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I ricordi di Zamorano e Recoba: "Eravamo uno squadrone, magica la serata di Parigi"
martedì 19 maggio 2020, 17:46News
di Alessandro Cavasinni
per Fcinternews.it

I ricordi di Zamorano e Recoba: "Eravamo uno squadrone, magica la serata di Parigi"

Dialogando sul profilo spagnolo dell'Inter, Ivan Zamorano e Alvaro Recoba hanno ripercorso alcuni momenti delle loro carriere e, in particolare, quelli trascorsi in nerazzurro.

Zamorano. "Impossibile dimenticare la generosità del Chino quando mi fece quell'assist nel derby a porta vuota. Un trionfo che porteremo sempre nel cuore vista la grande rivalità col Milan. Avevamo una grandissima squadra, con Ronaldo, Vieri, Recoba, Zanetti... Giocava chi stava meglio, come giusto che fosse. Arrivare in Europa dal Sud America non è semplice, ci sono molte differenze, anche fisiche e non solo tattiche. Serve adattarsi sia a livello calcistico che personale per lo stile di vita e la cultura. A Recoba mancava solo il colpo di testa, per il resto era un giocatore completo. Certo, il piede mancino era magico, ma poi aveva anche corsa, dribbling, assist, accelerazione: tutto. Giocare con gente come il Chino, Baggio, Ronaldo, Moriero significava dover fare solo il proprio dovere in area perché al resto pensavano loro. In generale, nell'Inter ho giocato tutte le partite che dovevo. Vero, come tutti i sudamericani ero un giocatore molto passionale, che dava tutto anche per un minuto e avrei voluto sempre vincere e mai stare in panchina. Ma ero consapevole dell'alto livello della nostra rosa di quegli anni. Quella serata contro la Lazio a Parigi fu meravigliosa".

Recoba: "Ricordo quell'assista a Ivan contro il Milan: fu la decisione giusta passare il pallone, anche perché avevo la palla sul destro che non era il mio piede (sorride, ndr). Fu il 2-0 dopo il gol di Di Biagio. Quando arrivai all'Inter, ero piccolo ed entrai in uno spogliatoio con i migliori al mondo: da Ivan a Simeone, poi Bergomi, Ronaldo, Djorkaeff, Pagliuca... Era incredibile pensare di essere arrivato lì, è qualcosa che se mi fosse stato detto quando ero un bambino non ci avrei creduto. Poi trovai anche tanti sudamericani, e questo mi facilitò l'inserimento. Zamorano aveva una facilità estrema nel segnare, una qualità che gli avrei voluto rubare. A me mancava soprattutto quando ero più giovane, questa ferocia di cercare la via della rete a ogni costo. Il rammarico è non essere entrato in campo nemmeno per 5 minuti nella finale di Coppa Uefa vinta contro la Lazio, nella quale Zamorano segnò un golazo. Ero convinto di entrare nel finale e invece non successe, in ogni caso fu una serata splendida, eravamo tutti contentissimi".