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Bonhof, ex Bmg: "La lattina? Immagini ancora vive. Complimenti a Boninsegna per un motivo"
sabato 28 novembre 2020, 23:41News
di Christian Liotta
per Fcinternews.it

Bonhof, ex Bmg: "La lattina? Immagini ancora vive. Complimenti a Boninsegna per un motivo"

Alle parole di Roberto Boninsegna, che ai microfoni della Bild ha ricordato l'ormai storico episodio della lattina di Borussia Moenchengladbach-Inter del 1970 ha risposto Rainer Bonhof, ex centrocampista della formazione tedesca: "Sono passati quasi 50 anni e uno sguardo allo specchio lo conferma, ma devo dire che le immagini sono ancora molto presenti nella mia mente. Il fatto che stiamo ancora parlando di questo evento dopo così tanto tempo dimostra quanto fosse importante. Un pezzo di storia del calcio, per così dire. All'epoca avevo 19 anni e l'Inter, una delle migliori squadre del mondo, venne al Bökelberg. Fu qualcosa di molto speciale. Era la prima volta che ci trovavamo a un livello che avrebbe poi portato al grande successo del nostro club. Contro l'Inter siamo partiti alla grande, lo stadio era gremito, eravamo in vantaggio per 2-1 e poi Roberto è stato colpito dalla lattina. Dopo la decisione della Uefa di annullare l'incontro, la delusione è stata ovviamente enorme. Sapevamo che stavamo giocando una partita incredibile quando siamo entrati nello spogliatoio. Ma in qualche modo c'era anche questa sensazione: si sperava che non succedesse qualcos'altro. Qualcosa aleggiava su di noi. Non c'era mai stato un caso come questo prima e non sapevamo come avrebbe reagito l'Uefa. Lo avremmo saputo pochi giorni dopo".

Bonhof, però, porge la mano al suo ex avversario: "Devo fare i complimenti a Roberto per il fatto che negli anni ha sviluppato una pelle così spessa, perché in quasi tutte le partite tra una squadra tedesca e una italiana si discute del lancio della lattina e delle sue conseguenze. Ha resistito bene. Ho parlato con alcuni dei miei vecchi compagni di allora e tutti pensiamo che il dibattito sul colpevole o non colpevole sia abbastanza lento. In ogni caso, oggi non voglio inchiodare Roberto al muro per qualcosa di 50 anni fa. Non vale una sola partita. E ad essere onesti: non ne abbiamo sofferto per tutta la vita".