continente in un momento delicato della stagione, ma anche importante per valorizzare prodotti in rampa di lancio nel calciomercato. Senza andare a scomodare dunque cifre a sette zeri, si può pescare giocatori interessanti su cui fare un discorso di prospettiva: una manovra compiuta ad esempio con largo anticipo dallo stesso Manchester United addirittura sul gruppo under 17 con i giocatori già citati in precedenza, con l'aggiunta del promettente Dodò, esterno classe '92 del Corinthians. Le perle su cui puntare si chiamano allora Rafael Toloi, Boquita, Giuliano, Sandro, Ciro, tanto per citarne alcuni: nomi sicuramente meno altisonanti al momento, ma destinati a far parlare di loro già nel mercato di gennaio.

La difesa: fari su Toloi
Sarà difficile trovare, questo sì, l'erede di Julio Cesar in questa Seleçao: i tre convocati, Rafael (Cruzeiro), Renan (Atletico-MG) e Saulo (Sport Recife) non brillano per particolare valore, seppur è da tener presente che la maturazione in questo ruolo è particolare... Lo stesso numero 1 dell'Inter, in gioventù, non sembrava poi destinato a palcoscenici così prestigiosi. Tra i terzini, è rimasto a casa l'interessante Patric (Curiciuma), ma attenzione a Diogo (Sao Paulo): il talento è da "lateral" brasiliano puro, seppur da verificare in un contesto professionistico. Al centro, i titolari saranno verosimilmente gli unici due confermati dal pacchetto "invernale": Dalton (Fluminense) ha molti estimatori e proviene dal vivaio della Flu, una garanzia. Qualità importanti e prospettive di livello, ha finora però deluso: in realtà i riflettori li ha conquistati maggiormente l'estroso Rafael Toloi (Goias). Titolare nella sua squadra di club, ha piedi buoni, tanto da poter giocare anche da schermo difensivo, ma una tempra da sistemare: "vanta" nel Brasilerao già 7 gialli e 2 rossi, di cui uno per rissa. Leader in campo e non, è sicuramente da tenere d'occhio, essendo anche il giocatore più giovane dell'intera spedizione (10-10-90): qualcuno lo paragona già a Lucio, ma la capacità di progressione del nerazzurro resta inimitabile.

Giuliano e Boquita, attenti a quei due
Grande curiosità per capire come Lourenço dividerà i minuti in un centrocampo sovraffollato di talento: certo di un posto da titolare sembra essere Sandro (Internacional), su cui Pantaleo Corvino ha già puntato gli occhi. Sarà lui il "mediano" di costruzione e probabilmente anche il Capitano della squadra: al suo fianco, l'altra sponda di Porto Alegre, Maylson, a blindare una linea infarcita di mezze punte e giocatori dai piedi buoni. Senz'altro in questo contesto l'occhio lo rubano Giuliano, completissimo centrocampista dell'Internacional, e Boquita, meia del Timao che ha già ricevuto i complimenti del compagno di squadra Ronaldo: verosimilmente però una maglia andrà a quel Paulo Henrique (Santos) che già rivendica il titolo (ancora acerbamente) di "Nuovo Kakà" con il Peixe. Se il calcio carioca (inteso proprio come Rio de Janeiro) è in crisi, la colpa non è certo dei suoi vivai: scalciano infatti due "cruzmaltini" doc come Souza ed Alex Teixeira (Vasco da Gama), in grado di dire, in particolare quest'ultimo, la loro e lottare per un po' di spazio in più.

Ciro, lo scugnizzo che ha conquistato Recife
Rivoltato come un calzino anche l'attacco, che consiste in soli tre giocatori proprio a causa dell'abbondanza di meia da schierare: non c'è neanche Renan Oliveira (altra assenza non citata), ma spuntano Alan Kardec e Ciro. Il primo, anche lui prodotto del Vasco, aveva fatto scalpore tempo fa per aver firmato un contratto con una clausola rescissoria da 30 milioni: ora che il suo club naviga in brutte acque, sportive e non, ne basterebbero meno della metà. Il secondo ha già giocato in Libertadores e con profitto guida l'attacco dell Sport Recife: segna a valanga e l'Adidas lo ha già blindato con un contratto di sponsorizzazione. Indossa una maglia rossonera e non è un caso forse che qualcuno lo ha già accostato al Milan: uno degli idoli di Ciro è Alexandre Pato, da cui ha ereditato l'esultanza con il celebre "cuoricino", sfoggiata spesso anche all' "Ilha do Ritiro". Potrebbe essere davvero lui la Stella del Mondiale.

I dubbi e gli ostacoli sul cammino
Non sarà una passeggiata, è bene chiarirlo: il gruppo E con Costa Rica, Australia e Repubblica Ceka non sarà proibitivo, ma già l'eventuale incrocio con una tra Ghana, Uruguay ed Inghilterra (girone D) negli ottavi potrebbe far tremare la Seleçao. Di certo con il cambio tra Nelson Rodrigues (mai in grado di dare un gioco di livello) e Rogerio Lourenço ha giovato alla Nazionale in campo: l'ex compagno di squadra del milanista Leonardo nella Sub20 però ha forse azzardato troppo, convocando un gruppo talentuoso ma completamente rivoluzionato e che manca forse di un vero leader. Per scoprire se la fantasia ed i piedi buoni avranno il sopravvento sulla razionalità, bisognerà aspettare il 27 settembre, data dell'esordio a Port Said contro il Costa Rica: se andasse male, sarebbe un fallimento per la CBF che vuole sfruttare l'assenza dell'AFA per rimpolpare una bacheca troppo scarna per i prodotti offerti negli ultimi 20 anni all'altare del Calcio Mondiale. Ma forse proprio in virtù di questo, gli scout dei grandi club di tutto il Mondo, "guferanno" un po' di più.