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Villalba, il nuovo Messi è Millonario

Villalba, il nuovo Messi è Millonario
mercoledì 21 ottobre 2009, 00:002009
di Gianluigi Longari

Un Rosario nel destino. Tra gli innumerevoli tentativi di affibbiare l'etichetta di nuovo Messi ai tantissimi talenti che da sempre l'Argentina regala al futbol mondiale, sicuramente Daniel Alberto "Keko" Villalba Barrios è il prospetto che più degli altri può averne velleità. Oltre alle caratteristiche tecniche, sulle quali ci soffermeremo più avanti con la necessaria dovizia di particolari, è quantomeno curioso, o se vogliamo premonitorio, che la carriera di entrambi abbia preso piede dalla metropoli della Pampa Humeda.
Se Messi oltre ad essere nato a Rosario, ha anche incantato le prime platee fin da giovanissimo con la maglia dei Newell's Old Boys; per il piccolo Villalba (o Villalva come è invece scritto dietro la sua maglia) la Cuna de la Bandera ha rappresentato una vera e propria rinascita. Proviamo a vederci più chiaro.

Daniel nasce a Caà Catì, quartiere di Corrientes, il 6 luglio del 1992, da madre argentina e padre Millionario. Non nel senso che i Villalba navigassero nell'oro, quanto piuttosto volendo intendere l'assoluta fede del capo famiglia per il River Plate, particolare di importanza più che rilevante anche per lo sviluppo della carriera del figlio.
Fin da bambino, il nostro, non esita a dimostrare una predisposizione pressoché assoluta per il pallone, tanto da convincere il Talleres di Cordoba, alla tenera età di 10 anni, a scommettere su di lui. Le cose sembrano filare per il verso giusto, fino al giorno di un terribile infortunio che oltre a rompere il piede sinistro del piccolo Keko, ne sembra anche infrangere il sogno di diventare calciatore, tanto che nonostante il talento dimostrato fino a quel momento, anche la sua squadra decide di interrompere il contratto e di non credere nel suo recupero.

A segnare questa decisione come una delle più sbagliate dell'ultimo ventennio de los talleres è dunque un imprenditore Rosarino (e qui si spiega il ricorso storico), tale Josè Garibaldi, che dopo essere rimasto folgorato dai primi dribbling e dalle prime giocate dell'immediato post convalescenza di Villalba, prende il piccolo sotto la propria ala protettrice (leggasi procura) e comincia a testare la lungimiranza dei più importanti settori giovanili d'Argentina.

Sia durante i tre provini effettuati con il Boca Junior, che dopo quello per il San Lorenzo, le relazioni che ne seguono sono a dir poco entusiastiche. A lasciare di stucco l'osservatore di turno sono le accelerazioni fulminee, le giocate imprevedibili, la visione di gioco e la freddezza del "Chiquito" . Queste caratteristiche, però, il nostro piccolo fenomeno decide di volerle mettere a disposizione solamente per la sua squadra del cuore, e fu così che Daniel Alberto Villalba entra a far parte della "cantera" del suo River Plate, per la somma felicità del padre e soprattutto per l'assoluta incredulità mista a subdola gioia (per lo sgarbo ai nemici del Boca) del tecnico delle giovanili del Monumental Juan Josè "Juanjo" Borrelli.

Inizia così il binomio River-Villalva, accoppiata che, oltre a rimpinguare i titoli del club a livello giovanile, contribuisce ad alleviare le sofferenze della "Aficiòn Riverplatense" nell'ultimo clausura e soprattutto in questo primo scorcio di apertura 2009.
Fin dall'esordio, infatti, "El Keko" rispetta la fama che si era costruito nel biennio precedente, e soprattutto dimostra la sua testarda ma apprezzatissima tendenza nel fare ciò che nel rettangolo verde gli riesce meglio: incantare.
È soprattutto per questo che dopo la prima apparizione nel Superclasico disputato nello scorso "Torneo de Verano" contro gli arcirivali del Boca Juniors, e grazie anche alla netta apertura alla cantera decisa dall'avvento del nuovo tecnico Nestor Gorosito, il piccolo Daniel trova il suo storico "inicio" contro il Colòn di Santa Fè, alla verdissima età di 16 anni, 7 mesi e due giorni, che gli consente di diventare il più giovane esordiente della storia del calcio argentino nella "primera" del River.

Ma con un nome importante come il suo - Daniel Alberto, infatti, è tutt'altro che casualmente anche il nome del "Gran Capitan" Millionario, Daniel Passarella, idolo incontrastato di papà Ramon - non ci si poteva certo fermare ad un semplice esordio, per quanto precoce.
Da quel momento ha inizio l'irresistibile ascesa del piccolo Villalba, che lo porta a gravitare nel giro della prima squadra per tutto il "Clausura 2009".

È però con la partenza della nuova stagione che il furetto gaucho trova la sua definitiva consacrazione. Il 30 agosto, nella partita che vede il River opposto al Chacarita, "El Keko" va in rete nemmeno un minuto dopo essere entrato in campo al posto di un idolo assoluto della "Hinchada" come El Ogro Fabbiani, al quale scippa a tutti gli effetti il posto da titolare e la palma di giocatore più amato, tanto da indurre la tifoseria del River Plate ad invocare diverse raccolte firme per richiedere la sua presenza fissa nell'undici di partenza.
Se ne ha immediata conferma nella sua prima assoluta dall'inizio contro il Gimnasia de la Plata, che castiga con il suo secondo gol in campionato in sole sei apparizioni.

Tanta roba, troppa perché anche il coach della Nazionale Argentina di categoria Josè Luis Brown non si renda conto di essere alle prese con un fenomeno di livello assoluto. Dopo la sub15, è infatti scontato il passaggio nell'Under 17, tanto che Villalba figura nella lista delle stelle più lucenti che andranno ad impreziosire la rassegna mondiale al via tra poco meno di una settimana in Nigeria.

Il paragone con Messi, in realtà, nasce più a livello sensazionalistico, che per un'effettiva somiglianza nell'interpretare la partita. Sicuramente più attaccante della Pulga Blaugrana, Villalba ama ricevere palla sulla trequarti destra del campo per poi arrivare a concludere dopo incredibili azioni personali, o ancora attraverso scambi rapidi con il centravanti sponda di turno.
Le caratteristiche che più ne determinano il gioco sono sicuramente la velocità e l'agilità. Imprendibile nello stretto, la grande tecnica di base fa di Villalba il classico giocatore in grado di creare costantemente la superiorità numerica alla sua squadra, anche in virtù di capacità tecniche fuori dal comune che si diverte a palesare nei tanti dribbling con i quali farcisce le sue giocate.
Buona ma migliorabile anche la freddezza al momento di concludere l'azione, anche se l'aspetto con i maggiori margini resta assolutamente una struttura fisica in divenire (parliamo sempre di un diciassettenne) che recitando 167 cm per 55 kg, ha contribuito a valergli il soprannome di "Chiquito" da parte dei compagni di squadra.

Per farla breve e sgomberare il campo da ogni possibile equivoco, più un Saviola che un Messi come caratteristiche tecniche, ma con il concretissimo sospetto che dai piedi di Villalba possano essere scritte pagine di calcio che la pur onesta carriera del Conejito non è arrivata nemmeno a sfiorare.