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Cosa sappiamo dell'Inter (che un giorno vincerà a Napoli)
lunedì 6 gennaio 2020, 00:00Editoriale
di Lapo De Carlo
per Fcinternews.it

Cosa sappiamo dell'Inter (che un giorno vincerà a Napoli)

L’Inter si ripresenta nel 2020 con la nuova veste di candidata scudetto, Antonio Conte che allena al meglio, pur preparandoci al peggio: “Qui ci sono facili entusiasmi” e un occhio al calciomercato.
C’è Il Napoli ma i tifosi, come comprensibile, sembrano pensare più a Eriksen e Vidal, ai margini di crescita della squadra e agli altri nomi suggeriti dalla stampa.

Sempre Conte ha riaperto una comunicazione basata sul progetto, sulla costruzione, sottraendo la squadra dalla responsabilità di una lotta in cui ha meno armi dei rivali.

La corsa scudetto ha definitivamente aggiunto la Lazio, prima nel ruolo di convitato di pietra, poi come ospite ufficiale, pur raccogliendo da parte degli scettici una diffidenza sulla tenuta nella lunga distanza. Può darsi ma 9 vittorie consecutive (una gara in meno) e una Supercoppa a spese della Juventus, indicano che lo scudetto non è più un monologo, pur con i bianconeri netti favoriti.
L’Inter in tutto questo inizia l’anno nel campo peggiore della storia, dopo quello della Juventus.

In 73 partite giocate al San Paolo 37 vittorie dei padroni di casa, 19 pareggi e solo 17 vittorie nerazzurre. Il dato disonorevole e sconcertante viene soprattutto dagli ultimi 23 anni, duranti i quali l’Inter (parliamo di incontri di serie A, trascurando la Coppa Italia) non ha mai espugnato Napoli. L'Inter, infatti, non vince dall'ottobre 1997 (1-2 gol di Galante e Djorkaeff); da allora nove successi azzurri e quattro pareggi.

Il Napoli è diventata una realtà importante negli ultimi anni ma l’incapacità di fare risultato in casa partenopea si spiega anche in un’atavica assenza di personalità, di congiunture astrali e di Inter disastrose. L’anno scorso a maggio arrivò persino un disarmante 4-1, con la squadra incapace di formulare un gioco, ma anche con Mancini e Mourinho le cose non andarono meglio.

Oggi c’è l’Inter di Conte ed è una storia diversa, specialmente col rientro in campo dal primo minuto di Stefano Sensi e una panchina fornita di Sanchez e Barella. La squadra ha lavorato tanto e bene nella pausa, è più riposata ma anche consapevole dei suoi mezzi. Dell’Inter di questa stagione abbiamo imparato a capire che con le piccole fa punti, in trasferta sfrutta gli spazi che esaltano Lukaku e Lautaro, la difesa funziona bene pur patendo paradossalmente nei movimenti individuali, su tutti Godin.

Gli esterni sono discreti ma non eccellenti e per volare l’Inter ha bisogno di almeno un grande acquisto in un ruolo che non ha però grandi interpreti alla portata in giro per il mondo. Per intenderci il Liverpool che sta giovandosi dei due migliori (Robertson e Alexander-Arnold) è attualmente la squadra più forte al mondo.
Se con le piccole o medie squadre arrivano i punti e le legittime ambizioni scudetto, con le grandi si balbetta. Male con la Juve, male nel primo tempo con una Lazio che non aveva ancora decollato, meglio nel secondo, così così con la Roma. Ora Napoli e Atalanta indirizzeranno meglio questo dato incerto.

Sappiamo che l’Inter ha il terzo miglior attacco (36 gol), è sesta nella statistica sui tiri della distanza (188, meglio del passato), terza nella classifica degli assist (22) e seconda nei cross (122, uno in meno del Lecce, sorprendentemente primo in questo dato).

L’Inter è la squadra che costringe a meno parate il proprio portiere (solo 42) ed è quella che macina più chilometri (111.698, davanti a Parma, Juve e Verona). Tanti gol di testa (7) ma anche troppi fuorigioco (51) nella classifica della Lega calcio che la mette nettamente in testa, davanti a Verona, Bologna e Brescia.

La squadra di Conte infine è terza nel possesso palla, fondamentale di gioco a cui l’Inter ha finalmente abbinato la verticalizzazione, dopo anni di passaggi in orizzontale superflui.

Non so se arriverà Vidal, Eriksen o nessuno dei due ma è importante che finalmente i nomi siano all’altezza. Lo scorso gennaio, per intenderci, arrivò il dimenticabile Cedric per sostituire l’infortunato Vrsaljko.

Quello che importa di più è il campo e c’è da sfatare lo strano approccio che l’Inter ha da anni al San Paolo, oltre al mese di gennaio che nelle ultime stagioni ha registrato amarezze pagate care.
Amala.