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Questo Niño è una Maravilla
sabato 4 luglio 2020, 00:00Editoriale
di Stefano Bertocchi
per Fcinternews.it

Questo Niño è una Maravilla

Il Niño torna ad essere una Maravilla. E l’Inter se lo gode. Contro il Brescia, Alexis Sanchez ha sfoderato l’ennesima prestazione positiva del periodo post-Covid, incidendo sul match con il rigore trasformato con freddezza (e gentilmente concesso da Lautaro Martinez) e i due assist al bacio per la volée sblocca-match di Ashley Young prima e per l’incornata-vendetta di Gagliardini poi. Il tutto accompagnato da movimenti intelligenti e giocate d'alta classe di un giocatore che, per caratteristiche, rappresenta un’unicità nella rosa nerazzurra di Antonio Conte. Lo stesso tecnico nerazzurro, nell’immediato dopo partita, ha rimarcato l'importanza del cileno, spendendo parole al miele: "Sanchez è stato preso per mettere qualità. Noi abbiamo fatto un percorso con Lautaro e Lukaku senza alternative di spessore, facendo giocare a volte Esposito che in Primavera giocava e non giocava ed era titolare negli Allievi. Ora Alexis sta bene, non è quello che ho apprezzato in Inghilterra ma è sulla buona strada. Col Parma è entrato col piglio giusto e mi è piaciuto, ho visto grande impegno da parte sua. La strada è questa, avere adesso tre attaccanti mi fa stare più tranquillo" ha detto ai microfoni di Dazn, mentre in conferenza stampa ha preferito replicare con più durezza a chi gli chiedeva se ora l'ex Udinese potesse avere più spazio: "Che significa che può avere più spazio? Finora ha giocato tutte le partite. Il problema è che prima non ce l'avevamo... A me viene da ridere quando sento queste cazzate" il chiaro pensiero del tecnico salentino. 

La prima stagione nerazzurra di Sanchez è stata sfortunata ed inevitabilmente condizionata dal brutto e pesante infortunio rimediato nel test con la sua Roja, frutto di un duro scontro di gioco con lo juventino Cuadrado nell’amichevole con la Colombia che ha portato al crack di Alicante: era lo scorso metà ottobre quando la stessa Inter informava con un comunicato ufficiale che Alexis era volato a Barcellona per un consulto medico con il professor Ramon Cugat e il conseguente intervento chirurgico di plastica dei tendini peronei della caviglia sinistra. Un lungo periodo di stop forzato, preceduto solo da qualche raro sprazzo di classe sopraffina messo in vetrina con maggiore continuità - anche se con qualche eccezione - nelle precedenti tappe della carriera. 

L’esperto 31enne di Tacopilla aveva lanciato segnali positivi al Marassi, nel match d’andata contro la Samp (gol e assist in un tempo), replicando le buone sensazioni anche al Camp Nou contro il Barcellona ai primi di ottobre. Poi l’infortunio, con la conseguente lunga pausa per il lockdown che ha permesso al Niño di dedicarsi pienamente al recupero, ricaricando le pile alla ricerca della migliore forma fisica, con un solo obiettivo in testa: tornare ad essere decisivo come un tempo, provando a trascinare l’Inter verso le parti alte della classifica e cullando desiderio di una permanenza a Milano. Il bottino post-Coronavirus dell’ex Barça è di un gol, due assist e tanti segnali positivi, che se ampliati alla prima annata interista permettono di evidenziare un altro aspetto da non sottovalutare: l’incisività del cileno, specie quando impegnato dal 1’. 

Sono infatti nove le partite da titolare per Sanchez in questa stagione calcistica tra campionato e coppe, di cui cinque in Serie A, l’ultima contro le Rondinelle: nelle presenze dal fischio d'inizio nel campionato italiano, il Niño Maravilla ha sempre partecipato ad un'azione da gol, con due reti e sei assist che lo rilanciano prepotentemente anche nella gerarchie contiane. Ora Sanchez si candida per una maglia da titolare anche per l'impegno di domenica contro il Bologna, spingendo l’Inter a valutare interessanti ipotesi per il futuro: un rinnovo del prestito o un acquisto definitivo con sconto sul prezzo del cartellino potrebbero rappresentare le armi giuste a disposizione di Beppe Marotta e Piero Ausilio per convincere il Manchester United a liberarsi una volta per tutte di un Niño bocciato dai Red Devils e tornato con forza ad essere Maravilloso sotto l'ombra nerazzurra del Duomo.