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Kaka', ecco il nuovo "fenomeno"!

Kaka', ecco il nuovo "fenomeno"!
mercoledì 7 maggio 2003, 17:012003
di Valerio Ghisi
In Brasile è osannato dalle folle, e Leonardo vuole portarlo al Milan. In esclusiva assoluta per TMW la scheda completa di Ricardo Izecson dos Santos Leite, per tutti Kakà: un super-campione con i piedi buoni ma anche la testa a posto.

Meglio di Ronaldo, Ronaldinho, Roberto Carlos, più popolare di Romario. No, non è il risultato di alcuna manipolazione genetica, nemmeno il fantastico prototipo di clone da tramandare ai posteri: lui è un ragazzo di soli vent'anni che risponde al nome di Ricardo Izecson dos Santos Leite, meglio conosciuto come Kakà. Una popolarità senza precedenti quella che questo talentuoso trequartista del San Paolo si è ritagliato nel suo paese. Lo si evince da un sondaggio realizzato in Brasile da una famosa impresa di marketing, effettuato su un campione di 1300 tifosi in 12 città. Secondo la tifoseria verdeoro Kakà è "o Melhor"; una vittoria su tutta la linea, preferito perfino al "fenomeno" e ritenuto dal gentil sesso il più sexy calciatore brasiliano. Un'ascesa di notorietà formidabile che gli è valsa il soprannome di "o Craque", ovvero il top, il numero uno. Sguardo gentile, lineamenti fini da bravo ragazzo, in molti rivedono in questo golden boy del calcio l'espressione sognatrice e dolce di quel grande idolo che fu Airton Senna. Le ragazze ne vanno pazze; lui Kakà, come ama farsi chiamare, non tralascia mai un sorriso, sempre disponibile a firmare autografi e rilasciare dediche, imperversa sulle t-shirt delle adolescenti di Ipanema. Il Brasile, paese degli eccessi e delle contraddizioni, sembra avergli addirittura attribuito una love story con la cantante americana Mariah Carey. Roba da ricchi. E a dire il vero la storia di questo prodigio è ben diversa da quella di molti suoi coetanei costretti a cercare nel calcio l'unica via di uscita da una vita di stenti. Il calcio per Kakà è stata un'opzione e non un mezzo per sfuggire da tanta povertà. Ricardo dos Santos Leite nasce infatti a Brasilia nel 1982 da una famiglia ben agiata. Il padre è un ingegnere civile, la madre una professoressa. Nei suoi primi anni di vita non ci sono né favelas né campi dissestati e polverosi dove tirare calci al pallone. Per lui una seria istruzione scolastica, un avvicinamento costante alla fede evangelica e prati ben curati dove dare libero sfogo al suo estro calcistico. All'età di undici anni Kakà si trasferisce a San Paolo per motivi legati alla professione del padre e qui inizia la sua ascesa calcistica. Osservatori del San Paolo rimangono estasiati dal destro fatato e dai tocchi morbidi di questo ragazzo e subito rivedono in lui l'erede potenziale di Raì, l'idolo indiscusso del club paulista. Nel 1997 Kakà è già campione giovanile, eletto miglior giocatore del torneo e individuato dalla stampa locale come il nuovo Zico. Di lui colpiscono la classe e la calma olimpica con la quale sa trasformare una semplice azione in un'opera d'arte calcistica. L'attenzione attorno a questo grande talento sale, ma secondo il responsabile del settore giovanile del San Paolo, Kakà ha un unico problema: il suo fisico esile rischia di pregiudicarne la carriera. Il calcio moderno, sempre più maschio e ruvido rischia così di inghiottire il talento cristallino di un peso piuma come Ricardo.
La reazione dello staff tecnico è immediata: attorno alla più grande promessa del calcio brasiliano, viene costruita una vera e propria equipe di preparatori atletici e dietologi con l'obiettivo di seguire passo dopo passo la crescita fisica del giocatore. Kakà viene sottoposto così quotidianamente a test fisici di irrobustimento, ogni muscolo delle sue esili gambe costantemente monitorato. Con il passare del tempo, il nuovo fenomeno non smentisce le attese: i suoi gol, i suoi dribbling portano nel 1999 il San Paolo alla vittoria del titolo juniores.

Ad esultare è anche la sua equipe tecnica, Kakà è ormai un calciatore formato anche nel fisico con il suo metro e ottanta di altezza e i suoi 73 kg di peso. Per "o Craque" si aprono così le porte della prima squadra e la selezione verdeoro già lo tiene in considerazione per i mondiali coreani. Kakà strabilia, a suon di gol porta in finale il San Paolo nel campionato paulista ed il giorno del titolo davanti al Botafogo marca i due gol decisivi per l'assegnazione del trofeo. Durante il campionato, da antologia del calcio è il suo gol con il quale stende il Cruzeiro. Porta palla a centrocampo, si libera di cinque avversa e solo davanti al portiere lo supera con un pallonetto di "rabona". E' Kakà mania, i giornali titolano "Super Kakà, o dono du bola " ovvero un dono del calcio. Scolari, direttore tecnico del Brasile ha deciso: Ricardo dos Santos Leite farà parte della spedizione in Corea.
"Kakà -spiega lo stesso Scolari- di tutta la nuova generazioni di talenti brasiliani è il più completo. Il suo gioco è altamente spettacolare ma mai fine a se stesso. Grazie alla sua grande umiltà sa spesso mettersi al servizio dei compagni senza disdegnare l'azione personale. E' consapevole dei propri mezzi e in campo stupisce per la sua grande freddezza e tranquillità. La sua posizione è quella di suggeritore dietro le punte, ma grazie alla sua puntualità e visione di gioco sa spesso farsi valere sotto porta. Un giocatore moderno".
Ma come spesso capita nella vita, a periodi di gloria seguono periodi di sfortuna. La malasorte colpisce Kakà, il quale battendo la testa sul fondo di una piscina, si procura la rottura della sesta vertebra che costringe il ragazzo a due mesi di autentico terrore nel timore di dover abbandonare la carriera. Sono giorni dove Ricardo riscopre la fede, una forza che gli infonde coraggio ed abbatte ogni paura. Il recupero è immediato, magico come sembra essere l'universo di questa giovane superstar. Il suo talento fa il giro del mondo e su di lui calano le attenzioni dei grandi club europei. Lui, Kakà, fa sapere di avere spesso entusiasmato anche nei grandi club dell'altro continente ma solo nel suo videogioco preferito della playstation con la quale ama cimentarsi con il fratello Rodrigo nella sua casa del quartiere Morumbi. Dice di essere stato capocannoniere per due anni di seguito nel campionato italiano, nelle fila del Milan. Forse un segno del destino perché proprio la società rossonera sembra essere la squadra più vicina ad aggiudicarsi il cartellino del giocatore.
Leonardo, da qualche tempo nella stanza dei bottoni di Via Turati ed anche ex compagno di Kakà, nonché suo grande maestro giura sul suo avvenire: "In Brasile si tende spesso ad esaltare ogni ragazzo sappia tirare calci al pallone. Il discorso qui è diverso, siamo al cospetto di un vero talento calcistico. La sua forza viene prevalentemente dalla sua grande intelligenza, Kakà è un ragazzo coscienzioso, con la testa, ha tutte le caratteristiche per sfondare nel nostro calcio".
Spesso i migliori discepoli assomigliano ai grandi maestri, ed allora in questo caso l'affare sarebbe assicurato.