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tmw / inter / Ex nerazzurri
Cordaz: "Io interista all'Inter, in mezzo a tanti campioni. Zenga idolo, gratificante lavorare con lui"
mercoledì 16 gennaio 2019, 10:28Ex nerazzurri
di Mattia Todisco
per Fcinternews.it

Cordaz: "Io interista all'Inter, in mezzo a tanti campioni. Zenga idolo, gratificante lavorare con lui"

Lunga intervista per Alex Cordaz con Dazn. L'ex portiere dell'Inter, tifoso nerazzurro e con un passato tra le giovanili della sua squadra del cuore (in prima squadra solo una presenza in Coppa Italia) ha raccontato dell'esperienza vissuta agli inizi del decennio passato. "Aver avuto la fortuna di stare al fianco di certi campioni è un privilegio - dice -. Purtroppo ho avuto un infortunio alla mano il giorno dopo un Trofeo Tim contro il Milan. In una partitella di allenamento ho parato un tiro a Recoba e la mano ha fatto crack. Ho dovuto fare tre operazioni, un trapianto osseo. Sono stato fermo un anno. Un momento particolare". Con un numero sulle spalle legato alla grande passione per il ciclismo: "Il 71 di Pantani. Era il numero della sua ultima vittoria al Tour de France. Nei primi anni di carriera l'ho sempre preso. Poi ho deciso di cambiare per dare una svolta e così è stato. Avevo fatto fare già una maglia rosa per la mia passione per il ciclismo quando ero a Treviso. L'ho fatta fare anche a Crotone".

Nel corso della sua lunga militanza, Cordaz ha avuto modo di lavorare con uno dei suoi punti di riferimento. "Zenga è stato l'idolo della mia infanzia. Il mio mito - racconta -. Ho iniziato in porta per lui. L'anno scorso ci ho lavorato insieme ed è stata una cosa particolare, gratificante. Mi faceva strano all'inizio parlarci, sono cresciuto col suo poster in camera. Ho un bellissimo rapporto con lui, ci sentiamo ancora. Peccato per l'anno scorso, sarebbe stata una bella storia. Mi piaceva un sacco anche Canizares, ma i capelli bianchi li avevo anche prima che li facesse lui. Ci ho anche perso tutte le nazionali per quei capelli perché i ct non volevano, io rispondevo che non dovevano chiamarmi per i capelli. Non credo che con un carattere differente avrei fatto una carriera diversa. Ognuno ha quel che si merita. Quel che ho fatto ho fatto, il mio percorso mi ha portato dove sono ora. Ho sbagliato un sacco, ma con la mia testa e con quella ho recuperato. Cercando di capire dove hai sbagliato migliori, passi attraverso infortuni, errori, poi devi farti trovare pronto. La vita non finisce a 40 anni con il calcio, anche se non riesco a immaginare ancora cosa sarò dopo. Vivo ancora troppo per questo".

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