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tmw / inter / Editoriale
L'Inter del pareggino procede verso la Champions
domenica 21 aprile 2019, 00:02Editoriale
di Lapo De Carlo
per Fcinternews.it

L'Inter del pareggino procede verso la Champions

Poteva andare peggio ma anche meglio. 
Il pareggio di un Inter che da tempo gioca la stessa partita va ancora bene, grazie al ritmo basso delle altre squadre che lottano per andare in Champions. 

Si è trattato di una partita che questa squadra da tempo affronta con alcuni giocatori disponibili a scendere in campo più per onorare il contratto (Nainggolan e Perisic), altri invece animati da forti motivazioni, anche personali (Borja Valero) ma nel complesso la squadra non si danna per il risultato, crea qualche presupposto ma rischia troppo nella sua area e, come con l’Atalanta, alla fine si accontenta di muovere la classifica.

Nel primo tempo le cose sembrano partire bene, con una voglia apparente e i reparti in armonia, in più Lautaro Martinez colpisce il palo interno di testa, ma poco dopo arriva il gol della Roma con El Shaarawy, che trova il tiro dalla distanza con un’ottima iniziativa. Da quel momento l’Inter esce dalla partita lasciando ai giallorossi pressing e iniziativa, come in altri momenti della stagione, subisce l’inerzia della gara e si lascia soverchiare dal dinamismo degli avversari. C’è compassatezza nell’interpretazione della gara, si lasciano spazi e manca ordine nella linea mediana, dove il giro palla è perennemente farraginoso. 

La Roma sfiora il raddoppio ma negli ultimi cinque minuti del primo tempo l’Inter si rianima e crea due occasioni importanti con un’iniziativa spettacolare di Asamoah e un tap in mancato di Vecino, a seguito di un tiro di Politano. 

Nel secondo tempo la squadra agisce con più ordine ma non è così pericolosa, poi esce Nainggolan ed entra Icardi, con un San Siro quasi costretto a prendere posizione verso l’ex capitano, per rispondere alla curva che passa il tempo a insultarlo. 

L’Inter trova il pareggio grazie al gol di Perisic che trova un gol insperato su imbeccata di D’Ambrosio, proprio poco prima che stia per avvenire la sua sostituzione, fino a quel momento più che legittima. La marcatura lo rianima e da quel momento sembra sperimentare il concetto di impegno. 
La gara prosegue con l’Inter che fa la patita e la Roma che sceglie di lasciare campo e pungere in contropiede. Il giochino per poco non funziona al 90° grazie alla progressione di Kolarov il quale in area impegna Handanovic, bravo a salvare il risultato. 

Le considerazioni dopo questo pareggio in casa vengono da una squadra che gioca imborghesita, intorpidita, mazzarriana nella stesura di un gioco che cerca più un ordine professionale in campo, di quanto non viva di slanci e iniziative. 

Ci prova sempre e solo Politano, a costo di essere anche troppo egoista come alla mezzora della ripresa, ci prova Asamoah, particolarmente in serata e resta negli occhi la giocata di Borja Valero, probabilmente il migliore in campo.

La squadra commette troppi errori tecnici in ogni partita, persino quando il ritmo non è elevato. Emblematico il caso di Joao Mario che entra e riesce sbagliare qualunque appoggio, a meno che non sia diretto al compagno più arretrato. 

Ho ancora negli occhi l’intervista a Nainggolan, il quale diceva che doveva farsi perdonare gran parte di questa stagione, poi gioca contro la Roma e gli viene la lacrimuccia, mettendosi in un angolo per non disturbare, sottraendo all’Inter una delle poche armi per far male in attacco. Quasi plateale il suo distacco, l’assenza di interesse per il momento. Perisic è sullo stesso piano ma il gol lo scagiona dall’accusa di disinteresse, pur confermando che non riesce a giocare mai bene una partita intera, intento com’è a contare le settimane che lo separano dalla fine del suo periodo nerazzurro. 

La Curva Nord e il resto dello stadio hanno intrapreso una contestazione reciproca, ancora per Icardi. La Nord ha scelto di farsi ossessionare da Icardi e insultarlo per tutto il match, perdendo di vista l’Inter e polemizzando con il resto dello stadio, in nome di una coerenza che rasenta il fanatismo. Liberi di detestarlo, meno di ingiuriarlo durante la partita, anche quando è in panchina. 

Fa piacere sapere che Spalletti non sia troppo contento della prestazione, arrivata al culmine di una settimana in cui si è parlato tanto, troppo, di calciomercato modulato in addii, arrivi, ballottaggi e suggestioni. 
Con la Juve, per quanto scudettata, questo tipo di intensità sarebbe rovinoso, perciò si confida nel rientro di Brozovic ma soprattutto in una squadra meno ministeriale e fredda di quella vista con la Roma.
Amala.