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Ferri: "Padelli? Handa difficile da sostituire anche per Buffon. Lukaku dà l'anima, spero che Lautaro rimanga"
venerdì 21 febbraio 2020, 13:10Focus
di Stefano Bertocchi
per Fcinternews.it

Ferri: "Padelli? Handa difficile da sostituire anche per Buffon. Lukaku dà l'anima, spero che Lautaro rimanga"

Intervenuto sulle frequenze di Radio Nerazzurra, Riccardo Ferri analizza il momento dell’Inter dopo la vittoria in terra bulgara contro il Ludogorets in Europa League in vista del match di domenica sera con la Samp: "È stata una partita non semplice, son cambiati sette undicesimi rispetto alla Lazio e hanno giocato i giocatori più bisognosi giocare. Nella seconda frazione si è visto qualcosa in più: balza sicuramente all’occhio la difficoltà di Eriksen nel primo tempo, mentre nel secondo ha tirato fuori la sua qualità come tutta la squadra., complice anche il ritmo che si è abbassato Negli ultimi 20 metri diventa devastante, ci aspettiamo passi in avanti ma è indubbio che questa partita gli servisse per iniziare a capire i meccanismi e i compiti in fase difensiva, dove Conte vuole sempre una grande partecipazione". 

Sulla presenza tra i pali di Padelli e la mancanza di Handanovic nelle ultime uscite: "Sostituire Handanovic sarebbe difficile per tutti, anche per Buffon. Credo che Padelli è uno dei giocatori che avuto poche possibilità e ha avuto difficoltà oggettive, che giocando si possono limitare. Avere dietro Handanovic è importante, ogni cambiamento può portare stravolgimenti, ma non addosserei colpe a Padelli perché come tutti ha bisogno di giocare per capire cose che in allenamento non sono come in partita. Gli do ancora fiducia. Se ho mai provato difficoltà in una situazione del genere? Ci sono dei meccanismi che si instaurano con il portiere titolare, anche con gli sguardi. Capisci le situazioni di difficoltà. C’è un feeling, come in tutti i reparti. Anche in difesa c’è voluto del tempo - prosegue Ferri -, perché Skriniar, De Vrij e Godin sono tre centrali, e nella linea a tre l’olandese è quello che ne beneficia di più. Per gli altri due c’è stato un adattamento: Skriniar è più in difficoltà a sinistra, ma l’adattamento è normale di una squadra che ha cambiato modulo ed interpreti, mentre Godin avendo personalità ha avuto difficoltà fisiche all’inizio ma ora sta conquistando la giusta leadership dimostrata con l’Atletico Madrid e ai mondiali in Russia. È un personaggio che ha portato tanto dentro e furi dal campo, ha un atteggiamento puntuale ed è sempre stato onesto anche quando non era al top. Personaggi così possono portare vantaggi. Ieri ha fatto bene, ora è il suo miglior momento di forma". 

Il discorso si sposta poi su Romelu Lukaku e la dipendenza nerazzurra dal belga: "Ho marcato giocatori fisici come lui, Skuhravý - che però aveva caratteristiche differenti perché non aveva l’esplosività di Lukaku -, ma un giocatore completo come il belga non l’ho mai incontrato. Credo che uno come Lukaku sia difficile da trovare sul mercato mondiale, è difficile da rimpiazzare. Oltre all’aspetto della persona, corretto e altruista come si è visto con Esposito (quando gli ha ceduto il rigore, ndr). Ha contribuito a portare un senso di appartenenza che è venuta a mancare negli ultimi anni. Il fatto di fare gol e andare ad abbracciare i compagni, di aiutare i compagni… E lo fanno anche Lautaro e Sanchez: gli attaccanti sono propositivi anche in non possesso. Quando vedi uno come Lukaku che dà l’anima ed esce stremato e con la maglia bagnata è tanta roba per un tifoso”. 

Sulla possibile cessione di Lautaro Martinez per rinforzare la squadra: "Ci sono delle persone votate a fare questo lavoro e che hanno dimostrato di sparlo fare in maniera eccezionale. Marotta, Ausilio, Conte e i collaboratori hanno capacità di identificare il momento per sacrificare un giocatore e rinforzare la squadra. Quest’anno Lautaro ci ha fatto vedere cose uniche, penso che essendo giovane possa migliorare e spero possa rimanere, ma questo è un pensiero da nerazzurro. Poi abbiamo visto delle operazioni di mercato che sembravano scoordinate, ma alla fine hanno portato frutti importanti. Lasciamo lavorare la dirigenza. Quest’anno l’Inter non è partita con l’idea di vincere lo scudetto, ma con una squadra competitiva per capire quali margini di miglioramento ci potessero essere. A questo punto della stagione si può dire di essere soddisfatti e di poter pensare positivamente al futuro".

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