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Ewerton Freitas a FcIN: "Sognavo la Serie A, ora sono un procuratore grazie ai miei amici dell'Inter"
domenica 3 novembre 2019, 13:55Esclusive
di Simone Togna
per Fcinternews.it

Ewerton Freitas a FcIN: "Sognavo la Serie A, ora sono un procuratore grazie ai miei amici dell'Inter"

Dal Brasile alla Svizzera, fino all’Albania. Calciatore che sognava la Serie A. Poi un brutto infortunio ne ha stroncato la carriera. Ewerton Freitas si è dovuto rimboccare le maniche trasferendosi sì in Italia, ma non per calcare i campi della massima Serie, ma per lavorare come cameriere in un noto ristorante meneghino. L’ex professionista pensava di aver chiuso con il calcio, ma si sbagliava di grosso. E oggi, grazie all’ispirazione di Eder, Joao Mario, Dalbert, Miranda e tanti altri atleti dell’Inter è diventato procuratore, aprendo Ventitrè, quella che definisce “l’agenzia delle giovani promesse pronte a realizzare un sogno”. In esclusiva per FcInterNews ecco la storia di Ewerton, ex centrocampista e cameriere, tifoso della Beneamata, che oggi dopo anni di sacrifici è diventato procuratore.

Da dove inizia la sua storia?
"Ho militato nelle giovanili del Curitiba e del San Paolo. In Brasile sono diventato professionista calcando le Serie minori. Successivamente il trasferimento in Svizzera, al Losanna. E nel 2006 in Albania, all’Elbasan. Sognavo di giocare in A, poi mi ruppi il ginocchio e dovetti dire addio al calcio giocato".

Come si è reinventato?
"Sono andato in Italia e ho semplicemente trovato lavoro come cameriere al ristorante QOR dando per scontato che il mondo del calcio fosse il mio passato. Qui ho conosciuto e sono diventato poi amico di tanti giocatori dell’Inter. Da Eder a Miranda, da Joao Mario a Cancelo. Da Bessa a Dalbert. È tornata la voglia di rimettermi in gioco come professionista. Non sul campo verde, ma dietro la scrivania, come procuratore".

Non sarà stato semplice, immagino.
"Assolutamente. Ho lavorato sodo. Ma oggi ce l’ho fatta. Sono tornato a casa e ho aperto ufficialmente Ventitrè, la mia agenzia di giovani promesse".

Di solito si pensa che i calciatori abbiano la puzza sotto al naso.
"Con me non è stato così. Anzi. Posso dirle che Eder per me è come un fratello. E quando avevo accennato ai vari giocatori della mia squadra del cuore, perché io sono un grande tifoso interista, questa mia idea, mi hanno incoraggiato e sostenuto fin da subito".

Magari tra qualche anno potrebbe prendere la procura di qualche suo amico.
"Perché no? Sa, adesso io devo intraprendere il mio cammino. Devo percorrere la mia strada e farcela con le mie forze. Adesso però l’obiettivo di Ventitré è un altro: quello di aiutare le giovani promesse a crescere. E a supportare i ragazzi e le loro famiglie, se ne hanno bisogno, anche a livello economico. Qui in Brasile c’è povertà vera e in molti se ne approfittano. Ecco, io non voglio che sia così: dobbiamo aiutare le persone, non sfruttarle e abbindolarle con false promesse". 

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