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Diretta gol e diritti tv: la ripartenza della Serie A si gioca anche sulla partita del video
“Anche oggi ho avuto nuovi contatti con Sky, spero ci possa aiutare a evitare assembramenti”. Anche nel dare il via libera al calcio per la ripartenza, il “pallino” delle partite in chiaro resta nei pensieri del ministro Vincenzo Spadafora. Anche qualcosa in più di un desiderata, se consideriamo che la preferenza temporale accordata alla Coppa Italia (potrà partire il 13, per la A dovremo aspettare il 20) deriva proprio dal fatto che questa competizione sia fruibile, in tv, da tutti gli italiani.
La buona volontà non basta. Detto che la Serie A non ha grandissime obiezioni al riguardo, e che fondamentalmente ha lasciato la questione in mano al Governo, la disponibilità di SKY può essere un punto di partenza, non di arrivo. L’emittente satellitare detiene i diritti del formato Diretta gol e trasmetterà la maggior parte delle 124 partite che andranno in scena di qui a inizio agosto. Ma non ha il potere, anche volendo, di venire meno alle procedure previste dalla legge Melandri. Per questo, detto che senza la disponibilità di SKY la via resterebbe impraticabile, a meno di un vero e esproprio che il Governo dovrebbe però pagare a caro prezzo, l’intervento normativo sarebbe comunque necessario. Il modello tedesco, completamente diverso per sistema legale e organizzativo, non è un vero modello. Anche perché è durato due giornate.
E poi ci sono i diritti TV. Sono due temi diversi e anche slegati, ma legati dal mezzo tecnologico. Perché, a proposito di televisione, la Lega Serie A non è affatto disinteressata a un altro argomento: la sesta rata dei diritti TV per la stagione in corso. Due situazioni diverse: nei confronti di SKY, il decreto ingiuntivo è già depositato. Con la ripresa del campionato, è verosimile che si cerchi una nuova mediazione, magari rinunciando agli interessi da inizio maggio che altrimenti l’emittente satellitare rischia (c’è l’alea giudiziale, ovvio) di dover pagare. Per quanto riguarda Dazn e IMG, vi sono invece ancora margini di manovra: hanno chiesto una dilazione, non uno sconto, e presentato dei piani rateali. La Lega Serie A ne discuterà in giornata.
La buona volontà non basta. Detto che la Serie A non ha grandissime obiezioni al riguardo, e che fondamentalmente ha lasciato la questione in mano al Governo, la disponibilità di SKY può essere un punto di partenza, non di arrivo. L’emittente satellitare detiene i diritti del formato Diretta gol e trasmetterà la maggior parte delle 124 partite che andranno in scena di qui a inizio agosto. Ma non ha il potere, anche volendo, di venire meno alle procedure previste dalla legge Melandri. Per questo, detto che senza la disponibilità di SKY la via resterebbe impraticabile, a meno di un vero e esproprio che il Governo dovrebbe però pagare a caro prezzo, l’intervento normativo sarebbe comunque necessario. Il modello tedesco, completamente diverso per sistema legale e organizzativo, non è un vero modello. Anche perché è durato due giornate.
E poi ci sono i diritti TV. Sono due temi diversi e anche slegati, ma legati dal mezzo tecnologico. Perché, a proposito di televisione, la Lega Serie A non è affatto disinteressata a un altro argomento: la sesta rata dei diritti TV per la stagione in corso. Due situazioni diverse: nei confronti di SKY, il decreto ingiuntivo è già depositato. Con la ripresa del campionato, è verosimile che si cerchi una nuova mediazione, magari rinunciando agli interessi da inizio maggio che altrimenti l’emittente satellitare rischia (c’è l’alea giudiziale, ovvio) di dover pagare. Per quanto riguarda Dazn e IMG, vi sono invece ancora margini di manovra: hanno chiesto una dilazione, non uno sconto, e presentato dei piani rateali. La Lega Serie A ne discuterà in giornata.
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